Il
Manifesto
Contro
gay e lesbiche
LETTERE
- 2 Novembre 2004
A Milano due ragazzi sono stati picchiati (uno è finito
in ospedale) perché gay. Il fatto è avvenuto di
notte, per strada, mentre i due si baciavano, come qualsiasi coppia
di innamorati fa. Questo, purtroppo, è solo uno di diversi
casi di violenza omofoba. Solo a giugno scorso, tanto per citarne
un altro, a Lucca è stata violentata
una ragazza in quanto lesbica, e, cosa evidentemente ritenuta
ancor più grave, in quanto ragazza di una lesbica attivista.
La violenza contro noi gay e lesbiche (per non parlare di quella
contro le persone transessuali) è un problema concreto
e grave del nostro paese. Che l'omosessualità sia un peccato
per la chiesa cattolica, cosa della quale ci informa il signor
Rocco Buttiglione, è invece cosa assolutamente irrilevante.
Almeno in un paese civile (e dunque laico).
Luca Mariani, Milano
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ANCORA
AGGREDITI, DISCRIMINATI, SENZA DIRITTI
Di
Saverio Aversa, 27 Aprile 2005
E'
successo ancora. Due ragazzi mano nella mano per le vie di una
città, due ragazzi che si vogliono bene e che vogliono
passeggiare vicini, mantenendo un contatto d'amore. E' bello vedere
qualcuno che si ama e che non lo nasconde in un mondo sempre più
duro, più violento. Ma non tutti sono contenti dell'immagine
di due giovani che si tengono la mano soprattutto quando si tratta
di due ragazzi omosessuali. E' successo ancora che qualcuno ha
deciso che bisognava punire, fermare, colpire selvaggiamente chi
ha il coraggio di essere vero, naturale, felice del proprio orientamento
sessuale, consapevole del sentimento che lo lega ad un altro essere
umano. E' successo a Roma sabato pomeriggio, nei pressi di Largo
Goldoni dove si stava svolgendo una manifestazione di "Forza
Nuova", un gruppo appartenente alla destra estrema che chiede
l'abolizione della ricorrenza della Liberazione il 25 aprile.
"Voi
gay non ci potete andare in giro. Dove vi credete di essere, ve
ne dovete andare" così i due ragazzi si sono sentiti
apostrofare da chi subito dopo li ha aggrediti colpendoli violentemente
con una serie infinita di calci e pugni: un gruppetto di fascisti
che si è allontanato indisturbato mentre le vittime venivano
soccorse dai passanti. Accompagnati al pronto soccorso ai due
giovani sono state riscontrate contusioni e ferite guaribili in
dieci giorni. La coppia ha deciso di presentare denuncia sperando
che gli aggressori siano individuati: "Non solo noi ma tutti
hanno il diritto di poter camminare per strada senza aver paura
di essere picchiati". E' successo quello che succede da molto
tempo ormai: chi non si uniforma a comportamenti adeguati per
chi si considera prepotentemente un detentore morale di verità
e giustizia viene respinto nella clandestinità, punito,
violentato, ucciso. Le persone omosessuali, gay e lesbiche, le
persone transessuali, sono storicamente perseguitate, discriminate,
costrette a nascondersi, a vivere nel buio la propria identità,
l'affettività, la sessualità. Proprio
un anno fa a Lucca anche una ragazza lesbica fu massacrata di
botte da alcuni uomini che non sono stati ancora individuati.
Il movimento omosessuale e trans/gender italiano, rappresentato
da moltissime associazioni attive in tutte le regioni, da ormai
33 anni si batte contro il pregiudizio, l'intolleranza, le discriminazioni,
e chiede il riconoscimento degli stessi diritti di tutti gli altri
cittadini, diritti ancora negati. Lo farà anche il 14 maggio
a Campo de' Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno, dove si
svolgerà una manifestazione in occasione della Giornata
Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia. Tanti sono stati
in tutti questi anni i cortei, le proteste, gli eventi culturali
e politici per chiedere delle leggi che affranchino una minoranza
di cittadini dall'appartenenza ad una categoria subalterna. Quasi
tutte le proposte di legge presentate negli ultimi decenni, sia
con i governi conservatori che con quelli progressisti, sono rimaste
tali. L'unica legge approvata, ormai più di venti anni
fa, è la 164, una serie di norme che consentono alle persone
transessuali di adeguare chirurgicamente e anagraficamente il
corpo alla propria identità di genere, quindi di avere
i documenti necessari per godere dei diritti di cittadinanza e
poter avere un lavoro regolare. Ma questa legge, sebbene molto
importante, ha bisogno di un'altra norma che permetta, a chi lo
desidera, di far coincidere i dati anagrafici alla reale identità
sessuale senza l'asportazione degli organi genitali. E' una legge
che è nota come "piccola soluzione" ed è
ormai in vigore da tempo in altri stati e tra questi la Germania.
L'approvazione di questa norma contribuirebbe notevolmente a evitare
l'emarginazione sociale e le gravi discriminazioni che spesso
accompagnano l'esistenza delle persone trans/gender. Le discriminazioni
basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere
dovrebbero essere punite da leggi e norme consigliate già
da tempo dal Parlamento Europeo attraverso la direttiva 2000/78
ma in Italia, paradossalmente, dette indicazioni sono state bellamente
travisate ed hanno prodotto un decreto che, per esempio, consente
di licenziare un dipendente se la sua sessualità non si
concilia con le mansioni da svolgere. Il dipendente che viene
licenziato e che vuole ottenere il reintegro nel posto di lavoro
ha l'obbligo dell'onere della prova, deve cioè dimostrare
di essere stato discriminato e questo rende più difficile
ottenere giustizia. L'attuale legge sulla fecondazione assistita,
che speriamo sia abrogata con i referendum del 12-13 giugno, si
inserisce perfettamente in quest'ottica perché si tratta
della prima legge italiana che discrimina apertamente i cittadini
omosessuali vietando alle coppie dello stesso sesso di ricorrere
alle tecniche di riproduzione assistita. Nemmeno durante il ventennio
fascista erano in vigore leggi che limitavano, così chiaramente,
la libertà e i diritti di gay e lesbiche.
Dopo l'approvazione da parte del Parlamento spagnolo del matrimonio
fra cittadini dello stesso sesso e della possibilità di
adottare dei bambini, appare sempre più urgente che anche
l'Italia produca finalmente delle leggi che tutelino la comunità
glbt. Quello che è successo ai due ragazzi picchiati nel
centro di Roma continuerà a ripetersi se non si provvederà
a cancellare tutti gli ostacoli che impediscono a centinaia di
migliaia di cittadini di godere degli stessi diritti di cui usufruiscono
milioni di altri cittadini, considerati di serie A soltanto perché
eterosessuali. Si può continuare a discutere se è
meglio spendere energie per una politica "dei piccoli passi",
per una strategia "gradualista" che porti al più
presto al riconoscimento delle unioni
civili, numerose sono le proposte legislative presentate
al riguardo, oppure puntare al matrimonio come per le coppie di
sesso diverso, ma di fatto non si è ancora ottenuto nulla,
nemmeno un generico ampliamento delle norme antidiscriminatorie
come sembrava si potesse ottenere già prima del 2000, anche
grazie ad un atteggiamento più accondiscendente delle forze
politiche di ispirazione cattolica. Il World Pride di Roma, durante
l'anno del Giubileo, è stato il momento di maggiore visibilità
per la comunità e per le associazioni gay, lesbiche, bisessuali,
transessuali e gli esponenti di tutti i partiti della sinistra
erano tra le file del gigantesco corteo costituito da mezzo milione
di partecipanti ma quel glorioso giorno sembra ormai dimenticato
insieme ai buoni propositi. Non ci resta che sperare nel prossimo
governo, se sarà di centro-sinistra, confidando molto nella
sinistra e pochissimo nel centro.
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«IO
SONO LESBICA»
Di Elena Marsi - Diario, 27 Maggio 2006
«IO
SONO LESBICA». Una frase che ha la forza di un atto politico.
Tre parole ripetute con tenacia dalle donne del gruppo milanese
Soggettività lesbica, sfrattate all’ultimo momento
da Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, che avrebbe
dovuto accogliere un loro convegno il 21 maggio scorso. Ragioni
tecniche (la motivazione ufficiale), od opportunità politica
(l’imbarazzo dei consiglieri della Margherita): fatto sta
che la presenza delle lesbiche nella sede di un’istituzione
locale (diretta dal centro-sinistra) avrebbe causato troppe polemiche.
«La nostra forza simbolica, evidentemente, ha un potenziale
eversivo inaccettabile» dicono deluse le lesbiche milanesi.
A Palazzo Isimbardi avrebbero voluto parlare di diritti, desideri,
sogni, progetti, priorità, lotte. E del bisogno di rendersi
più visibili, condiviso all’interno di una minoranza
che si sente fortemente discriminata. Lo hanno fatto comunque
nel cortile fiorito della Libera università delle donne,
storica associazione femminista da cui sono nate, prendendo spunto
da un’inchiesta sulla vita della donna lesbica, condotta
a livello nazionale dal gruppo stesso e basata sull’analisi,
più empatica che scientifica, di ben settecento questionari
raccolti in tutta Italia davanti ai locali, nelle associazioni
e gruppi politici. L’indagine, raccolta nel libro “Cocktail
d’amore” (edito da Derive Approdi) tenta di attraversare
la vita e le esperienze di una lesbica: autopercezione e identità,
famiglia d’origine, relazioni amorose, rapporti con la società
e la politica, la maternità. Emerge un mondo che ancora
non ha la forza di svelarsi: basti pensare, per esempio, che soltanto
il 57 per cento delle intervistate ha comunicato la propria omosessualità
alla famiglia. E cercare “le parole giuste” per identificarsi,
decifrare il modo di autorappresentarsi di questo mondo, tra immaginario
e realtà, è un compito politico importante, spiegano
rileggendo i dati della ricerca le donne di Soggettività
lesbica. Mentre a Milano la comunità si interroga sulle
proprie emozioni, a Roma si celebra il Pacs
Day: una cinquantina di coppie di fatto (soprattutto gay, ma ci
sono anche lesbiche ed eterosessuali) sottoscrive simbolicamente
il proprio Patto civile di solidarietà. La richiesta di
una legge che riconosca le unioni omosessuali – la proposta
del Ds Franco Grillini è all’esame della commissione
Giustizia della Camera - sarà il cavallo di battaglia del
Gay Pride del 4 giugno prossimo, organizzato dal movimento LesbicoGayTrans,
Arcigay e Arcilesbica in testa. «Pacs o addirittura matrimonio
“alla Zapatero” mi interessano, certamente, ma non
sono la mia priorità» spiega Marina, seduta nel pubblico
milanese. «La mia battaglia è per il riconoscimento
della mia esistenza, fintanto che non oserò baciare la
mia compagna al ristorante, e non perché mi vergogni, ma
perché ho paura che qualcuno fuori mi offenda, o peggio,
mi picchi. Pago le tasse, eppure non ho gli stessi diritti degli
altri». Concorda Cinzia Ricci, autrice
dell’omonimo sito web di cultura lesbica, tristemente nota
per lo stupro subìto dalla sua compagna a Lucca l’anno
scorso da parte di assalitori rimasti ignoti: «Prima
che per il Pacs dobbiamo batterci affinché l’omofobia
diventi aggravante per un reato, esattamente come lo è
il razzismo. Ogni giorno ci succede qualcosa: tanti piccoli episodi
che, uniti, sono i particolari di un disegno orrendo». La
battaglia per il Pacs, secondo le associazioni intervenute a Milano,
è legittima, e la appoggeranno, così come la modifica
– se non l’abrogazione – della legge sulla procreazione
medicalmente assistita o la possibilità per i single di
adottare un minore. Ma non è prioritaria. Da una parte
Cristina Gramolini, presidente nazionale Arcilesbica, rivendica
i diritti delle coppie omosex. Dall’altra, le associazioni
intervenute a Milano preferiscono spostare l’accento sui
diritti della singola donna, il “pride” (l’orgoglio
in inglese) della propria diversità, il valore aggiunto
della propria “visuale marginale”, come sottolinea
Anita Sonego di Soggettività lesbica, in coro con le rappresentanti
di associazioni come Pianeta Viola di Brescia, Lista Lesbica (che
gestisce una lista online), Linea lesbica (linea di aiuto che
risponde allo 02 63118654), il gruppo Cdm. C’è ancora
molto lavoro “culturale” da fare: nelle scuole, si
dice a più voci. O tra le pagine della narrativa lesbica,
spiegano le intellettuali Liana Borghi e Margherita Giacobino.
L’immaginario collettivo eterosessuale si rappresenta le
lesbiche in modo raccapricciante, vogliono dimostrare le appassionate
di cinema dell’associazione bolognese Visibilia, organizzatrici
del festival lesbico “Immaginaria”. Una ricca sequenza
di spezzoni cinematografici presenta stupri, assassini, sguardi
da pazze, suicidi: dal recente “The Monster” ai polpettoni
hollywoodiani tipo “Quelle due”, le lesbiche fanno
sempre una brutta fine. Conclude così Katia Acquafredda,
di Lista Lesbica: non sarà mai troppo tardi, per Palazzo
Isimbardi.
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IL
PAESE DELLE DONNE ON-LINE
Diritto
per tutte e tutti alla libertà nel gestire corpo, affettività
e sessualità
16
settembre Manifestazione Nazionale a Catania
Di Elena Biagini - 29 Agosto 2006
Appuntamento
a Catania per riaffermare anzitutto l’attualità dell’antifascismo
e l’opposizione al revisionismo, il rifiuto della violenza
contro donne, lesbiche, gay, trans, stranieri/e.
Ogni
28 giugno il Circolo Open Mind di Catania organizza un pride regionale
per le vie della città etnea: lesbiche, gay, transessuali
di Sicilia portano così in strada il loro orgoglio che
significa ripudio della vergogna, del nascondimento, dell’omertà.
Ma
quest’anno, i neofascisti di Forza Nuova, armati di spranghe,
hanno cercato di interrompere la manifestazione con un corteo
non autorizzato aperto dallo striscione “Le perversioni
non si manifestano, si curano”.
La
polizia ha bloccato per due ore il corteo autorizzato del Pride,
permettendo che un centinaio di neofascisti continuassero indisturbati
a urlare slogan e insulti contro gay lesbiche e trans e a sventolare
bandiere fasciste.
Non è la prima volta che Forza Nuova attacca lesbiche,
gay e trans, d’altro canto nella loro piattaforma politica
(vedi www.forzanuova.org) troviamo al primo punto l’abrogazione
della 194, seguita dal progetto di riportare “famiglia e
crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale”
ed ancora il “ripristino del concordato (quello del 1929,
ovviamente, firmato da Mussolini) e difesa delle tradizioni”.
Si
tratta quindi di un fascismo violento e tradizionalista che cerca
e trova accordi con i settori più reazionari della chiesa
cattolica. Questi neri figuri ritengono che la società
debba essere ordinata, strutturata attraverso l’istituzione
della famiglia concepita come un modello unico, è cioè
bianca, cattolica, eterosessuale, prolifica e gerarchica: l’uomo
produce e comanda, la donna genera e obbedisce. Discorsi ben noti
e arcaici ma non del tutto vinti, perché FN organizza fin
dalla sua fondazione (1997) attacchi, spesso violenti, a tutte
quelle soggettività che disturbano il loro progetto sociale:
scritte insultanti, attacchi ai pride, aggressioni a persone extracomunitarie
e nel 2004, a Lucca, lo stupro “punitivo”
ai danni di una ragazza dichiaratamente lesbica.
Più
in generale la loro pratica politica è fatta di accoltellamenti,
sedi di associazioni partigiane e centri sociali incendiati e
devastati, irruzioni nei reparti ospedalieri in cui si pratica
l’interruzione di gravidanza, violenze razziste e omofoniche.
Oggi l’aggressione squadrista di Catania, tollerata dalla
polizia, è l’esito di oltre due decenni di revisionismo
storico che sono serviti a sdoganare formazioni neofasciste e
neonaziste responsabili delle crescenti minacce quotidiane e violenze
contro donne e uomini che rappresentano la diversità, sia
essa politica, sessuale o ‘etnica’. A partire da tutto
ciò, il Circolo Open Mind di Catania ha indetto per sabato
16 settembre la manifestazione nazionale Orgoglioso antifascismo:
per riaffermare anzitutto l’attualità dell’antifascismo
e l’opposizione al revisionismo, il rifiuto della violenza
contro donne, lesbiche, gay, trans, stranieri/e, il diritto di
tutte e di tutti alla libertà nel gestire il corpo, l’affettività,
la sessualità.
L’Italia
è lunga e stretta e la Sicilia è lontana da molte
delle nostre case ma sembra particolarmente importante il 16 settembre
andare in molte a Catania, dimostrando che la difesa di libertà
conquistate è appannaggio di molte e diverse soggettività.
Sarà possibile prendere un treno speciale che percorrerà
la tratta Milano - Catania fermandosi nelle maggiori località
(info www.facciamobreccia.org).
Per adesioni alla manifestazione opencatania@tiscali.it
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RAZZISTERIA: DESTRA FASCISTA IN ITALIA E NELLA "ROSSA" TOSCANA
Segnalo questa piccola inchiesta realizzata da Saverio Tommasi e Ornella De Zordo, presumibilmente realizzata nel 2008. Ringrazio gli autori che dimostrano non solo di conoscere il caso qui documentato, ma, incredibilmente, lo citano nel loro documento.
www.unaltracittaunaltromondo.it - www.saveriotommasi.it - www.arcoiris.tv |
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18
APRILE 2004 - REAZIONI DELLA STAMPA
- Dal 9 Giugno al 10 Luglio 2004 |
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SUL
PESTAGGIO DI EDOARDO SEGHI IN RELAZIONE ALL'AGGRESSIONE DEL 18 APRILE
- Dal 18 Agosto al 2 Novembre 2004
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SUI
FATTI DI VIAREGGIO DEL 18 AGOSTO 2006 IN RELAZIONE ALL'AGGRESSIONE
DEL 18 APRILE
2004 - Articoli e comunicati raccolti
dopo la conferenza stampa |
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L'ARCHIVIAZIONE
DEL CASO DI LUCCA SECONDO LA STAMPA -
Articoli del 5 Settembre 2006 |
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