Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

È finita con un arresto la relazione omosessuale clandestina fra un direttore di banca, sposato e con due figli, e un suo impiegato. «Se non mi avesse lasciato e io non fossi stato così innamorato probabilmente non sarei arrivato a tanto», ha confessato in lacrime ai carabinieri l’amante che per mesi ha ricattato il dirigente di banca. Ma a volte la disperazione per la fine di un rapporto decennale può far perdere la testa. Come è accaduto al commesso di un istituto di credito del quartiere Prati, un uomo di 35 anni dai lineamenti effeminati, che dieci anni fa s’è innamorato del suo capo. Fra i due uomini è iniziata un’intensa relazione, fatta di alti e bassi, litigi e poi riconciliazioni in alberghi della capitale e cene nell’appartamento dell’impiegato. Sei mesi fa il direttore ha però deciso di troncare. E i momenti di passione e di amore fra i due, immortalati da fotografie e filmini hard, sono diventati lo strumento di ricatto. «Se mi lasci vado da tua moglie e le mostro tutto» oppure «Se la nostra relazione finisce tutti in banca sapranno di noi».

Il funzionario, 54 anni, ha dapprima fronteggiato la situazione dando soldi al giovane amante, "comprando" il suo silenzio. Ma non la sua sofferenza. Le richieste di denaro e i ricatti erano diventati per l’impiegato l’unico esile filo che gli permetteva di sentire e incontrare l’uomo.

Di fronte a quel martellamento continuo il funzionario ha allora allontanato, su richiesta del trentenne, l’ex amante dalla banca trovandogli posto in un’altra filiale. Poi però, esasperato dalle incessanti richieste di piccole somme di denaro, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri. La vita per lui era diventata un inferno: l’ex amante lo aspettava sotto casa, lo pedinava, gli faceva telefonate mute a casa e sul cellulare e non perdeva occasione di chiedergli soldi. E più lo accontentava in tutte le sue richieste più l’ex lo incalzava.

Lo scorso pomeriggio, all’ennesimo appuntamento in un bar del quartiere Prati dove il cinquantenne avrebbe dovuto consegnargli 500 euro, si sono presentati i carabinieri della compagnia Trionfale diretti dal capitano Giovanni Serra. Alla consegna della busta con i contanti sono scattate le manette. Per l’amante abbandonato l’accusa è di tentata estorsione.

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