Contro
omo/transfobia: appello alla comunità
ALLARME!
ESISTENZE NEGATE
Lucca:
Giovane donna violentata da un gruppo di uomini perché portasse
quel messaggio alla sua compagna, lesbica visibile e militante.
Lucca:
Ragazzi a scuola spezzano le gambe a una liceale colpevole di essere
lesbica.
Padova,
Verona: Attivisti gay ripetutamente picchiati perché smettano
di portare avanti il loro lavoro di educazione alla civiltà.
Pestaggi,
intimidazioni, stupri. Fino ad arrivare agli omicidi, quelli 'consumati
nel torbido ambiente omosessuale' quelli delle transessuali nelle
strade, di cui la stampa si occupa in trafiletti minuscoli e nascosti
nelle pagine locali, come è accaduto recentemente a Bergamo
dove una giovanissima trans brasiliana è stata brutalmente
assassinata nel silenzio mediatico mentre tutti i tg ci informavano
in tempo reale dell'assassinio di un carabiniere. Anche da morti
gli esseri umani sono ben lungi dall'essere considerati uguali.
Altro che "'A livella" di cui poetava Totò!
Odio.
Supremazia. Repressione violenta. Tutte azioni legittime, di chi
si sente investito del compito di esercitare la giustizia. Contro
di noi, ancora considerati cittadini di serie C.
COSA
FACCIAMO PER IMPEDIRE TUTTO QUESTO?
I
nostri diritti più basilari sono violati continuamente. Come
possiamo parlare di passi avanti, di unioni civili, per esempio,
quando abbiamo paura ad uscire di casa tenendoci per mano come tutte
le altre coppie? Ci vuol altro che una legge per legittimarci. Oggi,
che molte cose sono cambiate, che il movimento è cresciuto,
che ogni anno ci si ritrova per le strade a festeggiare l'orgoglio
della nostra "comunità varia", chiudiamo gli occhi
sugli orrori che ancora attentano alla nostra esistenza.
Il
nostro movimento non è forte come in altri paesi europei.
In Italia la logica è sempre stata di lasciar vivere i disgraziati
come noi finché servono e usare la loro debolezza per distruggerli
quando è più comodo. I nostri predecessori: clandestini
terrorizzati che respiravano di sollievo quando la polizia li arrestava
e li picchiava solamente, perché altrove, a essere diversi,
si rischiava la vita.
Siamo
ancora noi, per primi, che pensiamo di non essere all'altezza di
una pari dignità con gli altri cittadini? Siamo noi che non
abbiamo ancora incamerato nel nostro inconscio il concetto che abbiamo
il diritto di esistere? Siamo ancora come i nostri nonni? Crediamo
che se facciamo le cose in silenzio e di nascosto, possiamo sperare
di vivere ancora un po' la nostra vita 'deviata'?
E
che succede alla nostra mente quando ciò che maggiormente
temiamo, quando i nostri incubi diventano realtà? Censuriamo.
Speriamo che non sia vero. Arriviamo a dubitare che lo sia.
A Cinzia e alla sua ragazza Sara è accaduto proprio questo.
L'incubo si è avverato. Attorno a loro si è mossa
impacciata una comunità troppo terrorizzata e impotente,
troppo frammentata e sparuta. Una nostra sorella è stata
toccata dall'odio. E noi non siamo riusciti a fare abbastanza. Abbiamo
premesso di creare una breccia di debolezza nella nostra comunità,
nella nostra identità. D'ora in poi, gli aggressori, i detentori
della giustizia della società dei 'normali', si sentiranno
ancor più legittimati dal nostro silenzio. E agiranno di
nuovo, domani, un po' più forti.
Mentre mettiamo a punto questo comunicato, ci arriva la notizia
di un altro pestaggio a Lucca, la sera di ferragosto. La vittima
è un ragazzo comunista, gli aggressori si definiscono nazisti.
Dopo averlo picchiato per 25 minuti, procurandogli gravi danni al
volto, se la prendono con un extracomunitario.
La solidarietà evidentemente non basta: dobbiamo difenderci,
convincerci che
NON SIAMO CITTADINI DI SERIE C!
Il
presente comunicato è un appello alla lotta.
Against
trans/homophobia
WARNING!
DENIED
LIVES
Lucca:
Young woman is raped by a group of men. They wanted her to bring
their repression message to her partner, a visibile lesbian activist.
Lucca:
High school boys break the legs of a girl, whose only fault is being
lesbian.
Padova,
Verona: Gay activists are beaten up in order to stop them from carry
on their educational work.
Beating
up, threads, rapes. And then murders, committed ‘in the turbid
homosexual circles’, or at the expenses of transgender people
in the streets. No news on Tv. Newspapers speak about them just
in short articles hidden in the local pages. It recently happened
in Bergamo, where a young brazilian transwoman has been killed and
no national news spoke about the fact, while every national television
news informed us about the murder of a policeman. Human beings are
far from being considered equal even when they die!
Hate.
Supremacy. Violent repression. These are all legitimate actions
performed by those who feel themselves invested with the task of
wielding justice.
WHAT
ARE WE DOING TO STOP THEM?
Our
basic rights are violated over and over again. How can we possibily
talk about our victories, about civil rights, for example, when
we are scared of simply walking in the street hand in hand with
our partner, like all the other couples do? It takes more than a
law to legittimate us.
Today,
many things have changed; our movemend has grown up; every year
we gather in streets and squares to celebrate our Pride. And yet
we close our eyes before the horrors, which still endanger our lives.
Our
movement is not as strong as in other European countries. Italy’s
logic has always meant to let the wretched like us live until they
are useful, and then use their weakness as a weapon to destroy them
when it’s more convenient. Our ancestors were scared clandestines
breathing from relief when the policemen arrested them and just
beat them, because elsewhere people who were different risked their
lives.
Maybe
we are the first who believe we are not as worthy as the other citizens.
Maybe we still doubt about the rightness of our existence. Maybe
we are still like our grandparents. Do we believe that, if we do
things secretly and silently, we could hope to live our “degenerate”
lives a little longer?
And
what happens to our minds, when our nightmares, what we mostly fear,
become real? We censor, repress. We pray it isn’t true. We
even doubt it is.
It
just happened to Cinzia and her fiancée Sara. Their nightmare
has become true. A clumsy community moved around them, but it was
too scared and powerless, too fragmented and scanty. One of our
sisters has been touched by hate. And we haven’t been able
to react properly. We let them make a breach of weakness into our
community, into our identity. From now on, the agressors, the holder
of straight society’s justice, will feel themselves even more
legittimate by our silence. And tomorrow they will act again, a
little stronger.
While
we’re writing, we learn about another beating up in Lucca,
on August 15th. The victim is a communist boy, the agressors called
themselves nazi. After beating him up for 25 minutes causing him
serious damage to his face, they took it out with an immigrant man.
Nobody intervened.
Solidarity
isn’t enough: we need to defend ourselves, we need to convince
ourselves that
WE’RE
NOT 3rd CLASS CITIZENS!
This
press release is a battle call.
Genova,
18/08/04
Cinzia
Ricci www.cinziaricci.it
Davide
Tolu, Mirella Izzo, Matteo Manetti
Crisalide
Azione Trans, Coordinamento Trans FtM
Comunità
Varia, Archivio Consoli, CIGS - Centro Interculturale GLBT Senese
Circolo Ganimede onlus...
Massimo
Consoli, Laura Chiavellati, Ornella Marcato e Fabio Cozzo, Nicoletta
Poidimani, Marina Re, Giacomo Andrei (Presidente CIGS - Centro Interculturale
GLBT Senese Circolo Ganimede onlus)... |