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Riordinando i documenti che compongono questa sezione, per caso ho rivisto in sequenza prima la foto di Bella Martinez, transessuale ventiquattrenne morta assassinata a Los Angeles, e poi quella di Fanny Ann Eddy, attivista lesbica madre di un bambino morta l’anno scorso, anch’essa brutalmente assassinata.

Come sempre ho cercato nello sguardo la vita, nei tratti somatici la storia – e sono precipitata in un abisso disperante. Furono persone che amarono, soffrirono, risero. Sognarono e lottarono per un mondo libero nel quale ogni persona abbia il diritto di vivere, libera - e per questo morirono. Assassinate. Perché la smettessero di ricordarci quanto stupidamente conduciamo le nostre esistenze, in quante anguste galere le costringiamo trascinandoci appresso fantasmi, consanguinei e simili, di quali feroci indifferenze e violenze siamo capaci – pur di non vedere, continuare a non capire, crederci superiori anche a costo della vita degli altri, spesso sulla loro pelle, dimentichi che non c’è libertà per nessuno là dove la libertà non è di tutti.

Di queste donne belle e rare, mai più respiri, parole, odori. Solo fotografie e parole - scritte. Grida di dolore - inascoltate, solitarie. E orgoglio, bellezza, dignità.

Giustizia, verità, amore - ogni anima oltraggiata non chiede che questo, e per questo vive, paga, troppo spesso muore a causa dell’odio e del disprezzo, in un silenzio che espone e rende complici.

Idealmente stringo e fortemente amo chi getta il suo corpo nella lotta anche a costo di perderlo – perché la vita di un essere umano nulla vale e a nulla serve se è acritica, asservita sopravvivenza senza consapevolezza, generosità, partecipazione.

(C. Ricci - Luglio 2005)

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Aggiornato Domenica 18-Ott-2015


 

NOVEMBRE 2002

Livorno. Un giovane di Matera, ex militare della Folgore buttato fuori dalla Brigata e suo cognato, un romano ex agente di polizia penitenziaria dimissionario nel 2001, avvicinano un omosessuale, lo narcotizzano con la pericolosa benzodiazepina e lo rapinano, ma l’uomo va in coma epatico. I due lo portano all'ospedale e poi scappano rubandogli anche l’auto, una BMW.

Da un trafiletto de “La Nazione”, 31 Maggio 2003

20 NOVEMBRE 2002

Roma. Marcus C., impiegato del ministero delle Attività Produttive, trova il convivente, Fabio Puddu, 42enne portiere d’albergo gentile ed elegante con il quale coabita già dall'88, nudo accanto al letto, strangolato con un filo elettrico e poi finito con la gola tagliata. L'omicida, Andriy Chuyev, 23enne ucraino clandestino, si discolpa dichiarando che l'ha ammazzato perché voleva fare del sesso.

AUTUNNO 2002

???. Arcangelo Michele Giambarresi e Carmelo Paratore, pregiudicati, confessano di avere rapinato non meno di 15/17 omosessuali nei pressi di corso Marche, alla Pelleria, ma le indagini a loro carico sono complicate dall’atteggiamento delle vittime che hanno volutamente alterato le deposizioni per non “svelarsi”. «Era fin troppo facile» - hanno detto i due - «Li bloccavamo mentre facevano le loro cose, e li costringevamo a darci i soldi e a volte anche l’auto».

12 DICEMBRE 2002

Bari. Ignoti scrivono sui lati del portone dello stabile dove abita Michele Bellomo, Presidente dell’Arcigay di Bari e portavoce nazionale del BariPride2003, frasi dal contenuto fortemente minaccioso firmandole con croci celtiche. Le minacce, credibili, proseguono anche nei mesi successivi. Il 1° Agosto 2003, si concretizzano in una violenta aggressione.

DICEMBRE 2002

Milano. Bruno Di Pietro, gay trentenne donatore di sangue dal 1995, riceve il 9 Agosto del 2002 il diploma di donatore scelto. Recatosi a donare il sangue come fa abitualmente ogni tre mesi, è respinto a causa del proprio orientamento sessuale, sebbene dal gennaio del 2001 sia in vigore il decreto del ministro Umberto Veronesi che parla di “comportamenti sessuali”, non di “categorie a rischio”. Motivo? Poiché il 23 Aprile del 2001 Girolamo Sirchia, allora primario del centro trasfusionale dell'ospedale maggiore di Milano, ha chiesto al ministro Veronesi ulteriori specifiche relative a tali comportamenti, l’ospedale, in attesa di riceverli, se ne frega e pur infrangendo la legge, continua a discriminare gli omosessuali. Strano, però, precedentemente il decreto era rispettato. Il caso di Milano non è isolato.

2002

Lucca. In concomitanza con la nascita dell’associazione “Altro Volto – Lucca Gay e Lesbica”, due studentesse che vi aderiscono sono circondate da un gruppo di noti simpatizzanti di Forza Nuova, in pieno centro, di giorno. Sono spintonate, minacciate e fatte oggetto di insulti pesanti. Nessuno interviene. Le ragazze non sporgono denuncia.

2002

Castelnuovo Don Bosco (Asti). T. E., transessuale lesbica, e la sua compagna, Paola Martinello, sono licenziate in tronco a causa della loro visibilità. In seguito alla denuncia pubblica dell’accaduto e alla vertenza sindacale intentata per il loro reintegro sul posto di lavoro, subiscono minacce, intimidazioni, aggressioni, abusi, hai quali rispondono il 18 Maggio con una manifestazione di rivendicazione e protesta che sfila nel piccolo paesello. La vicenda sindacale, pur conclusasi a loro favore, non le consentirà però di riprendere una vita privata e lavorativa normale.

2002

Cagliari. Un medico di quarant’anni sposato e con un figlio, sembra al culmine dell’esasperazione causata dal suo conflitto con la propria identità di genere, si evira, quindi rifiuta con decisione di sottoporsi all’operazione attraverso la quale i medici vorrebbero tentare di riattaccargli il pene.

2002

Firenze. Direttore di banca 54enne, sposato e con due figli, è taglieggiato da un impiegato che non si rassegna alla fine della loro decennale relazione sentimentale. Il ricatto, pur essendo in questo caso una vantaggiosa vendetta, è sempre e solo il medesimo: «Paga o tutti sapranno».

2002

Milano. Paolo, 55 anni, e Vittorio, 64: otto mesi da clochard pur di non separarsi…

2002

Roma. Numerosi inserzionisti gay sono contattati da un giovane che una volta entrato in casa li narcotizza e deruba. M.F., 32 anni, è individuato e tratto in arresto. L’uomo utilizzerà questo stesso stratagemma nel 2004.

2002

Milano. Claudina Tasso, 34 anni, donatrice di sangue dal 1989, nel 1996 è costretta rinunciarvi a causa della sua omosessualità. Riammessa come donatrice nel 2001 in seguito all'abolizione del decreto De Lorenzo, nel 2002 è nuovamente esclusa. Di fronte alle sue proteste, i medici del Centro Trasfusionale di Immunologia dei Trapianti del Policlinico di Milano le rispondono: «Il Prof. Sirchia in riunione è stato chiarissimo: non voglio omosessuali fra i miei donatori».

 

 

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