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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Ancora una volta una decisione della censura fa discutere. Questa volta a farne le spese è l'intenso film di Francois Ozon, in uscita oggi nelle sale italiane

"L'Unione Sarda", 23 Luglio 2006

 

Ancora una volta una decisione della censura fa discutere. Questa volta a farne le spese è l'intenso film di Francois Ozon, Il tempo che resta, con Jeanne Moreau e Valeria Bruni Tedeschi, in uscita oggi nelle sale italiane dopo essere stato presentato a Cannes. Il film in Francia è uscito senza alcun divieto ma in Italia sarà vietato ai minori di 18 anni. La scena che ha fatto scattare il massimo del divieto sarebbe un rapporto tra due uomini. "Mi aspettavo un divieto ai minori di 14 anni", racconta Vieri Razzini di Teodora Film, che distribuisce il film. "La scena incriminata è in penombra e si intuisce appena. Non si vede assolutamente nulla che possa turbare il pubblico". La censura si accanisce molto spesso sui film d'autore - sostiene Razzini - "e lascia invece passare film commerciali che in altri paesi hanno avuto divieti severi. Un esempio è stato Passion di Mel Gibson, che solo in Italia è uscito per tutti. Ai film d'autore viene negata una parte consistente di ricavi a causa dalle commissioni di censura, severe con i deboli e deboli con i forti. Un esempio di come censura tradizionale e censura di mercato vadano a braccetto, penalizzando al varietà dell'offerta culturale in Italia. Un quadro preoccupante che speriamo il nuovo governo cerchi di cambiare. Concludo aggiungendo che è triste notare l'omofobia delle commissioni"

 

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