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Aggiornato Domenica 30-Set-2007

 

Parlando della manifestazione di Lucca, quando ho chiesto: “MA DOVE ERAVATE?” mi è stato detto: “ma non hai capito niente, cosa ci sei andata a fare alla manifestazione di Lucca, non sai che è stata organizzata dalle pari opportunità e dai DS che l’hanno voluta tranquilla e silenziosa?”… COSA CI SONO ANDATA A FARE? I DS???

Una lesbica è stata stuprata da 2 fascisti per punirla del suo lesbismo, per negare la sua vita e reprimerla… Non so cosa pensiate o abbiate capito voi, ma più che altro non capisco né condivido il vostro modo di fare politica. Un fatto così assurdo, violento, pericoloso anche per la mia stessa visibilità e sopravvivenza, che nega non solo la vita di una lesbica di Lucca, ma anche la mia e quella di tutte le altre donne, non soltanto lesbiche, secondo voi non necessita di una risposta forte e decisa di tutte perché riguarda tutte, non solo lei? Non necessita di un “NO” che non può essere taciuto e accettato? Uno dei modi di dare una risposta, non è, appunto, manifestare? E non è forse Lucca la città dove era più importante farlo non solo perché è lì che è successo (questa volta), ma per dimostrare con i fatti la propria solidarietà a Cinzia e Sara? Dimostrare loro che non sono da sole a dover gestire ed affrontare ciò che le sta succedendo anche per aver avuto la forza di denunciarlo pubblicamente? NON È CERTO MANDANDO UN’ADESIONE SENZA POI ANDARCI CHE SI DIMOSTRA DI AVER CAPITO, DI ESSERE DAVVERO, SINCERAMENTE DALLA PARTE DELLA VITTIMA…

Le adesioni che ho letto di molti gruppi e singole persone (che però a Lucca non c’erano!), all’inizio mi hanno dato forza, poi mi hanno lasciato solo un fondo di amarezza. Amarezza per le loro parole vuote, che stridevano e rendevano ancora più evidente la loro assenza in un momento in cui sarebbe stato importante esserci. Non è rimanendosene a casa che si esprime solidarietà, rispetto e comprensione. Se davvero aveste rispettato la vittima, se l’attenzione fosse stata rivolta a lei (solo a lei perché questa era ed è la cosa che conta), sareste state al suo fianco fregandovene delle modalità decise o suggerite. MA VOI DITE CHE IL MODO IN CUI È STATA ORGANIZZATA LA MANIFESTAZIONE NON ERA DI VOSTRO GRADIMENTO... Che la manifestazione sia stata organizzata dai DS con una modalità che non mi/vi appartiene, mi sembra una spiegazione ridicola e non vi giustifica neanche un po’… Quello che è successo a Lucca riguarda chiunque, soprattutto le donne, e che fosse organizzata dai DS o da chiunque altro non avrebbe dovuto essere un fatto rilevante. Io a Lucca volevo esserci e non sono certo le “direttive” di un’istituzione o di chicchessia che non mi ci fanno andare. Ci vado con i miei contenuti e il mio modo di manifestare… soprattutto se non condivido quello che vogliono fare loro! Non mi va che un argomento così grave come lo è lo stupro, sia gestito da un modo di fare politica che lede e limita il mio anche chiedendomi di stare zitta quando sento il bisogno di urlare, ma non sarei mai rimasta a casa solo per questo. Non ho certo l’abitudine di andare alle manifestazioni per presenzialismo o a traino di altre, ci vado perché mi va, perché penso che sia utile, necessario, ci vado con il mio vissuto politico e, spero, al fianco di altre che lo condividono.

Prima di fissare la data definitiva della manifestazione, sono circolate delle mails che motivavano in modo comprensibile e inequivocabile le difficoltà incontrate. Cinzia e Sara non erano in grado di organizzare un evento di questa portata, tuttavia sentivano la necessità che si concretizzasse su iniziativa di chiunque, al di là del proprio orientamento politico. Ebbene, le donne delle pari opportunità di Lucca, pur avendo modalità diverse dalle mie e da quelle di molte altre, comprese Cinzia e Sara, hanno avuto la volontà di farsene carico e si sono rimboccate le maniche come sapevano e potevano. Questa è la realtà. Invece di colpevolizzarle dovremmo ringraziarle per aver lavorato al posto nostro, senza la nostra collaborazione. È vero che non ce l’hanno chiesta, ma è altrettanto vero che nessuno di noi si è fatto avanti per offrirla, quindi cosa ci lamentiamo a fare?

Chiariamo: Cinzia e Sara si muovono al di fuori delle istituzioni, non ne fanno parte, per loro stessa ammissione… quindi asserire il contrario è falso. Se hanno scelto di manifestare in silenzio, in testa alla manifestazione con il tamburo, è anche perché le donne delle pari opportunità di Lucca ci sono e possono proteggerle ed aiutarle più di noi che abitiamo in un’altra città e forse non siamo nemmeno interessate a farci carico della loro vicenda. Il dibattito che è in corso sta superando il limite, è strumentale, uno scarica barili – serve solo a mascherare le nostre responsabilità.

E poi, Cinzia o Sara non hanno mai detto che ci saremmo dovute adattare ad un determinato modo di manifestare.

Mi ha trasmesso molta forza, ha sedato l’amarezza che avevo vedere che Cinzia si è comunque vissuta abbastanza bene questa manifestazione. Ma alle sue spalle, insieme alle persone che erano presenti (forse un centinaio, che un po’ mi hanno ricordato le donne in nero), avrebbero dovuto esserci altre componenti urlanti, gioiose, furiose che avrebbero dato davvero forza e significato alla manifestazione, a quello che Cinzia e Sara stanno facendo, alla loro denuncia pubblica. Ho sentito molto la mancanza delle donne in questa manifestazione. Ognuna vi avrebbe dovuto partecipare con i propri contenuti, i volantini, gli striscioni, la propria voce, specie se in disaccordo con le modalità suggerite. Questo sarebbe stato un vero atto di solidarietà: esserci e continuare ad esserci…

Sinceramente né io né le altre donne che ho incontrato venute da altre città abbiamo capito il motivo di questa grande assenza.

Alle organizzatrici ho bisogno di dire che in realtà la manifestazione ha inciso veramente poco sulla città. Lucca non sapeva nulla di questa manifestazione che vi è passata attraverso quasi inosservata. Tutte le persone alle quali ho chiesto informazioni perché non conoscevo la strada per arrivare al punto di ritrovo, non ne sapevano niente. È sempre stata prassi tappezzare la città con i volantini delle manifestazioni indette, ma io non ho visto nulla sui muri. Solo le persone che abbiamo incrociato casualmente per le strade del centro hanno saputo della manifestazione, e solo quelle più sensibili o con un po’ di tempo a disposizione per leggere il volantino ne hanno capito le motivazioni. Troppo poco, mi sembra.

Che senso ha organizzare un evento di questo tipo se non parla, comunica con tutta la cittadinanza? Proprio perché Lucca è una piccola città benpensante, repressa, si doveva preferire un altro modo di manifestare, secondo me, più incisivo di quello che si è scelto. In ogni caso si doveva assolutamente fare in modo che tutti ne fossero informati, non solo i pochi eletti che hanno il computer!

Era ed è necessario scuotere le coscienze, svegliare questa città che di fatto legittima e dà spazio ad atti di violenza perpetrati non solo contro gli omosessuali. Perché non avete ricoperto i muri di lucca con manifesti e adesivi che rimangono anche dopo la manifestazione e non la fanno dimenticare tanto in fretta? Ma forse questo non è molto politically correct! Meno lo è sicuramente quello che è successo a Cinzia e Sara – è sconfortante doverlo ricordare...

Se fossero venute tutte le donne che mi avevano assicurato di esserci, avrei allegramente sbombolettato sui lindi muri di Lucca, anche se di solito non lo faccio, e mi sarebbero sembrate molto assurde e fuori luogo le recriminazioni di una città che si lamenta delle scritte ma non degli stupri e delle violenze che la caratterizzano! Ma capisco l’indignazione: non tutte le scritte sono un segno di vandalismo, alcune hanno un contenuto politico, danno visibilità a certi argomenti, costringono a prenderne atto – ecco perché danno tanto fastidio, certamente più di quello che è taciuto o tenuto sotto silenzio.

Non capisco davvero perché molti gruppi e collettivi non siano venuti… speravo in loro per segnare almeno il percorso della manifestazione… purtroppo al quanto breve! Il venerdì non è neanche uno dei giorni migliori per indire una manifestazione – la gente normale, lavora… anch’io. E tuttavia ho preteso un giorno di permesso. Possibile che tutte le donne assenti non avessero questa stessa possibilità? Possibile che siano tutte così ligie al lavoro? Sto provocando, ovvio… se non vi fa muovere un fatto come questo io non so di quale femminismo stiamo parlando e quale stiamo vivendo.

Francesca da Bologna.

 

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