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Aggiornato
Venerdì 21-Dic-2012
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È accaduto e accadrà ancora, con sempre maggiore frequenza, impunità - perché questo governo non ha audacia, non ha argomenti, è spaccato al suo interno fra chi, forse, ha a cuore il nostro paese e chi, invece, si preoccupa soltanto dei propri personali interessi che solo il consenso proveniente dall’elettorato e dai gruppi di potere cattolico-reazionari possono garantirgli. Così può accadere che in occasione del Gay Pride di Catania, Forza Nuova, a cui la destra ben accomodata nei palazzi, l’integralismo clericale e tutta la marmaglia di centro elargisce favori, strizza l’occhio, possa permettersi di bloccare una manifestazione autorizzata, impedirne il pacifico e lecito svolgimento – senza nulla rischiare. Bastano 100 camicie nere armate di spranghe, croci celtiche, fiamme, striscioni omofobi e bandiere tricolori, per fare carta straccia del codice civile, penale, della costituzione, delle regole democratiche di quest’Italia da operetta, sempre più somigliante ad una dittatura sudamericana. Accade che una manifestazione regolarmente autorizzata, non possa svolgersi - ed una che non lo è, lo diventi. Di fatto. Basta che fra i due gruppi, a far da cuscinetto, si piazzino i cosiddetti tutori dell’ordine: brave persone che dovrebbero far rispettare le leggi, difendere i cittadini e che, invece di caricare sulle loro belle camionette quel centinaio di mascalzoni con il chiodo fisso dei forni crematori, li lasciano fare, sfilare, indisturbati. Brave persone, personcine proprio ammodo sempre pronte a dar manganellate agli inermi, incolpevoli, pacifici manifestanti, ai ragazzini, agli anziani, alle donne (dal G8 in poi più nulla ci sorprende), ma quando si tratta di far sul serio rischiando di prenderle magari da chi la pensa proprio come te…
Non sappiamo quanti dei 100 siano stati denunciati, non sappiamo se qualcuno di essi lo sia stato. Sappiamo che, comunque vada, non faranno un giorno di galera, sappiamo che continueranno a compiere le loro azioni perché nessuno ha interesse a chiedergliene conto, impedirglielo. Nessuno ha la volontà o il coraggio di rispettare la costituzione italiana e la legge. Fanno comodo i neo(???)fascisti, a molti, troppi. Fa comodo che qualcuno faccia il lavoro sporco e loro si prestano volentieri convinti di essere i veri, i soli salvatori della patria: contro l’aborto, l’autodeterminazione delle donne, il femminismo, l’immigrazione, gli zingari, i comunisti, la minacciosa lobbie ebraica e la schifosa massoneria omosessuale/pedofila in cui le lesbiche sono una ridicola, ininfluente appendice sterile (feccia da stupro) e i transessuali baldracche da incendiare. Dio, patria e famiglia. Ecco fatto. Grazie Ratzinger, Ruini, Trujllo, Mastella, Rutelli, Bossi, Fini, Casini, Pera, Castelli, Berlusca & Co. Da destra verso sinistra passando per il centro. Grazie ai super garantiti sostenitori della cultura delle disparità e del disprezzo. Questi sono gli obbrobri che avete partorito, questi i vostri figli. Tenetevi il vostro Dio, la vostra patria, la vostra famiglia – fanno schifo, sono roba da sottosviluppati, da minorati mentali. Non tutti i gay, le lesbiche, i/le transessuali sono così scemi da voler far parte del vostro teatrino, non alle vostre condizioni. Non tutti sono così scemi da credere che gli risparmierete i vostri forni se staranno buoni e zitti, nascosti nei buchi lerci in cui volete ricacciarli. L’impressionante aumento dei casi di abuso e violenza che si registra negli ultimi due anni, in particolare dall’Aprile dell’anno scorso, contro le persone LGBT*, gli extracomunitari, gli ebrei, i mussulmani, gli zingari, i simpatizzanti e gli attivisti dell’area antagonista e anarchica (snobbati dalla stampa, minimizzati dalla comunità LGBT* e dalla sedicente società civile, negati dagli amichetti occulti o dichiarati delle camicie nere), è il sintomo evidente, innegabile, di un venticello che cresce e rischia di trasformarsi in uno tsunami. Continuare a fingere di non sentirne il fischio accelererà solo i tempi.
Da mesi, nei taccuini dei giornalisti soprattutto televisivi si è aperta una voragine che inghiotte un “certo” tipo di notizie – un buco nero che le attrae e smaterializza, magicamente. Da mesi le penne scrivono a singhiozzo, i cervelli sono soggetti ad improvvisi black out: certi pensieri, certe parole, certi argomenti sì, altri no. Da mesi le testimonianze di aggrediti si moltiplicano (molti i giovanissimi, magari solo perché portano magliette con l’effige del Che, o il nome di un gruppo musicale schierato politicamente) mentre le denunce si dimezzano (spesso è la pressione dei genitori a dissuaderli o a spingerli a ritirare la denuncia – vince la paura per le ritorsioni, il timore del giudizio, vince la motivata certezza che non vi sarà giustizia, protezione, quindi perché esporsi ad un supplemento di rischio?). Da mesi assistiamo al sistematico menefreghismo di certi inquirenti, certe procure, certi apparati dello stato che di fronte a certi tipi di violenza, verso certe categorie di persone, non si scompongono, non si sprecano, non si scomodano, perché non è il caso di drammatizzare, perché non hanno mica tempo da perdere – loro. Noi sì, invece – per guardarci le spalle, fare allarmismo, parlare a vanvera. E non basta nemmeno che gli squadristi facciano precedere le loro spedizioni punitive da roboanti annunci e proclami, non bastano i loro silenzi che sono anche peggio! Quando qualcosa accade tutti giù dal pero a parlare di casualità, schegge impazzite, eccessi, sporadicità, ragazzate, balordi senza importanza. D’altronde il fascismo non esiste più – il pericolo è il comunismo! Possibile che sia così difficile dire e dirsi che siamo di fronte a forme vecchie (mai morte, mai davvero indagate, risolte) di criminalità politica, sempre più organizzata e inserita nel tessuto sociale? Dopo Catania toccherà a Torre del Lago, in provincia di Lucca – la mecca del turismo LGBT* toscano. Un mese di iniziative, di altrimenti splendide, rassicuranti, divertenti serate friendly denominate “Mardì Gras” che i soliti noti avranno l’opportunità di trasformare nella loro personale ribalta, nel loro spot promozionale omo/lesbo e transfobico - puntualmente minimizzato, attribuito ad un striminzito gruppuzzolo di semi analfabeti poco più che imberbi. Non sono pochi, non sono analfabeti e non sono imberbi – tutt’altro. Forse non ci saranno pestaggi, stupri – forse si limiteranno a minacciare, spaventare, sabotare qualche evento, fare un po’ di chiasso. I problemi veri ci sono stati prima – ignorati, negati, screditati. E se la risposta non sarà forte e chiara, se non vi sarà un serio e continuativo controllo – ci saranno dopo, magari in tempi non sospetti, nuovamente ignorati, negati, screditati, soprattutto da chi non dovrebbe prenderli sottogamba. Dio, patria e famiglia. Possibile che nessuno abbia la faccia di ammettere che siamo noi ad avere un problema grave di ignoranza, cecità e vigliaccheria?
Molti nel movimento LGBT* (e questa è la linea seguita acriticamente, stoltamente o furbescamente da troppi), sostengono che occorre uscire dal vittimismo, dare un’immagine positiva dell’omosessualità, per infondere fiducia. Come dire che una “vittima” è per ciò stesso una lamentosa, dannosa, inopportuna e impresentabile zavorra. Se proprio non la si può cancellare, la si deve almeno ficcare sotto il tappeto, insieme al pattume. Bene mostrare la giocosità, la normalità del disimpegno, la leggerezza della superficialità, quei casi di felice integrazione e realizzazione personale alla luce del sole, ma negare che dall’altra parte vi sia una schiacciante maggioranza che vive nella paura e nella vergogna, stando bene attenta a non scoprirsi perché le conseguenze potrebbero essere drammatiche, servirà a chi non ha o crede di non avere problemi ma non a quella maggioranza silenziosa e invisibile che tutti fanno finta di non vedere. Dato il venticello che tira, questa strategia è un bel po’ stupida e anche particolarmente autolesionista. Quando il venticello sarà diventato uno tsunami, solo chi ha una montagna di soldi sotto cui nascondersi e chi si sarà rintanato in un bunker buttando via la chiave potrà dirsi relativamente al sicuro. Cari, allegri cittadini con la fissazione per i Pacs, quei cento sono l’avanscoperta di un agguerrito esercito che affonda le radici nella nostra stessa cultura, che conta un numero considerevole e in crescita di estimatori, sostenitori, finanziatori – altro che l’inesistente lobbie omosessuale. Al confronto siamo un’armata brancaleone balbuziente, destinata ad essere sbaragliata, spazzata sotto il tappeto. SVEGLIA! Non si cambia la mentalità di una nazione partendo dalla cima, di punto in bianco - si parte dal basso, dai fondamentali: laicità, responsabilità individuali e collettive, partecipazione, autoderminazione, maschilismo, sessismo, ANTIFASCISMO – ad esempio. Non sono parole scarsamente significanti, logore. Vecchio, e illuso, è chi crede di poter ottenere riconoscimento e diritti senza un'analisi attenta e consapevole della storia e della realtà attuale di questo paese, senza passare attraverso un adeguamento normativo che spinga al superamento culturale delle disparità comunemente accettate, o non avvertite come tali. Sei sono le cose da ottenere, subito: 1)
una legge che riconosca, definisca e punisca con severità i reati
dettati da omo/lesbo e transfobia; Il resto verrà da sé, non il contrario. C. Ricci
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
16 SETTEMBRE 2006 - CATANIA Comunicato di OPEN MIND, Centro di iniziativa Gay Lesbica Bisessuale Tran, 3 Luglio 2006
Mercoledì 28 giugno 2006 a Catania si è tenuto il 5° GLBT Pride. Partito come ogni anno da piazza Borgo, il corteo si è snodato allegro e giovane come non mai lungo la via Etnea, arteria principale della città. Impegno politico e gioia incontenibile andavano a braccetto, come sempre, in questo nostro fluire disordinatamente orgoglioso per le vie della città, sulle note della musica frocia a noi tanto cara. Tutto sembrava procedere per il meglio, così come Thomas di Retegay riportava a chi era in ascolto sul web. A metà percorso alcuni compagni hanno avvertito che più avanti c’era uno sbarramento di Forza Nuova, ma la polizia, interrogata, negava decisamente. E invece loro c’erano, eccome: con bandiere, striscioni (“no al gay pride”), e slogan omofobici (“le malattie si curano, non si manifestano”), alcuni armati di mazze seminascoste da stoffe. Il nostro corteo si è fermato, e abbiamo cominciato a parlare con la Digos, pretendendo che il loro assembramento non autorizzato fosse disperso. Per tutta risposta abbiamo ricevuto l’invito a calmarci e man mano che cresceva la tensione, ci è stato detto chiaramente che sarebbe stato opportuno sciogliere il nostro corteo “tanto le televisioni ci sono, avete già fatto la vostra bella figura”. E invece abbiamo deciso di continuare a camminare, dando prova politica di grande civiltà e compostezza, senza per questo rinunciare al diritto alla resistenza. L’atteggiamento della polizia è stato inqualificabile: intanto hanno permesso ai forza novisti di “manifestare” non autorizzati, di esternare i loro deliri alle televisioni e ai cittadini increduli intorno a loro, per più di un’ora, e successivamente li hanno non dispersi bensì accompagnati, facendoli quindi sfilare ben protetti. Noi li seguivamo ad una certa distanza e grazie a compagne e compagni intervenuti al corteo, che hanno formato dei cordoni di protezione per i passaggi più delicati del percorso, siamo riusciti a chiudere il corteo in piazza Università, dove hanno parlato tra gli altri Porpora Marcasciano del M.I.T. e Gigliola Toniollo dei Nuovi Diritti della CGIL. La serata si è poi conclusa con una grande festa nella suggestiva cornice dell’arena del C.P.O. Experia. * * * In questi ultimi anni Forza Nuova è cresciuta in maniera esponenziale, radicandosi profondamente nel territorio a partire dai quartieri più degradati. Catania è un esempio di questo percorso, favorito, alimentato e protetto dalle politiche del centro-destra e dall’omofobia della Chiesa cattolica, sempre così pronta a stigmatizzare i comportamenti diversi. La legittimazione delle formazioni neofasciste e neonaziste, evidente anche nell’autorizzazione data al corteo squadrista di Fiamma tricolore a Milano l’11 marzo, sta alla radice di questa vergognosa vicenda che ha visto per la prima volta un GLBT Pride bloccato in maniera così esplicita e violenta. Siamo fortemente preoccupat* per la crescente agibilità politica data a questi gruppi di picchiatori, che mettono in pericolo l’incolumità fisica di compagne e compagni, di lesbiche, gay, trans- e migranti. Per questo, chiediamo lo scioglimento di Forza Nuova e la chiusura di tutte le sue sedi sul territorio nazionale, e seguiremo tutte le vie necessarie per questo scopo. Lo dobbiamo alle migliaia di gay lesbiche e trans passati attraverso il camino dei campi di concentramento nazi-fascisti, la cui memoria ci aiuta nella nostra pratica politica. A tutt* loro era dedicata una targa da noi apposta il 25 aprile 2005 in un luogo che era punto di incontro delle persone omosessuali di quegli anni, targa divelta da ignoti: la rimetteremo. Crediamo inoltre che sia arrivato il momento di dare una risposta forte, di affermare e praticare l’antifascismo come valore irrinunciabile e prioritario anche per gay lesbiche bisessuali trans-. Per questo dall’Open Mind lanciamo la proposta di una grande manifestazione nazionale antifascista da tenersi a Catania il 16 settembre 2006 e rivolgiamo il nostro appello alla comunità GLBT, alle donne e agli uomini che credono in un mondo altro, ai centri sociali, alle associazioni, partiti e sindacati e a tutt* coloro che nell’antifascismo riconoscono una parte irrinunciabile di sé, la migliore. La storia ci chiama tutt* a scrivere le pagine più belle di questa terra. Catania, 3 luglio 2006
Per adesioni alla manifestazione: opencatania@tiscali.it OPEN MIND, Centro di iniziativa Gay Lesbica Bisessuale Trans-
Via Gargano 33, 95129 - Catania
Comunicato stampa
C. Ricci - 6 Luglio 2006
Carissimi, aderisco alla vostra manifestazione e nel farlo esprimo la mia personale, crescente preoccupazione per il clima omofobico e razzista che, in una colpevole indifferenza della società civile di cui il movimento LGBT* dovrebbe far parte, si esplicita attraverso le organizzazioni neofasciste le quali sono, è bene ricordarlo e sottolinearlo senza stancarsi, anticostituzionali. Come persona, cittadina, antifascista e lesbica, auspico che il nuovo governo finalmente la smetta di far finta che la XII° disposizione transitoria della Costituzione Italiana non esista e, anche recependo la risoluzione del Parlamento europeo del 14 Giugno scorso, vari ed esiga l'intransigente applicazione di nuove norme legislative contro Forza Nuova, ogni organizzazione ed ogni persona che compia azioni lesive dettate da razzismo, xenofobia, antisemitismo, omo/lesbo e transfobia. Credo fermamente che chiunque abbia a cuore non solo i propri interessi personali e corporativi ma anche quelli del nostro paese (di cui la comunità LGBT* è parte lesa insieme alle altre minoranze etniche, culturali, politiche e religiose), la democrazia, la libertà, la giustizia, il diritto, non possa e non debba più esimersi dal prendere una posizione netta e inequivocabile, antifascista, attiva, propositiva e visibile, contro qualsiasi forma di discriminazione e privilegio. Se i leaders delle associazioni che dicono di rappresentarci e i loro acritici o rassegnati sostenitori, non vogliono o non sono capaci d'impegnarsi in altro che non siano i PACS (avvallare l'obbrobriosa forma programmata dal centro-sinistra non servirà a nulla ed anzi, costituirà un pericoloso precedente ulteriormente discriminante attraverso il quale potranno tapparci la bocca: volevate i PACS, eccoli - cos'altro pretendete?), dobbiamo trovare il modo di organizzarci, unire le nostre voci per far capire al Governo e agli italiani che non vi è sicurezza e libertà per nessuno là dove la sicurezza e le libertà non sono garantite a tutti, che in uno stato civile, laico e democratico, ad ogni persona devono essere garantiti pari diritti ed opportunità, senza alcun distinguo, che la lotta contro il nazifascismo, il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, il sessismo, la omo/lesbo e transfobia, sono una priorità, una condizione essenziale e irrinunciabile verso cui non si possono avere tentennamenti, atteggiamenti ambigui, altalenanti o astensionistici. Il peso reale, le capacità e lo spessore politico del movimento LGBT* italiano, a partire dalla base che deve alzare la testa ed emanciparsi, rendersi autonoma e propositiva, si gioca e misura su questo. Se non saremo capaci di creare un'alternativa a chi si è preso il diritto di rappresentarci poco e male, finiremo per fare il gioco di chi, a sinistra, al centro, a destra e fra i cattolici integralisti, vuol ricacciarci nel ghetto. Solo noi possiamo impedirlo. Cinzia Ricci
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