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REPUBBLICA DI WEIMAR
L’arte dal neoclassicismo alla Nuova Oggettività |
Tra la fine del secolo e il 1930 la Germania detenne una posizione di primo piano nel rinnovamento dell’architettura. Lo stile liberty (Jugendstil) vi acquistò precocemente accenti funzionali per influenza degli architetti della secessione viennese, dell’architetto belga H. Van de Velde (che nel 1906 fondò a Weimar una scuola d’arte) e dello scozzese Ch. R. Mackintosh.
Fra i primi architetti tedeschi della nuova tendenza vi è H. Muthesius, che tra il 1896 e il 1903 si recò in Gran Bretagna per incarico del governo prussiano a studiarvi l’architettura locale e nel 1907 fondò a Berlino il Deutscher Werkbund, la prima scuola d’arte industriale, intorno al quale si raccolsero i rappresentanti dello stile razionale, tra cui P. Behrens (fabbrica di turbine AEG di Berlino, 1909), il suo discepolo W. Gropius (fabbrica Fagus di Alfeld, 1911; fabbricati da esposizione del Werkbund di Colonia, 1914), L. Mies van der Rohe (casa Kröller, 1912).
Dopo la Prima guerra mondiale l’architettura risentì del movimento espressionista (Chilehaus di Amburgo, di F. Höger, 1923; Teatro di Berlino, di H. Poelzig, 1919; torre Einstein di Potsdam, di E. Mendelsohn, 1921), ma ben presto, intorno al 1925, si affermò nuovamente la tendenza razionale, che ebbe il suo massimo rappresentante in W. Gropius, fondatore nel 1919 del Bauhaus di Weimar.
Meno importante per il magistero artistico ma più raffinato e aperto verso il futuro si mostrò L. Mies van der Rohe, autore soprattutto di case di abitazione.
Con l’avvento del nazismo il Bauhaus fu costretto a chiudere e gli artisti e gli architetti tedeschi dovettero emigrare o fuggire.
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