Riordinando
i documenti che compongono questa sezione, per caso ho rivisto
in sequenza prima la foto di Bella Martinez,
transessuale ventiquattrenne morta assassinata a Los Angeles,
e poi quella di Fanny Ann Eddy, attivista lesbica
madre di un bambino morta l’anno scorso, anch’essa
brutalmente assassinata.
Come
sempre ho cercato nello sguardo la vita, nei tratti somatici la
storia – e sono precipitata in un abisso disperante. Furono
persone che amarono, soffrirono, risero. Sognarono e lottarono
per un mondo libero nel quale ogni persona abbia il diritto di
vivere, libera - e per questo morirono. Assassinate. Perché
la smettessero di ricordarci quanto stupidamente conduciamo le
nostre esistenze, in quante anguste galere le costringiamo trascinandoci
appresso fantasmi, consanguinei e simili, di quali feroci indifferenze
e violenze siamo capaci – pur di non vedere, continuare
a non capire, crederci superiori anche a costo della vita degli
altri, spesso sulla loro pelle, dimentichi che non c’è
libertà per nessuno là dove la libertà non
è di tutti.
Di
queste donne belle e rare, mai più respiri, parole, odori.
Solo fotografie e parole - scritte. Grida di dolore - inascoltate,
solitarie. E orgoglio, bellezza, dignità.
Giustizia,
verità, amore - ogni anima oltraggiata non chiede che questo,
e per questo vive, paga, troppo spesso muore a causa dell’odio
e del disprezzo, in un silenzio che espone e rende complici.
Idealmente
stringo e fortemente amo chi getta il suo corpo nella lotta anche
a costo di perderlo – perché la vita di un essere
umano nulla vale e a nulla serve se è acritica, asservita
sopravvivenza senza consapevolezza, generosità, partecipazione.
Madrid.
Una funzionaria del consolato italiano a Madrid si rifiuta
di rilasciare i certificati di residenza, stato civile e
nascita a Roberto Solone Boccardi, che intende sposarsi
in Spagna con il suo compagno. Tali documenti sono comunemente
rilasciati ai cittadini italiani che ne facciano richiesta,
gay o etero che siano. La funzionaria si è giustificata
dichiarando che data l'impossibilità del riconoscimento
legale delle nozze gay in Italia, non avrebbe emesso alcun
documento, quindi ha invitato Boccardi a procurarsi da solo
e in altro modo i certificati.
GIUGNO 2006
Italia.
Sono circa 200.000 i bambini figli di coppie omosessuali.
Figli di "nessuno", nati con fecondazione assistita,
donatori spontanei (amici della coppia, magari altra coppia
di sesso opposto) o con la gravidanza di sostituzione (in
Italia molto rara), che subiscono le maggiori discriminazioni
sociali. Per lo Stato non hanno alcuno status: figli di
madre biologica ma non della compagna, figli del padre che
ha donato il seme, o di chi lo ha riconosciuto ma non del
suo partner. Rimangono orfani se perdono il genitore che
li ha riconosciuti, non sono titolari dell'eredità
legale e se citati nel testamento del partner del genitore
di "riferimento" possono essere facilmente lasciati
fuori. Diventano "merce di scambio" nei litigi
di separazione, sia fra coppie etero nelle quali uno dei
due si scopre omosessuale, sia in coppie gay che si separano.
A scattare la fotografia di questo mini-esercito è
l'associazione famiglie Arcobaleno.
Da
un trafiletto di “Gaynews.it”, 23 giugno 2006.
GIUGNO
2006
Fontanaviva
(Padova). Lungo le rive del fiume Brenta, in piena
notte, in una zona notoriamente frequentata da omosessuali,
un 50enne è picchiato selvaggiamente e poi derubano.
GIUGNO
2006
Italia.
Prosegue indisturbata, senza che nessuno se ne preoccupi,
la crociata moralizzatrice degli omofobi censori italiani.
Questa volta, a farne le spese è l'intenso film di
Francois Ozon, "Il tempo che resta", presentato
a Cannes. Uscito in Francia senza alcun divieto, in Italia
sarà vietato ai minori di 18 anni a causa di una
scena di sesso fra uomini ripresa nella penombra.
9 GIUGNO 2006
Trento.
Presso il circolo trentino “Perlasca” di Alleanza
Nazionale, si tiene la conferenza pubblica “Pedofilia,
pericolo attuale”, relatori il presidente del circolo
ospitante Vittorio Bertolin, il professor Walter Salin e
lo psichiatra Eraldo Mancioppi. I tre fanno a gara a chi
le spara più grosse contro l’omosessualità,
ma quello che ne paga le conseguenze è il “povero”
Mancioppi che, insieme all’incolpevole Direttore dell’Unità
Operativa 4 in cui presta servizio ed altri, è fatto
oggetto di numerose, variamente indignate mails di protesta…
12
GIUGNO 2006
Lambrate
(Milano). D. R., 19enne lesbica dichiarata, va
a ballare con alcune amiche al QIN Club dove in altre occasioni
il KickOff (gruppo eventi per lesbiche) ha organizzato serate.
Conosce due ragazze e mentre stanno ballando è avvicinata
da un uomo che la importuna. Lei gli dice che non è
interessata e lui comincia a spintonarla definendola «Lesbica
di merda». Intervengono i buttafuori che li accompagnano
fuori dal locale. L’uomo continua ad insultare e la
ragazza si difende come può sin quando intervengono
nuovamente i buttafuori… contro di lei! Botte, calci
al petto, altri insulti, sotto lo sguardo divertito dell’aggressore.
D. R. finisce all’ospedale dolorante e piena di lividi.
Decisa a denunciare il fatto anche sulla stampa, lancia
un appello sul web nel quale chiede il l’interessamento
di Arci Gay e assistenza legale. Ignoriamo se abbia avuto
soddisfazione.
Da
un comunicato diffuso dall’ufficio stampa YAG (associazione
gay università IULM).
13
GIUGNO 2006
Roma.
Sergio Aru Tosio, 39 anni, attore cagliaritano di Sardara
trapiantato nella capitale da diversi anni, muore nel suo
appartamento in cui vive da solo, in una elegante palazzina
di Viale Vaticano. L’uomo è trovato riverso
a terra nella sua camera completamente a soqquadro, in mutande,
legato mani e piedi, presumibilmente strangolato con il
cavo elettrico di un caricabatteria di cellulare. Nessun
segno di effrazione.
14
GIUGNO 2006
STRASBURGO.
Il Parlamento europeo, con 301 voti favorevoli, 161 contrari
e 102 astensioni, ha adottato una risoluzione comune che
condanna fermamente tutte le aggressioni di stampo razzista,
considerando che il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo,
l'omofobia e l'avversione ai Rom, sono fenomeni dalle motivazioni
irrazionali, a volte legati all'emarginazione, all'esclusione
sociale e alla disoccupazione, nonché derivanti dal
rifiuto di concepire la diversità presente nelle
nostre società come una fonte di ricchezza...
17
GIUGNO 2006
Torre
del Lago (Lucca). Sulla spiaggia un ragazzo gay
è aggredito da 3 teste rasate. Per sfuggirgli raggiunge
il “Mamma Mia”, già oggetto di ripetuti
attacchi omofobi e fascisti, dove la violenza degli aggressori
si rivolge anche contro il locale tra insulti e minacce
di morte.
17
GIUGNO 2006
Torino.
16 Giugno 2006. L’anteprima del TG La7 delle ore 20,
alla vigilia del Gay Pride di Torino, lancia il sondaggio
del giorno: “Le manifestazioni dell’orgoglio
omosessuale esagerano in ostentazione e provocazione. Siete
d’accordo?”. L'81% dei telespettatori vota "SI".
Poi, il giorno dopo, un gruppo di militanti di Forza Nuova
al grido “Vergognatevi!” tenta di srotolare
uno striscione e sbarrare la strada al corteo, in via Po.
La Digos e gli agenti della squadra mobile intervengono
prontamente e li allontanano. Poco dopo, tra due terrazzi
di una palazzina che si affaccia su piazza Castello, appare
un manifesto in dialetto piemontese: “non siamo froci".
Quanta sospetta premura di dichiararlo pubblicamente –
scheletri nell’armadio? Il corteo non lo contesta
(forse perché non lo capisce), il pubblico che affolla
i bordi della strada sì, tanto da costringere l’isolato
condomino a levarlo.
18/19
GIUGNO 2006
Torre
del Lago (Lucca). A pochi giorni dalle ennesime
dichiarazioni espresse da alcuni rappresentanti locali contro
la comunità LGBT* che frequenta la spiaggia e i locali
della marina, tre giovani prima si mettono a intonare canzoni
fasciste, poi insultano pesantemente i dipendenti del locale
LGBT* “Mamamia” che lo stanno rigovernando dopo
la chiusura, quindi, allontanati dai buttafuori, tornano
indietro ed uno di essi, A.F, 24enne pisano, si avventa
contro Giampiero
Buttafuoco, il cuoco, spaccandogli la faccia e riempiendolo
di calci.
28
GIUGNO 2006
Catania.
100 appartenenti all'organizzazione Forza Nuova, armati
di spranghe, croci celtiche, svastiche, striscioni omofobi
e bandiere tricolori, bloccano, senza averne diritto e con
l'appoggio della polizia, il corteo del Gay Pride di Catania
per oltre un'ora, impedendo di fatto, il corretto, democratico,
pacifico e lecito svolgimento di una manifestazione regolarmente
autorizzata. 100 camicie nere bastano per fare carta straccia
del codice civile, penale, della costituzione, delle regole
democratiche di quest’Italia da operetta, sempre più
somigliante ad una dittatura sudamericana.
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