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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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Interessante notare come la stampa, invece di dare una corretta informazione, di fatto tenda a… disinformare. Abbiamo letto tutti gli articoli cartacei pubblicati sul web (non li proponiamo in quanto sostanzialmente copie uno dell’altro) ed abbiamo riscontrato, ancora una volta, che persino quelli pubblicati dai medesimi giornali, di volta in volta smentiscono se stessi in modo assolutamente fantasioso e spesso tendenzioso. Così, nel tempo, gli aggressori di Buttafuoco sono tre, quattro, cinque, napoletani, anzi no, pisani, estremisti di destra o simpatizzanti di sinistra, chiaramente omofobi o semplicemente avvinazzati, quasi che un bicchiere di vino basti a ridurre la gravità di un reato.
Per noi che qualcosa abbiamo capito di come vanno le cose, non cambia nulla, in effetti. Poco importa la colorazione politica degli aggressori, e poco conta che fossero ubriachi o meno - la matrice omofobica è chiara, inequivocabile. La rabbia espressa nei confronti di Buttafuoco sarebbe comunque esplosa – magari contro una transessuale o altri ragazzi e ragazze meno protetti, forse impossibilitati a sporgere denuncia. In un paese civile, questo è (o dovrebbe essere) inaccettabile. Per chiunque.
C. Ricci
Il locale stava chiudendo, prima insulti poi le botte
Il Secolo XIX, 20 Giugno 2006
Torre del Lago (Lucca). Aggressione, poco dopo le tre di domenica notte, nel locale gay Mamamia di Torre del Lago, gestito dal genovese Alessio De Giorgi e dal suo compagno Christian. Discoteca trendy - e di estremo successo anche fra eterosessuali che cantano e ballano fin quasi all'alba - ogni tanto viene presa di mira da qualche deficiente, che si diverte a insultare gay e lesbiche. Nel caso dell'altra notte, purtroppo, tre ragazzini - che gli investigatori stanno per identificare - hanno aggredito il cuoco del locale, poi ricoverato all'ospedale, dov'è stato giudicato guaribile in sette giorni dalle lesioni - ecchimosi al torace - e lo hanno suturato con cinque punti per la ferita al volto. Prima di passare al pestaggio, i tre avevano anche insultato pesantemente sia il cuoco sia altri dipendenti che stavano rigovernando il Mamamia, chiuso da una mezz'ora e nel quale anche la musica era stata spenta. Secondo quanto denunciato dai proprietari ai carabinieri, i tre ragazzi con forte accento napoletano hanno intonato canzoni fasciste, poi hanno dato il via a insulti da angiporto. Il gruppetto è stato allontanato dai buttafuori ma uno di loro si è staccato dalla compagnia ed è entrato nel locale, affrontando il cuoco. Dopo averlo fatto finire a terra con un cazzotto al volto, l'ha preso a calci e poi è fuggito. «È un atto gravissimo - ha detto Alessio De Giorgi, ex presidente dell' Arcigay Toscana, proprietario del locale e della spiaggia vicina riservata a gay e lesbiche - Dalla famosa aggressione del '99 sul lago (quando ci fu una vera e propria rivolta antigay) non c' erano più stati episodi di intolleranza. È stata una vera e propria aggressione di stampo fascista, surrogata dalle dichiarazioni di alcuni rappresentanti delle istituzioni di Torre del Lago che giorni fa hanno ancora una volta inveito contro la comunità gay». Per l'aggressione, è già stata annunciata un'interrogazione parlamentare al ministro degli Interni, firmata dall'onorevole Franco Grillini, dell'Ulivo. Che dal ministro Mastella vuole «sapere quali misure intende adottare per la sicurezza della comunità lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) in Italia». L'ex presidente di Arcigay ha aggiunto, in una nota: «Non si è ancora spenta l'eco dell'imponente manifestazione del Gay pride di Torino, che nella piattaforma politica denunciava la violenza antigay, che puntualmente l'omofobia si è ripresentata sotto forma di aggressione politica, e purtroppo anche fisica, a Torre del Lago». Prosegue il deputato: «Non c'è dubbio che l'omofobia sia stata purtroppo coltivata, sul piano politico, anche da partiti come la Lega che ne hanno fatto penoso argomento di campagna elettorale. Da qualche tempo l'omofobia in campo politico si è rafforzata grazie alle squallide esibizioni dei gruppi di estrema destra che hanno messo al centro dell'azione politica gli attacchi le aggressioni alla comunità lgbt». Aggressioni fisiche, ma anche psicologiche, nei confronti della comunità gay. A Roma, l'Arcigay ieri ha protestato perché il consolato italiano a Madrid non ha rilasciato i certificati di residenza, stato civile e nascita ad un iscritto della sezione romana, Roberto Solone Boccardi, che intendeva sposarsi in Spagna. L'associazione ha scritto una lettera di protesta sostenendo che i documenti negati sono «comunemente rilasciati ai cittadini italiani che si sposano in stati esteri». La funzionaria ha detto a Boccardo: «Data l'impossibilitá di un riconoscimento legale delle nozze gay in Italia non le possiamo emettere alcun documento» invitandolo a «procurarsi da solo i certificati». Fabrizio Marrazzo, presidente dell'Arcigay di Roma, spiega: «Chiederemo alla Farnesina di intervenire perché una simile reazione omofoba da parte di un pubblico funzionario è inaccettabile. Occorre elaborare una carta di diritti per le coppie gay italo-straniere perché vengano rispettate le legge in vigore. Il consolato italiano discrimina le coppie gay». Marrazzo ha colto l'occasione per chiedere una legge sui Pacs che riconosca diritti e responsabilità delle famiglie di fatto, eterosessuali e omosessuali. |
E' un pisano di 24 anni con precedenti penali: denunciato
"Il Tirreno", 1° Luglio 2006
VIAREGGIO.
E' stato identificato il giovane che ha aggredito e ferito a Torre del
Lago Giampiero Buttafuoco, cuoco del Mama Mia: il pisano A.F, 24 anni,
è già un volto familiare nelle bacheche di polizia e carabinieri.
E' stato lui, secondo la ricostruzione dalla polizia viareggina, a sferrare
il pugno che ha spedito Buttafuoco all'ospedale. Lui che quella sera (il
19 giugno) insieme ad altri quattro amici, tutti di Pisa, si era piazzato
nel parcheggio antistante il locale forse cercando il pretesto per attaccare
briga. A.F. è denunciato a piede libero per lesioni. Gli altri
quattro componenti del branco, invece, sono stati identificati ma nei
loro confronti non sono stati presi provvedimenti. Anche se uno dei cinque
aveva un cellulare con una suoneria - "Faccetta nera" - che
lascia pochi dubbi sull'orientamento politico del gruppetto. Nessuno risulta
comunque iscritto a partiti politici. L'inchiesta è stata rapida
anche grazie alla collaborazione del cuoco aggredito che ha fornito subito
elementi utili all'individuazione dei responsabili. Intorno alle 2,20
di quella notte, fuori dal locale iniziava la discussione tra il cuoco,
che aveva appena terminato il suo turno di lavoro nel locale, e il gruppetto
dei pisani. Un alterco nato dopo battute e prese in giro e terminato poi
con uno spintone al cuoco e il pugno in faccia. L'inchiesta ha puntato
subito verso Pisa e i ritrovi più gettonati. La Digos ha fornito
diverse foto segnaletiche e alla fine in molti hanno riconosciuto A.F.
come l'aggressore con i suoi amici. Il gruppetto così è
stato convocato negli uffici del commissariato e le varie tessere del
puzzle sono andate a posto. Il giovane ha diversi precedenti per oltraggio
a pubblico ufficiale, lesioni personali e fuga dopo aver provocato un
incidente stradale. E' stato anche verificato che i cinque erano in stato
di evidente alterazione da alcol e quindi particolarmente aggressivi. |
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