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Aggiornato
Venerdì 21-Dic-2012
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A.D.
MMIII, 27 settembre. Sembrava il remake di un film già visto, privato
però dei colori, di quella voglia di festa che sempre contagia
chi partecipa ad una sfilata GLBTT. D’altronde la tensione si toccava
con mano, vi era preoccupazione per quello che avrebbe dovuto essere il
raduno nazionale dei nostalgici dell’italico nazi-fascismo.
“Fuori il fascismo dalla storia”, questo il titolo della manifestazione alla quale hanno aderito tutte le organizzazioni politiche e sindacali del centro-sinistra insieme ad alcune associazioni Gay e Lesbiche non solo Toscane. Significativamente assenti le altre, istituzioni del centro-destra in primis, nonostante i distinguo più o meno stiracchiati dell’ultima ora. Gli organizzatori parlavano di 5000 presenze, ma chi ha partecipato alla manifestazione del 6 Settembre scorso (quella indetta contro gli atti vandalici subiti dalla libreria Baroni, colpevole di aver ospitato la presentazione di due libri omosessuali), non ne ha contati più di 2000. Peccato. Peccato soprattutto perché molti fra coloro che avrebbero dovuto essere presenti, o se ne sono stati a casa, o hanno colto l’occasione per andarsene a fare una simpatica gitarella fuori città, o hanno preferito comportarsi esattamente come il Sindaco Fazzi che, dopo aver nei giorni scorsi riempito a spese del contribuente la città di cartelloni nei quali afferma che Lucca non è intollerante (propaganda in puro stile Berlusconiano che aveva lo scopo di giustificare l’autorizzazione concessa a Forza Nuova di tenere perlomeno il comizio), si è fatto vedere in pubblico, tranquillamente a passeggio, sottintendendo con ciò che se ne frega di quello che accade nel suo piccolo feudo e non lo riguarda direttamente: problema di chi mena e chi le busca, certamente non suo - lui è democratico e super-partes, difatti a lui non glielo imbrattano il portone con le svastiche, e nemmeno lo tonfano se lo trovano in giro… Contestualmente, fuori città, fra ordini e contrordini del leader nazionale di FN, Fiore, andava in scena un giorno di ordinaria follia schizoide: quella dei “forzanovisti” (il comizio è sospeso perché c’è troppa polizia, anzi no, si fa, anzi no, conferenza stampa, anzi no, picchia la vecchia che passa cantando “Bella ciao”, anzi no, torneremo e vi si fa un culo così…) e quella dei tutori dell’ordine che se vedono nero tutto fanno tranne che tirar fuori il manganello, diventano agnellini mansueti e ragionevoli - così, se da una parte si permetteva ad un improvvisato e non autorizzato corteo nazi-fascista di bloccare il traffico per ore tenendo in ostaggio centinaia di cittadini ignari e spaventati, dall’altro si caricavano una trentina giovani sciocchini che avevano una gran voglia di farsi bastonare inutilmente dagli uni e dagli altri, e poi, a festa finita, decidevano di fare un sit-in davanti alla stazione. Io, che avevo parlato dal palco ed avevo alla stazione l’unico mezzo per tornarmene a casa, ho temuto di dover chiedere asilo politico al Sindaco visto che la città era, almeno in quella zona, off-limits. Che brutta immagine ha dato di sé Lucca e la sua amministrazione ai molti visitatori che affollano la città in questi giorni, ai molti cittadini che pur non avendo particolari simpatie per il centro-sinistra, omosessuali compresi anche se simpatizzanti del centro-destra, tutto vogliono tranne che trovarsi in casa un branco di deliranti ultras del nazi-fascismo più agguerrito e incontrollabile. Ormai a Lucca le aggressioni e i vandalismi non si contano più. È un’escalation che colpisce chiunque si esponga, simpatizzi o non si schieri (aderisca) apertamente o segretamente alle frange estreme dell’ideologia di destra. Parlare di vergogna è riduttivo. L’indignazione da sola non basta e chi fra le organizzazioni GLBTT non ha aderito alla manifestazione, o lo ha fatto formalmente peraltro prendendo le distanze da certi toni un po’ troppo politicizzati (a sinistra), dimostra di non aver capito nulla. E siamo al problema che affligge il movimento: possono i gay, le lebiche, i/le trans, occuparsi solo dell’orticello loro, fingendosi fuori da tutto il resto, come se vivessero su un altro pianeta, credendo che gli squadristi avranno un occhio di riguardo verso chi non avrà alzato la voce o si sarà in vario modo genuflesso di fronte ai gerarchi? Sì, possono, visto che almeno dell’associazione “Altro volto – Lucca Gay e Lesbica”, in nome della quale ho parlato non senza che mi si torcessero le budella, eravamo solo in due. E ancor di più di mi si attorcigliano adesso, ora che a posteriori ricordo la reazione della platea quando ho preso la parola, l’attenzione con la quale sono stata ascoltata, gli applausi a scena aperta, poi le strette di mano, sincere, le parole di apprezzamento e incoraggiamento. Non conoscevo quasi nessuno e quasi nessuno conosceva me. Non ero fra amici e fans. Di fronte a me c’erano 2000 persone che, non meno di chi non c’era, non conoscono il mondo omosessuale e lo temono proprio per questo, persone normali come lo sono io che hanno ascoltato e capito, si sono avvicinate, hanno scoperto che anche i gay e le lesbiche hanno un cuore e un cervello, che si può dialogare, alla pari, ci si può confrontare, che abbiamo in comune molte più cose di quanto ci piaccia ammettere… Occorre costruire un ponte che ci metta in comunicazione, ma se non ci si espone, se non ci s’impegna, se non si è disposti ad unire la nostra voce a quella degli altri su qualsiasi argomento, non solo su quelli che ci toccano da vicino, che ci premono come categoria (o casta?), quel ponte rimarrà un progetto che in realtà nessuno vuol veder realizzato. Sino a pochi minuti prima di salire sul palco non sapevo se avrei parlato. Io e Massimo, il co-autore del discorso, ci siamo lungamente interrogati se valesse la pena spendere la propria faccia per un movimento che in realtà non c’è, o c’è soltanto quando si tratta di far festa, salotto, protetti dagli amici. Ad un certo punto ho deciso che avrei parlato, per me, per lui, per la mia compagna, per le donne di “Borderline”, per tutti coloro che vivono davvero nell’ombra, nella vergogna e nella paura 365 giorni l’anno, non solo quando gli pare o gli conviene. Oggi, guardando la rosa che mi è stata regalata dopo il mio intervento, so di aver fatto la cosa giusta.
Oggi anche i gay e le lesbiche lucchesi, dopo la grande manifestazione contro l’intolleranza, l’omofobia e il razzismo organizzata il 6 settembre scorso dall’associazione “L’altro volto/Lucca gay e lesbica” e da “Arcigay Toscana”, sono di nuovo in piazza. Ancora una volta respingiamo i tentativi di chi vorrebbe con le scritte “gay rauss”, le svastiche e gli assalti alla libreria Baroni, colpevole di avere ospitato una nostra iniziativa, intimorirci, ricacciarci nell’ombra, di chi ci vorrebbe silenziosi e conniventi, beoti. Siamo su questo palco soprattutto a nome di coloro che vivono ancora nella paura e nella vergogna – la nostra è una voce sola: BASTA! Basta con l’ipocrisia, le menzogne, il silenzio! Noi, che siamo stati deportati nei campi di concentramento nazisti e che, come ha avuto modo di dire il presidente del Consiglio, siamo stati mandati “in vacanza” al confino durante il fascismo, siamo qui per mantenere vivo il ricordo di quegli avvenimenti, affinché nessuno possa negare l’evidenza, riscrivere quel capitolo tristissimo e nerissimo della nostra storia... È anche per questo, per non dimenticare e insieme invitare ad una riflessione più profonda e consapevole sui guasti del razzismo e dell’ideologia fascista, che nelle prossime settimane abbiamo in programma la presentazione del libro “LE RAGIONI DI UN SILENZIO” e la proiezione del film “UNA GIORNATA PARTICOLARE” di Ettore Scola. A chi cerca di ricacciarci nel ghetto, rispondiamo con la cultura e l’orgoglio: l’orgoglio di chi ha varcato quel cono d’ombra e non è disposto a tornare indietro! Il fascismo non è solo il saluto romano, una bandiera con la croce celtica, gli apparentemente innocui e puerili proclami antiaboristi, in difesa della famiglia tradizionale e della razza. Il fascismo è disprezzo degli altri, è discriminazione! E’ classificare ed isolare le persone a causa delle loro scelte sessuali, delle loro opinioni, della loro fede religiosa, della loro etnia, del loro ceto sociale – è il tentativo di fondare una società sui privilegi, è negare il diritto all’esistenza dell’altro, negargli pari opportunità, sicurezza, cittadinanza. Poche sere fa, in una via del centro, tre degni eredi di questa ideologia malata hanno aggredito un ragazzo perché colpevole di aver “portato lo striscione al corteo dei froci”. Chiunque ha a cuore la propria libertà, i propri diritti, ha il dovere di unire la sua voce alla nostra! Di opporsi con tutte le sue forze a qualsiasi tentativo di prevaricazione! Le istituzioni e le forze dell’ordine hanno il dovere di proteggere chi ha dato loro il mandato di rappresentarli, hanno il dovere ineludibile di garantire che vi sia rispetto, sicurezza e democrazia - e lo devono fare prima di tutto impedendo che il seme della follia fascista ed omofoba alligni nella società civile, trovi spazio ed humus per rigenerarsi e affermarsi soprattutto fra i giovani. Tutti dobbiamo impegnarci per abbattere i muri, sfatare quei pregiudizi e luoghi comuni dannosi non solo per i gay e le lesbiche. Nessuno è fuori pericolo quando è l’ignoranza più reazionaria e integralista a vincere! Per questo torneremo nelle scuole della provincia di Lucca per incontrare gli studenti, dialogare e confrontarci con loro. Per questo rilanceremo nei prossimi mesi la raccolta di firme a favore dei Pacs (il patto civile di solidarietà già sperimentato con successo in Francia): uno strumento che, se recepito, modificherebbe positivamente l’ordinamento giuridico del nostro paese, introducendo il riconoscimento degli stessi diritti e doveri ad ogni coppia, senza discriminazioni. La lotta ai vecchi e ai nuovi fascismi si fa costruendo un altro tipo di società, più evoluta, rispettosa, consapevole. Una società dove le diversità siano considerate una ricchezza, non un pericolo dal quale difendersi anche a costo di limitare la propria libertà, compromettere il proprio futuro. Oggi, parlando da questo palco, i gay e le lesbiche lucchesi contribuiscono alla costruzione di questa nuova società. Chiediamo alle istituzioni di sostenerci, di non legittimare le organizzazioni dichiaratamente omofobe, razziste e fasciste concedendo loro spazi, finanziamenti e patrocini – “Forza Nuova” è una di queste, caro signor Sindaco, caro signor Questore! Non si possono tenere i piedi in due staffe: o si sta dalla parte della Costituzione Italiana (che, con la XII° disposizione transitoria, vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista e quindi, implicitamente, condanna l’apologia del fascismo) o si sta con chi vuol fare carta straccia della nostra storia, della tolleranza, della democrazia, di tutto quello per cui tanti uomini e donne innocenti sono morti in questo paese – con buona pace di Silvio Berlusconi e del suo squallido umorismo. Forse la Resistenza ricomincia adesso; la Resistenza contro l’oblio, contro quel revisionismo strumentale che con la storiografia non ha niente a che fare, che offende la memoria, l’intelligenza e il buon senso di tanti cittadini onesti e giusti. Prepariamoci dunque a resistere con le armi della cultura, della documentazione e della rigorosa ricostruzione storica, facciamoli i conti con il nostro passato, facciamoli una volta per tutte e ricacciamo i fascisti nel loro inferno! Facciamo in modo che chi ci minaccia, chi vorrebbe mandarci in vacanza al confino o peggio, vorrebbe vederci morti e sepolti, chi disegna croci sulle vetrine delle librerie, non trovi a Lucca né simpatia, né tolleranza. Insieme possiamo farcela – dobbiamo farcela! Massimiliano Piagentini e Cinzia Ricci
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