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REPUBBLICA DI WEIMAR
L’arte dal neoclassicismo alla Nuova Oggettività |
Al principio del sec. XX, mentre nell’alveo della tradizione ballettistica si afferma a Dresda, Francoforte, Monaco, Berlino e Vienna la personalità di Heinrich Kroeller, la Germania accoglie trionfalmente il credo innovatore di Isadora Duncan, che proprio nella capitale tedesca coglie uno dei suoi primi significativi successi e fonda la prima delle sue innumerevoli scuole, affidandone la direzione alla sorella Elisabeth.
Anche il coreografo, teorico e riformatore ungherese Rudolf Laban fonda a Monaco (1910), la sua prima scuola cui seguirono moltissime altre. A Berlino, dov’è nominato direttore del ballo all’Opera di Stato (1930-34), egli trasferisce anche il suo importante Istituto Coreografico – fondato a Warzburg nel 1925 – facendone un vivace centro di ricerca, con ramificazioni e corrispondenze in tutta la Germania. Nell’Università della capitale, in quello stesso periodo, tengono i loro corsi di storia e teoria della danza docenti del calibro di Curt Sachs e Fritz Boehme.
Questo, insieme al diffondersi a macchia d’olio del movimento moderno, fa della Germania, nel momento della massima affermazione della “rivoluzione” djagileviana nel balletto e del rinnovamento fokiniano, il cuore della ricerca coreutica europea nonché, grazie alla presenza di artisti quali Mary Wigman, Kurt Jooss, Harald Kreutzberg, Gret Palucca, Yvonne Georgi, la culla del movimento espressionista nella danza o “Ausdruckstanz”.
L’avvento del nazismo soffocò e in alcuni casi strumentalizzò, il modernismo costringendo molti suoi protagonisti – fra cui Laban e Jooss – all’esilio.
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