Questo piccolo glossario – che
non vuole e non può essere esaustivo - ha lo scopo di aiutarvi
a comprendere il significato di alcuni termini. Alcuni sono quasi sconosciuti.
Altri sono comuni sebbene spesso usati a sproposito.
CULTURA
DELLO STUPRO |
Cultura
dello stupro è un termine usato per denotare una cultura
nella quale lo stupro e altre forme di abuso, coercizione e violenza
sono comuni sebbene nascoste, raramente denunciate, e in cui l’atteggiamento
prevalente tende a minimizzare il fenomeno, colpevolizzare la
vittima, giustificare lo stupratore e proteggerlo, o addirittura
incoraggiare la subordinazione femminile e la violenza. Lo stupro,
in questo contesto, oltre che un’azione punitiva atta a
riaffermare il potere e la capacità di controllo dello
stupratore e della comunità che lo sostiene, ha dunque
una valenza politica più che sessuale in senso stretto.
Sempre in questo contesto, gli atti riconducibili al sessismo
sono considerati inoffensivi, se non proprio legittimi e naturali,
e vengono comunemente usati per avallare le teorie maschiliste
e misogine. |
FALLOCENTRISMO |
Il
termine fallocentrismo definisce i comportamenti, le ideologie
e le culture che rivendicano la centralità della sessualità,
del ruolo e del genere maschile rispetto a quello femminile. |
GENERE |
Il
genere (in inglese “gender”) è un concetto
che rimanda alla costruzione storica delle rappresentazioni sociali
e delle identità maschile e femminile, correlate a modelli
di relazione, ruoli, aspettative, vincoli ed opportunità
diverse. In questa accezione il termine genere si contrappone
a sesso (inglese “sex”), termine che rimanda alla
natura biologica del maschile e del femminile e quindi alla dimensione
corporea. |
LESBISMO |
Il
sostantivo lesbica indica una donna che esprime consapevolmente
la propria affettività nei confronti di altre donne.
Di questo vocabolo, spesso percepito e utilizzato in modo dispregiativo,
le lesbiche si sono riappropriate in termini di rivendicazione
sociale, politica e culturale. |
LGBT* |
Acronimo
che sta per “lesbian, gay, bisexual and transexual”
– l’asterisco sott’intende tutte le altre varianti
possibili di genere, sesso e affettività. |
MACHISMO |
Massima
esteriorizzazione ed esaltazione di quei comportamenti e di quelle
caratteristiche considerate prettamente maschili, distintive del
maschio, relative all’aspetto fisico, alla virilità,
alla forza, alla sua posizione sociale dominante. |
MASCHILISMO |
Il
termine maschilismo definisce i comportamenti (anche femminili),
le ideologie e le culture che essenzialmente rivendicano la centralità
del ruolo e del genere maschile rispetto a quello femminile. Le
teorie maschiliste:
• promuovono e antepongono gli interessi e le istanze degli
uomini;
• giustificano la disuguaglianza tra i sessi;
• giustificano la subordinazione femminile spingendosi sino
a forme di vera e propria misoginia.
Alcune teorie maschiliste contestano addirittura il fatto che
le donne siano state limitate e sfavorite nel corso della storia,
parallelamente si sforzano di trovare esempi di casi in cui, al
contrario, sono stati gli uomini ad essere penalizzati.
Il maschilismo nasce dalla cultura patriarcale e può dar
luogo a forme più o meno acute di autoaffermazione machista,
anche omosessuale. |
MISOGINIA |
La
misoginia (dal greco misein, odiare e gyne, donna) è un'esagerata
avversione nei confronti delle donne, generalmente da parte degli
uomini (omo ed eterosessuali, indifferentemente), più raramente
da parte delle donne. La misoginia è riconosciuta come
una vera e propria teoria politica, al pari del razzismo e dell'antisemitismo,
fondata sul disprezzo e sulla sottomissione delle donne.
Esistono diverse forme di misoginia: nella sua espressione più
deteriore, la misoginia porta ad odiare apertamente le donne solo
per il fatto che siano tali. Alcuni maniaci sessuali rientrano
in tale categoria.
Altre forme sono subdole e spesso inconsce: alcuni misogini hanno
semplicemente dei pregiudizi contro tutte le donne o solo verso
quelle che non rientrano in determinate categorie ritenute “accettabili”,
conformi a modelli e a ruoli prestabili. È possibile sostenere
che intere culture siano “misogine” quando trattano
le donne in modo discriminante e coercitivo, anche attraverso
la violenza fisica e psichica, il condizionamento sociale. Alcune
teorie sociologiche individuano nella dicotomia madre/prostituta
la causa della misoginia: il misogino ritiene che le donne possono
essere esclusivamente o “madri/vergini” o “prostitute”.
Va comunque detto che normalmente il termine “misogino”
è utilizzato per indicare colui che ha una visione degradata
delle donne, o che è interessato a loro solo dal punto
di vista sessuale poiché le considera esclusivamente come
oggetti sessuali. Un misogino può essere tale anche quando
intrattiene relazioni affettuose e apparentemente “normali”
con le donne. |
OMOAFFETTIVITÀ |
Con
questo termine si vuole separare la sessualità dall’affettività,
finalmente spostare l’attenzione dall’orientamento
sessuale all’orientamento affettivo affermando con forza
il primato dell’emotività e dei sentimenti sulla
sessualità che, è bene sottolinearlo, può
esprimersi a prescindere da essi e, contrariamente alle relazioni
omoaffettive, non implica forme particolari di riconoscimento
giuridico (ad esempio i Pacs) ma solo leggi che definiscano e
puniscano gli atti di discriminazione e violenza verso chi pratica
una sessualità di tipo non esclusivamente eterosessuale. |
OMOFOBIA
(anche LESBOFOBIA e TRANSFOBIA) |
Il
termine omofobia deriva dal greco “homos” (stesso,
medesimo) e “fobos” (paura). Letteralmente significa
“paura dello stesso”, tuttavia, facendo con “omo”
riferimento alla parola “omosessuale”, distingue e
definisce in modo specifico il pregiudizio, la paura irrazionale
sino a forme anche violente di odio verso le persone omosessuali.
Per omofobia si può intendere anche la paura dell'omosessualità,
ed in particolare la paura di essere o venire considerati omosessuali,
ed i conseguenti comportamenti volti ad evitare gli omosessuali
e le situazioni considerate associabili ad essi.
Data la diversa percezione, le diverse motivazioni che determinano
la paura, il diverso modo di esprimerla a seconda che si abbia
solo o maggiormente avversione verso gli uomini, le donne o le
persone con problemi di “Disforia di genere” (vedi
“transessuale, transessualità”), si sono rese
necessarie le varianti “lesbofobia” (paura delle lesbiche)
e “transfobia” (paura dei/delle transessuali). |
OMOFOBIA
INTERIORIZZATA |
L’omofobia
interiorizzata è l’accettazione e la condivisione
conscia o inconscia dei pregiudizi che colpiscono le persone con
orientamento omosessuale e omoaffettivo. Possono esserne vittime
anche gli omosessuali stessi, maschi e femmine. In questo caso,
chi è vittima di omofobia interiorizzata ha difficoltà
ad accettare serenamente il proprio orientamento affettivo, fino
alla completa negazione di esso. |
OMOSESSUALITÀ
- Etimologia |
Il
termine omosessualità è la traduzione italiana di
una parola tedesca creata nel 1869 da Karl-Maria Benkert che fuse
insieme il termine greco “stesso”, e il termine latino
“sesso”. Sempre Benkert coniò i termini "normosessualità”
e “bisessualità”. Il termine "eterosessuale"
è più recente, risale agli anni Venti.
Le parole “omosessualità” ed “omosessuale”
sono riferibili sia all’uomo, sia alla donna – indifferentemente.
La parola “Gay” si riferisce solo ai maschi. |
SESSISMO |
Le
società e le persone sessiste giudicano gli individui in
base al loro genere di appartenenza e fanno della sessualità
un aspetto fondamentale, centrale nelle relazioni, nella comunicazione,
ecc. In tutte le società conosciute, maschile e femminile
sono definiti prima di tutto come generi ben distinti, con propri
specifici ruoli predeterminati in base al sesso.
Il sessismo è anche comunemente considerato una forma di
discriminazione verso uno dei due generi. Si fonda:
• sul dualismo eterosessuale maschio/femmina;
• sulla presunta superiorità di un genere rispetto
all'altro;
• sulla presunta superiorità di un orientamento affettivo
rispetto ad un altro;
• sull'odio o il disprezzo verso un genere e un orientamento
affettivo rispetto all'altro.
Alcune forme di sessismo legittimano la violenza degli uomini
sulle donne, la discriminazione riguardo all’orientamento
sessuale e affettivo, al genere, ecc. |
TRANSESSUALE,
TRANSESSUALITÀ |
Il
significato letterale della parola transessuale è quello
di persona che persistentemente sente di appartenere al sesso
opposto a quello in cui è nata. Questo senso di distonia,
disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può
svilupparsi già nei primi anni di vita, come durante l'adolescenza
e, più raramente, in età adulta. La persona transessuale,
per la scienza medica odierna, soffre di “Disturbo dell'Identità
di Genere” o “Disforia di Genere”.
È paradossale che il transessualismo sia considerato una
patologia psichiatrica ma NON sia curato psichiatricamente. Lo
psichiatra infatti non “guarisce” la persona transessuale
facendola nuovamente sentire a proprio agio con il proprio sesso
di origine, ma la avvia alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche
per dare corso alla transizione (mutazione fisica da un genere
all’altro). Ciò si deve al fatto che tra la fine
dell'800 e i primi decenni del '900, le persone transessuali erano
sottoposte a tentativi di “guarigione” attraverso
la psicoterapia e la somministrazione di ormoni del proprio sesso
genetico, ma, dato il fallimento delle terapie e l’elevatissimo
numero dei suicidi, la scienza ha progressivamente abbandonato
queste forme di vero e proprio accanimento, convincendosi a partire
dagli anni Sessanta che l'unica cura o “guarigione”
possibile fosse adeguare il corpo alla psiche e non viceversa. |
TRANSGENDER,
TRANSGENDERISMO |
La
teoria relativa al transgenderismo nasce nei primi anni Ottanta,
all'interno del movimento LGBT* statunitense, e indica un movimento
politico che contesta la logica eterosessista secondo la quale
i generi sono solo due, l’orientamento affettivo uno, che
l'identità di genere di una persona debba necessariamente
combaciare con il sesso biologico e che il tutto debba restare
immodificabile.
“Transgender” è un termine contenitore che
indica tutte le persone che non si riconoscono negli “stereotipi
di genere” etero ed omosessisti.
Il transgenderismo sostiene che l'identità di genere e
l’affettività umana non sono inquadrabili esclusivamente
nel dualismo eterosessista “maschio/femmina”, ma sono
un continuum ai cui estremi si collocano i concetti relativi al
genere biologico e identitario maschile e femminile.
Il transgenderismo è dunque un movimento politico/culturale
che propone del sesso, dei generi e dell’affettività
umana, una visione fluida e mutevole, che rivendica il diritto
di situarsi in una qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi
senza per questo dover subire stigma sociale o discriminazione. |
Fonte
it.wikipedia.org
– Elaborazione C. Ricci
|