Eccoci
di nuovo a Lucca dopo l’ultima violenza: questa volta è toccato
ad Edoardo - un pestaggio di 25 minuti, fra troppi spettatori inerti,
indifferenti.
Il 9 luglio a manifestare contro lo stupro di Sara c’era, nello
sparuto corteo, un gruppo di anime e di cervelli che hanno dato luogo
ad un’iniziativa: Collettivo 9 Luglio. Il 9 luglio è stata
la data del silenzio, del corteo imbavagliato, ora vogliamo che sia la
data della fine del silenzio, della fine dell’assenza e della complicità
con la violenza.
Il collettivo è nato da contatti spontanei, tra persone di ogni
parte d’Italia, avvenuti dopo il faticoso diffondersi della notizia
della violenza su Sara e delle minacce a Cinzia. Ci ha colpito il silenzio
di chi doveva parlare, la rassegnazione di chi potrebbe essere colpito,
l’indifferenza di chi si sente immune.
Le nostre idee hanno iniziato a circolare, la voglia di agire è
stata prepotente. Niente più deleghe e rappresentanze, se altri
non si muovono lo facciamo noi. Un altro nodo nell’immensa rete
di quelli che credono che un altro mondo sia possibile. Il primo obiettivo:
un osservatorio sulla violenza omofobica contro le donne, con raccolta
di dati e studio del fenomeno, rivolgendoci a chiunque si occupi di sostenere
legalmente o psicologicamente le donne vittime di stupri/violenze e mobbing
(perché non dobbiamo dimenticare che una forma di violenza molto
diffusa è la discriminazione sul posto di lavoro a causa del proprio
orientamento sentimentale/sessuale), consultori, centri di ascolto, associazioni,
telefoni amici, centri pari opportunità, sindacati.
Sì, ancora, in Toscana - perché un’altra persona è
stata punita per il coraggio delle sue idee e delle sue azioni. Lucca
sembra diventata il centro della nostra nazione; per chi è abituato
a muoversi verso la capitale per partecipare a grandi manifestazioni nazionali,
è strano venire qui, eppure è importante esserci perché
questa città è un laboratorio di repressione e violenza,
qui è in corso da anni un’escalation di episodi che fanno
rabbrividire, per la ferocia, per la sfrontatezza, per la devastazione
che si sta operando sulle coscienze e sui cervelli.
La violenza verso Sara e Cinzia è stata perpetrata a causa del
loro orientamento sessuale, per indurle a tornare nell’ombra, nel
silenzio, ma è un errore relegare la vicenda ad una questione di
omofobia. Sara, Cinzia, Edoardo, e gli altri giovani che sono stati colpiti,
sono vittime della stessa cultura, che nutre e cresce un’ideale
fascista, di esclusione, discriminazione, odio, paura e diffidenza; chi
distrugge, massacra e stupra è coperto dall’omertà,
agisce contando su tanta protezione. Per lo stesso motivo è sbagliato
limitarsi a considerare la presenza di Forza Nuova in città quale
unica responsabile, perché il brodo di coltura nel quale sono cresciuti
quei bravi ragazzi è ovunque, non solo nelle sedi di certe organizzazioni,
certi partiti - quel brodo legittima le loro azioni, e il silenzio, l’indifferenza,
o peggio, la tacita approvazione, completano l’opera.
Discriminazione razziale, religiosa, sessuale, di classe, non manca niente
all’appello, tutto cresce sulle macerie d’ideali che da tanto
tempo si piangono come perduti - è ora di rompere il silenzio e
gli indugi, di ricostruire: mattone su mattone.
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