Contattaci! |
Aggiornato
Mercoledì 16-Gen-2013
|
I lettori - perlomeno quelli che hanno avuto nel tempo qualche buon motivo per arrivare in fondo alle mie lunghe pagine - si saranno accorti che non ospito più i fastidiosi banner pubblicitari forniti dal programma Google AdSense sin dal 2009. Non è stata una mia scelta, ma un’iniziativa unilaterale del caro monopolista di fatto che, in una mail preimpostata, qualche giorno fa mi ha comunicato che il sito “non è attualmente conforme alle norme del programma AdSense e pertanto la pubblicazione degli annunci è stata sospesa”, a titolo di esempio fornisce il Link a una pagina di "(R)ESISTENZE", parla di “contenuti eccessivamente sensibili, tragici o offensivi”, mi “suggerisce” di modificarli se voglio continuare ad arricchirmi e minaccia: “il team si riserva il diritto di disattivare gli account in qualsiasi momento se si continuano a verificare le violazioni”. Wow, verginelle alla riscossa. Sia chiaro: quando ho accettato di inserire la pubblicità sul mio sito, ho sottoscritto un regolamento che, appunto, cita tra i motivi di una sospensione “contenuti eccessivamente sensibili, tragici o offensivi” - una formula volutamente generica che, all'occorrenza, si presta ad arbitrarie interpretazioni difficilmente appellabili. Ovviamente, come si apre bocca, si può essere accusati di ledere la sensibilità di qualcuno - e, in effetti, così è, sempre vi sono coloro i quali dissentendo o per puro divertimento, si mettono a piagnucolare pensandosi offesi o intraprendendo una crociata contro chi la pensa diversamente. Inevitabile, specie se non ci si occupa di taglio e cucito. La cosa strana è che la sospensione arriva ora - tardiva, direi, perché la mia linea "editoriale" è immutata dal 2003 e sin dal primo giorno di pubblicazione ho esplicitato che gli argomenti da me trattati sono molti ed eterogenei, perlopiù inoffensivi, e tuttavia, per la crudezza o schiettezza di alcuni, ne consiglio ai minori una visione in compagnia di adulti - più onesta non avrei potuto essere. Perché, dunque, i miei contenuti non sono più conformi? Non è dato saperlo. Esattamente come accade in Facebook, pare sia possibile segnalare ciò che è sgradito compilando un Form e Google può, di conseguenza, non solo sospendere le pubblicità (qualora si sia iscritti al programma AdSense), ma anche, e questo è mille volte più grave, bannare una pagina o un sito intero dal motore di ricerca, renderli cioè invisibili, non rintracciabili. Insomma, uno o un pugno di delatori in vena di far danni, possono agire per far scattare la censura in base a criteri soggettivi e ci sono buone probabilità che questi alla fine prevalgono senza che alcuno intervenga seriamente per impedire abusi ed arbitrarietà. Pare. Nel mio caso specifico, il tipo di censura è sottile e indiretta. Se voglio continuare a ricevere i seppur risibili proventi della pubblicità, devo votarmi all'innocuità - cosa che potrei fare soltanto eliminando il sito, smettendo di scrivere e, possibilmente, pensare. Come ho scritto a Google AdSense: "Il mio sito raccoglie il frutto di oltre trent'anni di lavoro nei campi delle arti (narrativa, poesia, pittura, grafica, fotografia), dei mestieri (decorazioni e artigianato), della ricerca storica (prima metà del Novecento e cinema) e della politica (diritti civili, ecc.). Vi sono materiali senza costrutto ed altri dal forte impatto emotivo, ideale, dimostrativo. SI CHIAMA LIBERA ESPRESSIONE". Liberi loro di pisciarci sopra (alla libertà di espressione), libera io di mandarli a cagare e continuare a sfidare la sorte (prima o poi qualcuno mi fa secca). Facebook, Google - stessi meccanismi, stessi interessi. Stesso asservimento, stesse ingerenze e stesso controllo, stesso monopolio, e la libertà di espressione, il pluralismo, l’accesso incondizionato a tutti i contenuti circolanti in rete diviene una favoletta per gonzi. Quanto accaduto dimostra che siamo tutti passibili di censura - per una ragione o un'altra, in un modo o un altro. Google e Facebook, essendo divenuti, di fatto, monopolisti, possono colpire indiscriminatamente o precise categorie selezionate, possono realizzare schedature di massa (in vero le hanno già fatte), possono applicare forme di censura o di filtraggio dei contenuti su scala mondiale (e anche questo lo fanno già). Oggi s’impedisce ad un publisher di autofinanziarsi ricorrendo a supposte violazioni di generici, tutt’altro che univoci regolamenti interni, domani si oscureranno direttamente le sue pagine o il sito intero. Ne prendo atto e affido alla labile memoria degli internauti anche questa mia disavventura invitandoli ad informarsi, a diffidare e, possibilmente, boicottare cotanti padroni.
Ecco la mail inviatami da Google AdSense
Ecco la mia risposta
Spett.le Google AdSense, io sono un'artista e una pensatrice critica. Il mio sito raccoglie il frutto di oltre trent'anni di lavoro nei campi delle arti (narrativa, poesia, pittura, grafica, fotografia), dei mestieri (decorazioni e artigianato), della ricerca storica (prima metà del Novecento e cinema) e della politica (diritti civili, ecc.). Vi sono materiali senza costrutto ed altri dal forte impatto emotivo, ideale, dimostrativo. SI CHIAMA LIBERA ESPRESSIONE. Il mio spazio Web esiste dal 2003 e, da allora, non ho MAI ricevuto una sola mail di protesta, minacce o insulti. Ho sempre concordato con i miei lettori eventuali rettifiche che li riguardassero, nel pieno, totale e incondizionato rispetto delle loro volontà, anche quando non le condividevo, ma sul contenuto delle mie opere non permetto a nessuno di dirmi cosa è opportuno pubblicare e cosa no. Problema suo, se qualcuno si è sentito offeso di fronte ai contenuti che documentano la verità storica di questo schifoso paese. La realtà (ciò che è stato) non si cambia, piaccia o meno agli ipocriti, ai revisionisti e ai censori dell'ultima ora. Problema vostro, se vi prestate a fargli da portaborse, acriticamente, senza discernimento. Sino ad oggi la pubblicità che ho ospitato sulle mie pagine ha portato profitto agli inserzionisti e a voi, non a me. Pochi spiccioli (439,37 euro dal 2009) non danno da vivere, ma, quand'anche fossero 10, 100 o 1000 volte di più, non legittimerebbero alcuna ingerenza od offesa, specie se così bassamente finalizzata. Perciò, accolgo con fierezza la vostra "sospensione" e nel comunicarvi che non apporterò alcuna modifica, vi informo che non solo nei prossimi giorni eliminerò lo script che vi da accesso alle mie pagine, ma sarà anche mia cura divulgare pubblicamente quanto accaduto, in linea con la trasparenza che da sempre mi contraddistingue. Io mi prendo le mie responsabilità, voi prendetevi le vostre. Cordiali saluti, Cinzia Ricci.
CASO CHIUSO
|