Lo
xenofobo Fortuyn più popolare di Anna Frank
BRUXELLES. Guglielmo d'Orange, padre della nazione, è
l'olandese più popolare, ma Pym Fortuyn (nella foto),
il leader xenofobo e razzista assassinato nel 2002, supera
in popolarità personaggi come la giovane ebrea Anna
Frank, il famoso calciatore Johan Cruijff, il celeberrimo
pittore Vincent Van Gogh. Sono i risultati del sondaggio
condotto dalla seguitissima tv "Nos". In un primo.
momento sembrava addirittura che Fortuyn fosse il personaggio
preferito. |
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Olanda, terra lontana di vento e prati colorati...
Vi
è un contrasto così forte fra l’idea che me ne sono
fatta e quello che posso solo intuire mettendo insieme frammenti di testimonianze,
interviste televisive, documentari - chiacchiere.
Se
immagino l’Olanda vedo un paese pacifico dove le persone vivono
rispettandosi, poi accendo il cervello e capisco che anche là,
come in ogni altro posto del mondo, le persone si tollerano, cosa che
sott’intende non vi sia quel clima fraterno o solidale che vagheggio.
Si
tollerano e per non essere accusati di tappare la bocca a qualcuno la
tappano a qualcun’altro, per difendersi dal razzismo diventano razzisti.
Una guerra fra poveri, verrebbe da dire, nuove categorie di privilegiati
si barricano entro i confini del loro paese, rivendicano il diritto ad
essere gli unici padroni in casa propria. Si tollerano e la tolleranza
è l’humus ideale nel quale chi segretamente imbastisce la
storia coltiva con successo i germi dell’odio.
Ottanta
anni fa l’Europa intera in preda ad un delirio di onnipotenza collettivo
fu capace di trasformare milioni di insoddisfatti o impauriti cittadini
in feroci e insensati super-uomini capaci di un disprezzo senza limiti
e senza ragione. Carne da macello che produsse se stessa e di sé
si nutrì. Uomini e donne finalmente liberati dal fardello del pensare,
dall’obbligo morale di avere opinioni proprie, una coscienza civile,
esonerati dal dare risposte, decidere, discernere. Milioni di persone
finalmente trovarono un nemico comune, la causa dei loro fallimenti: minacciose
presenze pronte a prendersi il loro passato, il loro presente e, soprattutto,
il loro futuro. Il nemico di allora è lo stesso di sempre, è
chi non ci somiglia, chi vive e pensa in modo diverso dal nostro: il 99%
dell’umanità rischia ogni giorno di saltare in aria, neo-nazisti/fascisti/liberisti,
integralisti di qualsiasi religione o ideologia e xenofobi compresi -
se solo capissero che la loro bella poltrona è imbottita di tritolo
forse la smetterebbero di agitarsi tanto... Ebbene, in quell’odio
e in quel disprezzo per gli altri (tutti, nessuno escluso - secondo convenienza)
sono nati i loro figli che prosperando hanno partorito i loro nipoti i
quali non hanno smesso di fare figli educandoli alla tolleranza finché
fa comodo. A scuola dall’apprendista stregone s’impara a spaccare
in mille pezzi quel che si vuole per puro divertimento o altre esigenze,
ma quando il danno è fatto nessuno sa o vuole rimettere insieme
i cocci... innescato il meccanismo non si torna indietro e quello che
comincia al solo scopo di portare un po’ d’acqua a qualche
mulino si trasforma in una bufera che tutto travolge. Agli olandesi non
basterà smontare le pale dei loro per non vederli volare via.
E
così la mia bella cartolina proveniente dalla terra dei tulipani
cambia colore, aspetto - si alza il vento e spettina l’erba, vedo
il paese dei balocchi trasformarsi, divenire quel che è: la prova
che la storia non ha insegnato nulla o, meglio, che gli uomini, olandesi
inclusi, sono pessimi scolari, eterni Lucignoli sempre pronti a negare
evidenza e responsabilità, probabilmente destinati, non meno dei
loro progenitori, a rimpiangere i banchi di scuola non tanto per quello
che avrebbero potuto imparare e fare, quanto, piuttosto, per il tempo
che hanno scioccamente perduto e volentieri, ancora, perderebbero - se
potessero. Ma non se ne preoccupino: in meno d’un secolo i revisionisti
sapranno ripulirgli la faccia e forse, chissà, trasformarli tutti
in santi ed eroi - in barba al buon senso e alla decenza che, come la
colpa, son morti fanciulli perché nessun li voleva.
C.
Ricci
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