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Qualcuno
forse sa che a
Lucca è in corso da qualche mese un’escalation di eventi
che sarebbe da incoscienti minimizzare: minacce, vandalismi e aggressioni
a danno dei gay e delle lesbiche locali e dei loro amici, ad esempio,
Forza Nuova che qui ha il suo quartier generale e gode della storica protezione
delle istituzioni, un’amministrazione che più di destra non
si può, eletta da una maggioranza schiacciante che gli ha dato
il voto non per reazione ma per convinta adesione ideale, lo strapotere
della curia e dei suoi scagnozzi tutti rosario, anatemi, dogmi e vergate…
La
nascita (ma soprattutto l’attivismo) dell’associazione “L’Altro
Volto” ha fatto scoppiare il bubbone, così scopriamo grazie
alle inchieste e ai sondaggi (chi casca dalle nuvole o ha le fette di
prosciutto sugli occhi o è in malafede) che i lucchesi non sono
razzisti, non sono intolleranti, ma i gay no, quelli proprio no, fuori
dal patrio suolo, fuori dalle balle che poi come glielo spiegano ai
loro pargoletti in camicia nera quando tornano dal catechismo che a
Lucca i finocchi parlano, respirano, desiderano - esistono?
Già…
Qual
è la risposta? Ecco qualche nefandissima chicca (si passi l’opinione
personale, please), tanto per gradire…
La
candidatura di Lucca per ospitare la giornata conclusiva del Gay Pride
nazionale è stata bocciata. Il comitato organizzatore ha votato
a maggioranza Grosseto per i seguenti motivi:
1) perché è turisticamente più ricettiva (su questo
non c’è alcun dubbio);
2) perché la comunità GLBTT locale non ha luoghi di ritrovo
(discoteche, bar, ecc. - accidenti che motivone!);
3) perché gli omosessuali grossetani hanno problemi di visibilità (qualcuno vuol dirmi, per cortesia, chi non ne ha?).
Naturalmente
ci sono state altre ragioni più o meno scontate (e sottaciute)
che non hanno favorito la candidatura lucchese, come, ad esempio, che
l’Associazione “L’Altro Volto”, essendo relativamente
giovane e non affiliata ad organizzazioni nazionali di rilievo, non
ha potuto contare su pregressi e consolidati legami politici o amicali.
La vicinanza territoriale con Torre
del Lago (la mecca del turismo estivo gay toscano) ed altri
locali “friendly”, poi, deve averla fatta apparire agli
occhi dei più sprovveduti o disinformati, come il paese del bengodi,
un luogo tutto sommato vivibile... Questi, più di altri, sono
i criteri che a mio parere, alla fine hanno prevalso - un tantino deludenti.
“Il
silenzio è connivenza” - con questo slogan accompagnammo
la manifestazione del 6 settembre scorso organizzata per rispondere
agli atti d’intimidazione e violenza che la comunità GLBTT
locale ha subito e subisce più che altrove, in Toscana.
Fa
un certo effetto
constatare che a nulla è servito sensibilizzare il movimento
GLBTT toscano e nazionale. Il silenzio non è solo intorno ma
anche fra noi, ci circonda e ammorba, siede al nostro fianco, si finge
amico, nega l’evidenza e la sua gravità.
Il
Gay Pride del 2000 ha segnato una svolta sul modo di intendere e fare
politica del movimento, più attento e propositivo, più
visibile, responsabile e più utile, forse, almeno nelle intenzioni.
Da allora la scelta fra le candidature per ospitarlo ha privilegiato
le realtà maggiormente sofferenti, gravemente caratterizzate
da episodi d’intolleranza e discriminazione, bisognose quindi
di segnali forti e autorevoli, di appoggio e partecipazione, sostegno
da parte della comunità GLBTT nazionale. Un monito alla cittadinanza
e agli amministratori locali affinché si schierino contro ogni
forma di discriminazione, li spinga ad affermare la cultura del rispetto,
pari diritti e opportunità, e insieme un atto di solidarietà
e presenza doveroso e rassicurante verso quei cittadini (gay ma non
solo) che vivono sulla loro pelle minacce e violenze, pagano il prezzo
più alto sull’altare della visibilità e dell’impegno
attivo, quotidiano.
Prima
Padova, poi Bari – perché, a parte le risibili motivazioni
addotte, adesso non Lucca?
Forse
che qui gli squadristi di Forza Nuova se picchiano un gay colpevole
solo di aver sorretto uno striscione lo fanno senza far male? Se spaccano
la vetrina di un libraio reo di aver dato ospitalità per la presentazione
di un libro contro l’omofobia, poi gliela ripagano e si scusano?
Se accerchiano una coppia di giovani lesbiche, in pieno giorno, in mezzo
alla gente, e le minacciano, insultano, è perché sono
solo bravi ragazzi un po’ annoiati ai quali si può perdonare
l’eccesso di testosterone?
Non
sono questi motivi più che validi per non porsi nemmeno il problema
di una candidatura? Le dichiarazioni seguite ad un progressivo innalzamento
della tensione e sfociate in atti di violenza inequivocabili, non andavano
in questa direzione?
Cos’è
cambiato nel frattempo? Perché? Non sarebbe stato meglio, e più
coerente, far svolgere il Gay Pride nazionale in un luogo che si misura
quotidianamente con le scritte omofobe, le minacce, le aggressioni,
amministrazioni ostili che finanziano, appoggiano o tollerano gruppi
neo-nazisti i quali, forti di questo e del silenzio/assenso che ammorba
la vita civile nel nostro paese, possono sfilare indisturbati in nome
e per conto della loro falsa democrazia, organizzare una manifestazione
nazionale senza che la comunità GLBTT prenda una posizione netta
e inequivocabile, incondizionata, dimostri una presenza che va oltre
le parole di circostanza, le convenienze?
Domande
retoriche, lo so.
Pieghevole
distribuito fuori Lucca
Pieghevole
distribuito a Lucca |
A
Lucca si è da poco inaugurata la discoteca Gay più grande
d’Itaglia (l’errore ortografico non è una svista) che
ha fatto due pubblicità, una per l’estero (fuori provincia)
nella quale lo sbandierava fieramente, ed una distribuita in città
nella quale lo ometteva cautamente (oh bravi, via…), ma come spesso
succede ai segreti di pulcinella, prima sono seguiti sbugiardamenti cosmici
così è deflagrato il caso e giù a far dichiarazioni,
strumentalizzare a fini politici e commerciali l’inatteso evento:
tutti a ricordarsi che solo due mesi fa uno sfigato (di destra!) è
stato mandato all’ospedale solo perché sorreggeva lo striscione
dei finocchi alla manifestazione del 6 settembre, tutti lì a rivendicare
la paternità della beddissima pensata o a sostenerla (persino alcuni
rappresentanti delle organizzazioni GLBTT più titolate che gli
si torgono le budella perché la concorrenza è sempre sleale
se non è roba loro!), in una sarabanda di esternazioni e interviste,
fra indigeni che minacciano di cambiar casa se i finocchi varcheranno
il confine, giornalisti che non fanno domande per telefono perché
hanno intorno minori (sic!), fotografi che si intrufolano di nascosto
in discoteca per rubare immagini di quello che probabilmente pensano sia
uno scannatoio…
Poi,
hanno cominciato a piovere telefonate anonime ai gestori della discoteca,
scritte sui muri contro i “froci” rei di mostrarsi senza
vergogna e di pretendere una vita “normale” (ancora...),
volantini deliranti dei soliti Forzanovisti che possono tappezzarci
la città e distribuirli impunemente incentivando l’odio
e i preconcetti, esternazioni non meno offensive e pericolose dei politici
locali che li avvallano, raccolte di firme per far chiudere il locale,
minacce e pestaggi (non denunciati perché chi li ha subiti non
può esporsi pubblicamente) da parte dei competitori commerciali
in una guerra fratricida combattuta senza esclusione di colpi per impedire
al concorrente di portare a casa la pagnotta...
Vergogna,
vergognatevi tutti!
Se
qualcuno si sta chiedendo che ruolo ha avuto ed ha in tutto questo “L’Altro
Volto”, gli rispondo subito: nessuno e nessuno infatti
ci ha interpellati perché, ma occorre ancora dirlo?, a Lucca
i gay continuano a non esistere – non devono esistere per gli
autoctoni e non contano per gli altri, ma quel che è peggio è
il loro (nostro?) atteggiamento: allegra sottovalutazione? Mi pare un
eufemismo...
M’incazzo,
sì, perché, manco fossi l’unica che qua ci vive,
fatico (e il più delle volte non riesco) a far capire in che
razza di girone dantesco stiamo sguazzando. No, non c’è
proprio nulla di cui andar fieri, proprio nulla che possa ragionevolmente
accontentarci. Non me ne frega niente che apra la “DiscoGay più
grande d’Italia” a tre chilometri dall’arborato cerchio,
non me ne frega niente che arrivino da chissà dove, organizzati
da chissà chi, pulman carichi di finocchie che poi se ne torneranno
al calduccio nelle loro rassicuranti e tolleranti cittadine (ma dove?!),
non mi da alcuna soddisfazione pensare che la comunità (???)
gay e lesbica locale, incrollabilmente velata, eternamente disimpegnata,
disinteressata, potrà magari, per una volta, risparmiarsi la
trasferta Lucca/Torre del Lago & C. - mi chiedo dove cazzo è
la comunità gay/lesbica locale quando presentiamo i libri, facciamo
le rassegne cinematografiche, subiamo le aggressioni, mostriamo la nostra
faccia, ci firmiamo nome e cognome, parliamo dal palco e poi ci muoviamo
in gruppo per sicurezza, partecipiamo alle riunioni del comitato organizzatore
del Gay Pride e scopriamo moderatamente indigniandoci che Lucca è
“fortunata” perché ha vicino la Babilonia ArciGay-turistico-commercial-marinaresca
toscana e quindi “che ce lo facciamo a fare il Pride lì”…
Sì, m’incazzo – ferocemente. È la mia intelligenza
che si ribella, che ne esce offesa e sconfitta, più sola e isolata
che mai.
Da
mesi chiediamo un incontro con il Sindaco, ma figuriamoci se lui ha
tempo da perdere (sapesse noi, caro Fazzi, che nemmeno siamo pagati
per fare di questa città un posto decente dove non solo i suoi
figli possano sentirsi al sicuro, cittadini di seria “A”),
da mesi mandiamo comunicati stampa alle redazioni dei quotidiani per
pubblicizzare le iniziative culturali (mica feste modaiole o
scollacciate) e dobbiamo sentirci onorati se ci degnano d’un trafiletto
strimizzito in fondo all’ultima pagina, da mesi cerchiamo di organizzare
una rassegna di film Gay e Lesbici adeguata (prime visioni in una sala
cinematografica all’altezza dell’evento) ma non possiamo
farla liberamente perché: 1) occorre appoggiarsi ai circolini
che gesticono le sale e le programmazioni d’essai; 2) le pellicole
devono passare il loro vaglio censorio perché mica possono fidarsi,
chissà che razza di porcherie producono i gay e poi chissà
quali oscenità saremmo capaci di proporre al verginale pubblico
lucchese (ma fateci il piacere)! Ed ora, combattuti fra il desiderio
(dovere) di difendere il primo locale pubblico di Lucca nato per accogliere
senza pregiudiziali anche la popolazione eterosessuale (!) e la volontà
(diritto) di non farci coinvolgere in una guerra fra gay per il dominio
del mercato di settore, assistiamo a quest’impazzimento generale
senza poter rispondere come sappiamo (con i contenuti, la qualità,
il senso di responsabilità, la disponibilità al dialogo
e alla partecipazione, la consapevolezza e la moderazione che ci distinguono)
e del quale fanno le spese tutti, gay, friendly o meno che siano. Perché
è il pluralismo, la libertà, la convivenza civile, la
cultura del rispetto a risentirne, non una parte a s/vantaggio di un’altra…
chi stenta a capirlo, o gioca sporco o ha l’intelligenza di un
calamaro.
Ognuno
faccia i conti con la sua coscienza – se ce l’ha, se ne
ha il tempo e la voglia.
Io
continuo a portarmi cucito sul cuore, con fierezza, il mio triangolo
rosa - dall’alto della mia condizione, continuo a guardare l’altro
volto dell’indifferenza, a qualsiasi categoria o ideologia appartenga,
rifiutando con tutte le mie forze di farne parte.
Elenco
parziale delle aggressioni aggiornato al 2003
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•
In concomitanza con la nascita dell’associazione “Altro
Volto – Lucca Gay e Lesbica” due studentesse che vi partecipano
sono circondate da un gruppo di noti simpatizzanti di Forza Nuova, in
pieno centro, di giorno. Vengono spintonate e fatte oggetto di insulti
pesantissimi e minacciate.
•
Novembre 2002: il comune autorizza in piazza San Frediano un’iniziativa
di Forza Nuova sul tema dell’immigrazione in seguito alla quale
i muri della città sono imbrattati con scritte xenofobe e inneggianti
al fascismo.
• Contestualmente, in Via Beccheria
accanto alla vetrina di un negozio, compaiono la scritta “Gay raus”,
preceduta dal cognome del titolare dell’esercizio e una croce celtica.
Poco dopo il negozio chiude.
•
Gennaio 2003: Il nostro gruppo partecipa ad un’assemblea
organizzata dagli studenti del liceo classico in autogestione. Vicino
al portone d’ingresso dell’istituto compare la scritta “Froci
razza inferiore”.
•
30 giugno 2003: sulla vetrina della libreria Baroni, dove si
era tenuta la presentazione di un libro organizzata dalla nostra associazione,
vengono dipinte con lo spray una croce celtica e la scritta “Gay
raus”.
•
27 agosto 2003: “ignoti” (a volto coperto, con
spranghe) sfondano la vetrina della libreria Baroni dopo aver disegnato
su di essa una croce celtica.
•
La stessa notte, “ignoti” lanciano sassi contro
la porta d’ingresso del locale “After Dark”, “colpevole”
di essere un “covo” di omosessuali e lesbiche.
•
6 settembre 2003: organizziamo una manifestazione contro l’omofobia
e l’intolleranza organizzata.
•
Ottobre 2003: un giovane (simpatizzante del centro-destra)
che aveva partecipato spontaneamente al corteo del 6 Settembre, è
aggredito e picchiato da un gruppo di “ignoti” a volto coperto,
nel centro di Lucca. Il motivo? Aver sorretto lo striscione dell’Associazione.
•
Oltre a questi episodi che riguardano direttamente la comunità
GLBTT locale, è opportuno ricordarne anche altri piuttosto significativi:
-
21 Aprile 2002: il segretario della Sinistra Giovanile viene aggredito
da estremisti di destra (tra i quali il segretario lucchese di Forza Nuova)
mentre è impegnato in un volantinaggio.
-
4 Aprile 2003: i muri della sede lucchese della Cgil sono riempiti di
manifesti inneggianti al fascismo. Negli stessi giorni viene danneggiata
la moschea di Lucca e sulla porta del Museo Storico della Resistenza viene
dipinta una croce celtica.
-
11 aprile 2003: Don Vitaliano Della Sala, presente a Lucca per un’iniziativa,
mentre è a cena in un ristorante viene offeso e minacciato da un
giovane che dichiara di appartenere a Forza Nuova.
-
24 luglio 2003: provocazioni di stampo fascista alla festa di Liberazione
a Montecarlo. Prima una lettera d’insulti e minacce, poi, sul cartellone
posizionato all’ingresso dell’area dove si svolge l’iniziativa,
viene disegnata una croce celtica con tanto di firma: Forza Nuova. Infine,
sulle locandine stradali con le indicazioni per raggiungere la festa,
compaiono croci uncinate disegnate con lo spray.
-
2 settembre 2003: viene ritrovato nei pressi di Sant’Anna un volantino
a firma “Skinheads Lucca” dove si incita all’odio contro
i Rom.
•
Dal documento scaturito in seguito alla seduta del Consiglio
Comunale svoltasi l’8 settembre 2003:
“Considerata
l’opportunità di fornire osservazioni e proposte alla Commissione
statuto della Regione Toscana nella fase provinciale delle consultazioni
in riferimento all’approvazione dello Statuto Regionale. Considerate
le profonde radici cristiane della comunità lucchese e la necessità
che venga tutelato e valorizzato il ruolo della famiglia
CHIEDE
Che
la formulazione dell’art. 4 dello statuto contenente le finalità
principali sia quella contenuta nell’ipotesi B, e cioè che
tra le finalità prioritarie di governo oltre che al diritto alla
vita e alla maternità, vi sia la tutela e la valorizzazione della
famiglia tradizionale con la esclusione del riconoscimento delle diverse
forme di convivenza familiare.”
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