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Venerdì 26-Gen-2007
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Cagliari, non è escluso che l'uomo, medico, sia vittima di se stesso
“La Nuova Sardegna”, 27 Gennaio 2003
CAGLIARI. Tutto è avvolto nel mistero. Di certo c'è che un uomo di quasi quarant'anni ha avuto il pene evirato con un colpo di coltello. Il resto è nell'ombra. La storia è avvenuta oltre un mese fa, la notte di Natale. Ma è restata nascosta per una questione di riservatezza, così hanno affermato gli inquirenti, finché è stato possibile. Questi i fatti: nei pressi della spiaggia del Poetto un'auto si era appartata, come tante: in cerca di un po' di intimità, di calore e carezze. Poi il fattaccio: una lite con la compagna del momento (la moglie di un amico) e l'evirazione violenta con un coltello. Sin qui il racconto dell'uomo. Disse anche che stavano solo parlando quando lei cominciò a minacciarlo... Ma la storia regge poco. Un'altra possibilità è che il signore in questione abbia voluto farsi evirare. Dentro l'auto, infatti, non venne rinvenuta alcuna traccia di sangue. Solo nel cofano dell'auto, gli inquirenti trovarono un coltello e un asciugamano zuppo di sangue, con dentro la parte del pene amputato. Come se l'uomo avesse deciso il gran passo da solo o con l'aiuto di qualcuno ma, in ogni caso, come scelta consapevole, non frutto di un atto di violenza. Questa, almeno, è stata l'interpretazione degli inquirenti visto che hanno poi deciso di mantenere la riservatezza della notizia non essendo stata rilevata colpa o dolo da parte di terzi. Tutti gli elementi fecero pensare a un omosessuale che viveva con difficoltà la sua vita «normale», di uomo sposato e con un figlio. Nella sua vita aveva tentato più di una volta di assomigliare a una donna: depilato, non nascondeva il suo essere «effeminato». Quel giorno di oltre un mese fa, arrivò all'ospedale Brotzu tutto insanguinato. Il taglio era netto, l'emorragia copiosa. La prima cosa che chiese fu di bloccargli la fuoriuscita di sangue. Poi parlò di una donna che in una lite, l'aveva evirato. Ma pochi ci credettero. Medico anche lui, sapeva benissimo che cosa significava quel taglio, ma non volle che si tentasse l'operazione per riattaccargli il pene. Anzi, quando gliela prospettarono ebbe quasi una crisi isterica e rifiutò decisamente l'operazione. Poi la storia si perse nei casi di una tormentata vita privata, come di una scelta contraddittoriamente vissuta e drammaticamente risolta. Altri arrivano alla sua stessa scelta con meno violenza, ma spesso scavati dalla sofferenza interiore. |
Il disagio, se c’è, nasce dai condizionamenti sociali
“L’Unione Sarda”, 27 Febbraio 2003
Scrivo in riferimento all’articolo pubblicato sull’Unione Sarda del 27 gennaio 2003 (“L’ho fatto perché non ne potevo più”) con annesso intervento della psicologa Bice Riggio (“La castrazione segno di rivincita”), sul caso del trentottenne giunto all’ospedale Brotzu con una mutilazione dell’organo genitale. L’Agedo (Associazione di genitori, parenti e amici di omossessuali), ritiene opportuno fare in proposito alcune osservazioni. Dal testo di cronaca non si evince che il soggetto sia omosessuale se non per un pregiudizio (corpo depilato e capelli tinti) che si scontra con un altro pregiudizio (uomo sposato con un figlio). L’intervento della psicologa, nella forma in cui è stato pubblicato, associa pretestuosamente con la condizione omosessuale un atto inconsulto compiuto da una persona in situazione di disagio, trascurando di mettere in evidenza che la maggioranza degli omosessuali, in assenza di condizionamenti negativi e/o pregiudizi, vive la propria vita sociale, professionale e affettiva con serenità e equilibrio. La frase «La letteratura psicoanalitica individua tra i fattori predisponenti all’instaurazione della disposizione omosessuale il narcisismo dell’individuo» induce a ritenere l’omosessualità uno stato di disagio psichico, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Organizzazione degli psichiatri americani sono di avviso nettamente contrario. L’intervento non ci sembra deontologicamente corretto in quanto lascia trasparire l’omofobia della psicologa; ciò è pericoloso per chi legge per la doppia autorevolezza dell’intervento: stampa più scienza. L’Agedo ritiene che i mezzi di comunicazione di massa abbiano grande responsabilità nell’educazione delle coscienze, perciò invita l’Unione Sarda a una maggiore attenzione nel trattare l’argomento in questione, per favorire l’assimilazione sociale del concetto che l’omosessualità altro non è che una semplice modalità dell’orientamento sessuale del cittadino. Ettore Ciano, Presidente Agedo Sassari |
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