Riordinando
i documenti che compongono questa sezione, per caso ho rivisto
in sequenza prima la foto di Bella Martinez,
transessuale ventiquattrenne morta assassinata a Los Angeles,
e poi quella di Fanny Ann Eddy, attivista lesbica
madre di un bambino morta l’anno scorso, anch’essa
brutalmente assassinata.
Come
sempre ho cercato nello sguardo la vita, nei tratti somatici la
storia – e sono precipitata in un abisso disperante. Furono
persone che amarono, soffrirono, risero. Sognarono e lottarono
per un mondo libero nel quale ogni persona abbia il diritto di
vivere, libera - e per questo morirono. Assassinate. Perché
la smettessero di ricordarci quanto stupidamente conduciamo le
nostre esistenze, in quante anguste galere le costringiamo trascinandoci
appresso fantasmi, consanguinei e simili, di quali feroci indifferenze
e violenze siamo capaci – pur di non vedere, continuare
a non capire, crederci superiori anche a costo della vita degli
altri, spesso sulla loro pelle, dimentichi che non c’è
libertà per nessuno là dove la libertà non
è di tutti.
Di
queste donne belle e rare, mai più respiri, parole, odori.
Solo fotografie e parole - scritte. Grida di dolore - inascoltate,
solitarie. E orgoglio, bellezza, dignità.
Giustizia,
verità, amore - ogni anima oltraggiata non chiede che questo,
e per questo vive, paga, troppo spesso muore a causa dell’odio
e del disprezzo, in un silenzio che espone e rende complici.
Idealmente
stringo e fortemente amo chi getta il suo corpo nella lotta anche
a costo di perderlo – perché la vita di un essere
umano nulla vale e a nulla serve se è acritica, asservita
sopravvivenza senza consapevolezza, generosità, partecipazione.
Cassino
(Frosinone). Renato Lena, 48 anni, infermiere,
è trovato cadavere, nudo, nella sua casa, ucciso
da una coltellata al cuore. Reo confesso un giovane 24enne
di Salerno, militare di leva, Nicola Cicala. Condannato
a 14 anni per omicidio volontario, in appello a 8 anni
per omicidio preterintenzionale. Dichiara che voleva solo
ferire e non uccidere.
2 NOVEMBRE 1995
Mogliano
(Treviso). Carlo Trabucco, 64 anni, commerciante,
è massacrato di botte e poi ucciso con il cranio
sfondato nella sua casa. Sospettato un giovane slavo che
frequentava da un po' di tempo, scomparso anche dalla
pizzeria dove lavorava.
11 NOVEMBRE 1995
Roma.
Dopo le dichiarazioni del capo della Polizia, Fernando
Masone, che agli inizi del 1993 parlò di "un
nuovo spirito di collaborazione tra la comunità
e le forze dell'ordine" (sottolineando che non avrebbe
più permesso quella forma di sottile discriminazione
alla quale erano sottoposti i gay proprio da parte degli
agenti) e in seguito a vari esposti anonimi, il vice ispettore
Giuseppe Miracapillo, invia la polizia del Celio a sequestrare
il registro dei soci e a porre i sigilli alla sede della
Gay House in via Ghiberti 8/b (regolarmente assegnata
all’associazione ma, dopo 4 anni, ancora senza regolare
contratto di affitto per inadempienza dell’IACP).
1995
Modena.
Marisa e Renata si incontrano in una fabbrica di ceramica
dove lavorano. E si innamorano. Comprano una casa e aprono
un allevamento di polli. Gestiscono insieme, con il passare
degli anni, una pizzeria, un bar, una rosticceria. Trascorrono
30 anni. Una sera restano coinvolte in un incidente stradale.
Marisa si salva, Renata finisce in terapia intensiva,
può ricevere visite limitate e solo una persona
per volta. Marisa chiede di vederla, permesso negato.
Solo i parenti. Renata ha un fratello che vive a Philadelphia.
Che non viene mai a trovarla. In sette mesi Marisa riesce
a vedere la sua compagna soltanto sette volte. Renata
muore sola, il fratello torna e reclama l'eredità.
Marisa è costretta a «ricomprarsi»
metà della casa e della rosticceria.
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