Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca Clicca per accedere alla sezione...

Per saperne di più clicca qui...



Le immagini, se non diversamente segnalato, sono prevalentemente tratte da materiali fotografici e grafici preesistenti modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

Questo sito, testato principalmente con Firefox, Internet Explorer e Safari, è privo di contenuti dannosi per i computer. On-line dal 2003, nel 2015 diviene antologico, da allora non viene aggiornato. Gli odierni Browers non supportano più gran parte dei materiali multimediali prodotti prima di tale anno, le numerose pagine che sembrano vuote in realtà contengono tali contenuti ormai non più fruibili - ne siamo dispiaciuti. Risoluzione schermo consigliata: 1024x768.

Contattaci!
Aggiornato Domenica 29-Set-2024

 

 

Poche copie rilegate a mano con la cura maniacale di chi rivendica a sé l’intera maternità dell’opera, dalla copertina al verso, presentano da sole la poesia di Cinzia Ricci, artigiana per vocazione, artista per caso.

Una lirica piena di forza, la sua, che è tutto fuorché disperazione. È disperata coscienza di sé, piuttosto, sempre in bilico fra passione e mal trattenuto senso della realtà, incantamento e disincanto.

Un’ironia finissima sulla pochezza del vivere è unita a lamenti dell’animo arcani e prenatali, come le sue muse ispiratrici: figure femminili che possono chiamarsi indifferentemente Marina (Cvetaeva), Giovanna (D’arco), “madre”, o in mille altri modi anonimi. Nomi senza età che sono poi lo stesso nome.

E su tutto si stende il sorriso beffardo dell’artista.

Un sorriso amaro, acre, persino, negli aforismi finali, dove domina la consapevolezza che è inutile oltrepassare il limite della pazzia, perché tanto “… oltre la pazzia non c’è niente”.

Un realismo crudo su accordi polifonici, appena venato di tristezza. Quella tristezza che solo per gli amanti e i poeti ha il diritto di chiamarsi malinconia.

Lisaveta Kröger

 

Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca per accedere alla pagina
Clicca
Clicca
Clicca
Clicca
Clicca
Clicca
Clicca


Clicca per accedere alla pagina