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Aggiornato
Domenica 06-Gen-2008
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Ha un odore di colline e pietre che battono, Lucca. Sa di buono, e di buono ha molto, ma non tutto. A Lucca, tra la storia e gli ulivi, si nascondono ancora i fantasmi. Travestiti, certo, mascherati o alla moda. Ho imparato che non è vero che sono solo favole, l’Orco Cattivo esiste davvero e la sua malvagità si tocca con mano. Suonano
le campane, si riempiono le chiese, poi i ristoranti e si passeggia, allo
scoperto. E allo scoperto, qualche volta, esce anche chi ha qualcosa da
dire, o da tacere. Come ieri. Una fila di cacciatori di Orchi è
passata sopra le pietre che battono, sulle strade di Lucca. Ha fatto chiasso,
la fila bianca, ma non ha detto una parola; nemmeno una. Perché?
Perché la malvagità dell’Orco cattivo è indescrivibile.
Perché il vuoto che lascia intorno a sé non ha parole. E quell’Orco, che è il buco nero, una piccola stella l’ha inghiottita davvero. Perché? Silenzio. Da chi? Silenzio. E noi che si fa? Si sta zitte? Si, ma non si sta ferme. Si esce allo scoperto, armate di solidarietà, di schifo e di ribellione, perché l’Orco non l’abbia vinta, perché la stellina inghiottita dal buco nero possa gridare aiuto e trovare mani, TANTE MANI a tirarla fuori, a permetterle di restare al suo posto, quello che le spetta di diritto, COME A TUTTE QUANTE LE STELLE.
Dall’autore: Questo è il racconto di un tardo pomeriggio di luglio, di una giornata fatta di KM, di emozioni, d’impotenza e d’impazienza. Una giornata che si è conclusa il giorno dopo perché ha portato con sé troppe cose per le canoniche 24 ore ed io ho ricevuto venerdì più doni che a Natale. Desidero fortemente ringraziare di cuore tutte quelle voci che mi hanno parlato, che mi hanno ascoltato; tutte quelle persone che mi hanno aperto le porte di casa per farmi dormire, per nutrire il mio stomaco, la mia anima e la mia mente. Grazie a tutte le donne che mi hanno offerto un filo da intrecciare al mio. Laura Chiavellati
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