Questa
piccola raccolta che comprende tredici pezzi scritti tra il 1986
e il 1997, è stata stampata in proprio in tiratura limitata
nel 1989. All’epoca includeva il racconto autobiografico “Luigi
detto il Gigi”, successivamente modificato e confluito in
“Postume verità” ne “Il
giuoco della campana” e, parzialmente, in “Là
dove soffia il vento”, nel capitolo “Genealogia”.
“Ersilia”,
l’unico brano dei tredici che trae spunto da una storia vera,
lo trovate in “Borderline”,
nella sezione “Viaggio nella memoria...”.
C’è
chi afferma che i racconti siano una forma minore di narrativa –
divertissements adatti ad una lettura veloce e distratta, da portarsi
sulla spiaggia, in autubus, al bagno. C’è chi afferma
che solo il romanzo dimostra l’inventiva, le reali capacità
narrative e linguistiche, la grandezza letteraria di un autore.
Qualcun altro sostiene che chiunque è capace di scrivere
cose che abbiano un senso al di sotto di un certo numero di pagine,
che tutti scrivono almeno una volta nella vita un racconto, una
poesia, ma pochi hanno la forza, gli argomenti e la costanza di
scrivere un romanzo – ciò fa la differenza. Può
darsi.
Se
questo è vero, e non dubito che possa esserlo almeno in parte,
io sono un’ordinaria, mediocre e inutile scrittrice, come
altri che nessuno si azzarderebbe a definire tali. Non voglio farne
l’elenco, ma chi ama la narrativa non avrà difficoltà
a trovarne qualcuno.
Nel
grande sto stretta. Sento che se abusassi delle parole ne sminuirei
il significato, tradirei il mio compito, il fine ultimo, ciò
che attraverso esse dovrebbe svelarsi – soprattutto, sento
che imponendo al lettore le mie storie in ogni sfumatura e variante,
lo priverei del diritto di trovarvi la propria.
Desidero
che egli s’interroghi profondamente, si apra al dubbio, trovi
soluzioni, alternative, dia risposte - sue. A me non basta che capisca
ciò che intendo dirgli, che immagini ciò che vorrei
vedesse. Voglio che sulla base di poche indicazioni, tracce, sia
lui a disegnare, definire i contorni, a riempire i vuoti, svuotare
i pieni, come vuole e sa. Se dico tutto, se scrivo tutto, potrà
farlo, riuscirci? Non penso.
Giusto
o sbagliato, bello o brutto che sia, questo è il mio stile
– questo è quello che faccio.
Buona
lettura.
C.
Ricci
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