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REPUBBLICA DI WEIMAR
Fermenti culturali a Berlino |
Superata una fase di stasi a metà dell’Ottocento, la città divenne, con una vera e propria fioritura di palcoscenici (15, a contare i maggiori, furono aperti dal 1850 al 1890) e soprattutto con la fondazione del Deutsches Theater (1883) ancor più della Freie Bühne (1889) di O. Brahm, il vero centro propulsore del teatro tedesco. Nel 1882 fu inaugurata anche l’Orchestra Filarmonica. Da citare è anche l’attività dell’orchestra della Radio (dal 1925) e delle numerose associazioni corali. Le iniziative del Deutsches Theater e della Freie Bühne confluirono di fatto nel 1894, quando Brahm divenne direttore del Deutsches Theater facendone la sede più autorevole del teatro naturalista. Gli succedette nel 1904 Max Reinhardt (il quale ha avuto fra le sue allieve importantissime artiste dell’epoca fra le quali Leni Reifenstahl, Marlene Dietrich e Lotte Reiniger) che non limitò la sua attività al Deutsches, ma spaziò dal cabaret al circo, dalla saletta sperimentale alla grande sala con 5000 posti (il Grosses Schauspielhaus), in un eclettismo di repertorio e di messinscene che abbracciava l’intero fenomeno teatrale. Nel 1890 era peraltro partito da Berlino il movimento della Volksbühne, inteso a rendere il teatro accessibile alle masse popolari e proletarie, mentre nell’opera imperava Richard Strauss.
Gli anni del primo dopoguerra videro la città ancora all’avanguardia del nuovo teatro, con gli spettacoli espressionisti di Max Reinhardt, J. Fehling e soprattutto L. Jessner e con il teatro politico di E. Piscator, mentre alla Staatsoper (ex Königliche) si affermavano le voci nuove della lirica.
L’avvento del nazismo impose un teatro puramente propagandistico e decorativo.
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L’arte dal neoclassicismo alla Nuova Oggettività