Questa sezione raccoglie alcune opinioni personali, riflessioni a voce alta che, seppur spesso partendo dalle problematiche LGBT*, quasi sempre finiscono per divenire uno sguardo a 360° sulla storia, gli accadimenti, la politica, la cultura, l'attualità e la cronaca del nostro paese, con un'attenzione particolare per le questioni locali (Lucca e provincia).
Preciso che non sono una giornalista, nemmeno un'aspirante pubblicista in attesa di potermi (s)vendere al miglior offerente, tuttavia, sin dal 1985 scrivo quello che penso nella preconcetta convinzione di poterlo e doverlo fare. Non ho mai ricavato alcun guadagno economico o promozionale da questa sciocca pretesa. Non un centesimo, né fama, favori - tutt’altro. Da quando ho introdotto i banner pubblicitari copro almeno una piccola parte delle spese vive (dominio, hosting, collegamento ADSL) - il resto (bile a pezzi, tempo e altro denaro, ce lo metto di tasca e testa mia - perché sono scema, è evidente). Il cosiddetto Disegno legge Levi-Prodi approvato dal Consiglio dei Ministri nel 2007 che prevedeva per tutti i blog (siti personali compresi) l'obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione condannandoli al pericolo di commettere reati a mezzo stampa, poi, con la caduta del governo Prodi arenatosi, mi ha di fatto trasformata in un’editrice clandestina, che froda lo stato e straparla senza essere autorizzata a farlo, senza averne i titoli. In Italia, ormai non si è più liberi di stabilire come, dove, quando e cosa dire - la politica si sta dotando di ogni strumento necessario per decidere TUTTO al posto nostro, secondo capriccio o convenienza, propria.
Ho sempre pensato che trasmettere informazioni e conoscenze, mostrare in qualunque modo opinioni e talenti, non fosse soltanto un diritto, ma anche, a certi livelli, un dovere. Ma la libertà di espressione, ingenuamente data per scontata, garantita dalle legislazioni più avanzate, tutelata in ogni paese civile e democratico, in Italia già gravemente compromessa, da anni, è prossima ad essere sottoposta ad ulteriori, decisive, pesanti restrizioni.
Sebbene il suddetto disegno di legge non sia mai divenuto decreto, si ebbero numerose notizie di blog oscurati e persone condannate per editoria clandestina e diffamazione a mezzo stampa. Nel giugno 2008, pochi mesi dopo l'inizio della XVI Legislatura, lo stesso Levi (rieletto nel Partito Democratico), presentò un disegno di legge analogo al precedente, quindi lo ritirò ma subito rispuntò ad opera di Roberto Cassinelli del PdL. Poco importa l'iter e il rimaneggiamento un tantino ridicolo di quella legge, rimane il fatto che, per quanto si sforzino di farci credere che non vi siano intenzioni intimidatorie, ricattatorie e repressive, sappiamo benissimo cosa hanno intenzione di fare: solo certe figure “professionali” paganti, genuflesse, accreditate presso i politici di turno, in futuro potranno parlare, scrivere, apparire nei termini loro graditi - gli altri, quelli senza sponsor e amici influenti, tessere in tasca, partiti, associazioni di categoria alle spalle, no.
Già oggi, in effetti, ad esprimere le proprie idee e convinzioni richiamandosi all’ormai insignificante art. 21 della Costituzione (carta straccia che vale meno di un soldo bucato), si rischia molto, troppo. Vecchi e nuovi lacciuoli (manette) stringono i polsi dei cittadini riottosi, dissidenti o soltanto ingenui - i bavagli sono pronti e già alcuni li portano, talvolta senza neppure saperlo.
Internet da fastidio, il web è un pericolo. La libera circolazione delle opinioni e delle informazioni non serve al potere, non piace a chi ce l’ha e lo usa. Era ovvio che, prima o poi, a qualcuno sarebbe venuta la geniale idea di metterci le mani e così, Blog, siti personali, forum, sono davvero ad un passo dal dover fare i conti con la censura. Se la delibera AGCOM n. 668/2010 sarà approvata, potrà tapparci definitivamente la bocca. Ne sarà certamente felice chiunque si riconosca in questa politica e in questa cultura, di destra o sinistra non fa alcuna differenza.
Restando in attesa di sapere a quale “morte” sono personalmente destinata, aggiungo la mia voce al coro di proteste consapevole della loro sostanziale ininfluenza.
LA LIBERTA' IN RETE HA I MINUTI CONTATI
2 luglio 2011
Questione di ore, poi, per noi italiani, Internet non sarà più l'opportunità che conosciamo e ci serve. Si chiama censura, indiscriminata e senza appello - checché ne dicano i nostri stimatissimi politici.
Scaricare contenuti, scambiare informazioni, usare, produrre, condividere, comunicare - basterà anche solo il sospetto che vi sia una violazione del copyright (o più probabilmente solo la volontà di tappare la bocca a qualcuno servendosi di questo comodo escamotage), per far chiudere uno spazio Web.
Sono anni che ci provano e adesso, grazie alla sostanziale indifferenza (se non aperta approvazione) degli italiani, possono dare il colpo di grazia a quel briciolo indipendenza e libertà di espressione che ci rimane.
Stupirsi? E perché mai? Il 62% degli italioti non sa nemmeno come si accende un computer e probabilmente poco più della metà di quelli che lo accendono, poi ne fanno un uso costruttivo (non solo per se stessi) e intelligente - tutto grasso che cola se ad appena il 20% importa qualcosa!
E' uno strano paese, il nostro, non c'è che dire. Pronto a fare numero alla minima stronzata, poi, quando si tratta di cose serie... ciccia, o poco più.
Va bene, non posso farci niente.
Sappiate che se il mio sito fosse oscurato, tale rimarrebbe - io, come la maggior parte delle potenziali vittime di questa legge, non ho i mezzi necessari per ottenere la restituzione del maltolto. Se i grandi portali, i siti e i Blog che possono contare sulla "protezione di qualche Santo in Paradiso" hanno qualche possibilità di tornare on-line, io e gli altri possiamo sin da ora metterci un bel pietrone sopra.
Vedremo come andrà a finire.