Riordinando
i documenti che compongono questa sezione, per caso ho rivisto
in sequenza prima la foto di Bella Martinez,
transessuale ventiquattrenne morta assassinata a Los Angeles,
e poi quella di Fanny Ann Eddy, attivista lesbica
madre di un bambino morta l’anno scorso, anch’essa
brutalmente assassinata.
Come
sempre ho cercato nello sguardo la vita, nei tratti somatici la
storia – e sono precipitata in un abisso disperante. Furono
persone che amarono, soffrirono, risero. Sognarono e lottarono
per un mondo libero nel quale ogni persona abbia il diritto di
vivere, libera - e per questo morirono. Assassinate. Perché
la smettessero di ricordarci quanto stupidamente conduciamo le
nostre esistenze, in quante anguste galere le costringiamo trascinandoci
appresso fantasmi, consanguinei e simili, di quali feroci indifferenze
e violenze siamo capaci – pur di non vedere, continuare
a non capire, crederci superiori anche a costo della vita degli
altri, spesso sulla loro pelle, dimentichi che non c’è
libertà per nessuno là dove la libertà non
è di tutti.
Di
queste donne belle e rare, mai più respiri, parole, odori.
Solo fotografie e parole - scritte. Grida di dolore - inascoltate,
solitarie. E orgoglio, bellezza, dignità.
Giustizia,
verità, amore - ogni anima oltraggiata non chiede che questo,
e per questo vive, paga, troppo spesso muore a causa dell’odio
e del disprezzo, in un silenzio che espone e rende complici.
Idealmente
stringo e fortemente amo chi getta il suo corpo nella lotta anche
a costo di perderlo – perché la vita di un essere
umano nulla vale e a nulla serve se è acritica, asservita
sopravvivenza senza consapevolezza, generosità, partecipazione.
Livorno.
Un giovane di Matera, ex militare della Folgore buttato
fuori dalla Brigata e suo cognato, un romano ex agente di
polizia penitenziaria dimissionario nel 2001, avvicinano
un omosessuale, lo narcotizzano con la pericolosa benzodiazepina
e lo rapinano, ma l’uomo va in coma epatico. I due
lo portano all'ospedale e poi scappano rubandogli anche
l’auto, una BMW.
Da un trafiletto de “La Nazione”, 31 Maggio
2003
20
NOVEMBRE 2002
Roma.
Marcus C., impiegato del ministero delle Attività
Produttive, trova il convivente, Fabio Puddu, 42enne portiere
d’albergo gentile ed elegante con il quale coabita
già dall'88, nudo accanto al letto, strangolato con
un filo elettrico e poi finito con la gola tagliata. L'omicida,
Andriy Chuyev, 23enne ucraino clandestino, si discolpa dichiarando
che l'ha ammazzato perché voleva fare del sesso.
AUTUNNO
2002
???.
Arcangelo Michele Giambarresi e Carmelo
Paratore, pregiudicati, confessano di avere rapinato non
meno di 15/17 omosessuali nei pressi di corso Marche, alla
Pelleria, ma le indagini a loro carico sono complicate dall’atteggiamento
delle vittime che hanno volutamente alterato le deposizioni
per non “svelarsi”. «Era fin troppo facile»
- hanno detto i due - «Li bloccavamo mentre facevano
le loro cose, e li costringevamo a darci i soldi e a volte
anche l’auto».
12
DICEMBRE 2002
Bari.
Ignoti scrivono sui
lati del portone dello stabile dove abita Michele Bellomo,
Presidente dell’Arcigay di Bari e portavoce nazionale
del BariPride2003, frasi dal
contenuto fortemente minaccioso firmandole con croci celtiche.
Le minacce, credibili, proseguono anche nei mesi successivi.
Il 1° Agosto 2003, si concretizzano in una violenta
aggressione.
DICEMBRE
2002
Milano.
Bruno Di Pietro, gay trentenne donatore di sangue dal 1995,
riceve il 9 Agosto del 2002 il diploma di donatore scelto.
Recatosi a donare il sangue come fa abitualmente ogni tre
mesi, è respinto a causa del proprio orientamento
sessuale, sebbene dal gennaio del 2001 sia in vigore il
decreto del ministro Umberto Veronesi che parla di “comportamenti
sessuali”, non di “categorie a rischio”.
Motivo? Poiché il 23 Aprile del 2001 Girolamo Sirchia,
allora primario del centro trasfusionale dell'ospedale maggiore
di Milano, ha chiesto al ministro Veronesi ulteriori specifiche
relative a tali comportamenti, l’ospedale, in attesa
di riceverli, se ne frega e pur infrangendo la legge, continua
a discriminare gli omosessuali. Strano, però, precedentemente
il decreto era rispettato. Il caso di Milano non è
isolato.
2002
Lucca.
In concomitanza con la nascita dell’associazione “Altro
Volto – Lucca Gay e Lesbica”, due studentesse
che vi aderiscono sono circondate da un gruppo di noti simpatizzanti
di Forza Nuova, in pieno centro, di giorno. Sono spintonate,
minacciate e fatte oggetto di insulti pesanti. Nessuno interviene.
Le ragazze non sporgono denuncia.
2002
Castelnuovo
Don Bosco (Asti). T. E., transessuale
lesbica, e la sua compagna, Paola Martinello, sono licenziate
in tronco a causa della loro visibilità. In seguito
alla denuncia pubblica dell’accaduto e alla vertenza
sindacale intentata per il loro reintegro sul posto di lavoro,
subiscono minacce, intimidazioni, aggressioni, abusi, hai
quali rispondono il 18 Maggio con una manifestazione di
rivendicazione e protesta che sfila nel piccolo paesello.
La vicenda sindacale, pur conclusasi a loro favore, non
le consentirà però di riprendere una vita
privata e lavorativa normale.
2002
Cagliari.
Un medico di quarant’anni sposato e con un figlio,
sembra al culmine dell’esasperazione causata dal suo
conflitto con la propria identità di genere, si evira,
quindi rifiuta con decisione di sottoporsi all’operazione
attraverso la quale i medici vorrebbero tentare di riattaccargli
il pene.
2002
Firenze.
Direttore di banca 54enne, sposato e con due figli, è
taglieggiato da un impiegato che non si rassegna alla fine
della loro decennale relazione sentimentale. Il ricatto,
pur essendo in questo caso una vantaggiosa vendetta, è
sempre e solo il medesimo: «Paga o tutti sapranno».
2002
Milano.
Paolo, 55 anni, e Vittorio, 64: otto mesi da clochard pur
di non separarsi…
2002
Roma.
Numerosi inserzionisti gay sono contattati da un giovane
che una volta entrato in casa li narcotizza e deruba. M.F.,
32 anni, è individuato e tratto in arresto. L’uomo
utilizzerà questo stesso stratagemma nel 2004.
2002
Milano.
Claudina Tasso, 34 anni, donatrice di sangue dal 1989, nel
1996 è costretta rinunciarvi a causa della sua omosessualità.
Riammessa come donatrice nel 2001 in seguito all'abolizione
del decreto De Lorenzo, nel 2002 è nuovamente esclusa.
Di fronte alle sue proteste, i medici del Centro Trasfusionale
di Immunologia dei Trapianti del Policlinico di Milano le
rispondono: «Il Prof. Sirchia in riunione è
stato chiarissimo: non voglio omosessuali fra i miei donatori».
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