1) Criminale ustasha impegnato a tagliare la gola ai sopravvissuti dell’ennesimo massacro di ebrei ed altri civili, si mette in posa con il coltellaccio bene in vista. Sullo sfondo dell’elaborazione, la strada di un luogo non identificato su cui i soliti malinformati hanno scritto “La Shoa è una truffa”.
2) Allegra famigliola nazifascista affiliata al National Socialist Party (American Nazi Party) durante una manifestazione indetta contro l’immigrazione e svoltasi a Columbia il 21 Aprile del 2007. A destra, una delle foto più note della seconda guerra mondiale, scattata nel ghetto di Varsavia nel 1943 durante un rastrellamento. Il bambino con le mani alzate si chiama Tvsi Nussbaum. A quel tempo aveva sette anni ed è miracolosamente sopravvissuto allo sterminio. Racconta: “I tedeschi chiamavano la gente davanti all'hotel Polsky. Avevano una lista, ma il mio nome non c'era. I miei genitori erano già stati ammazzati e io non sapevo che cosa fare. Allora sono uscito dalla fila e un tedesco ha gridato "Alza le mani" e io le ho alzate. Un altro ha detto: "E’ un bambino solo, tanto vale fucilarlo subito". In quel momento hanno scattato la foto". Suo zio Shalom uscì di corsa dalla fila e urlò: "Fermo, quello è mio figlio". Entrambi furono deportati nel campo di Bergen Belsen. Li liberano gli americani alla fine della guerra.
3) Altra simpatica nazifascista affiliata al National Socialist Party (American Nazi Party). Sullo sfondo, un soldato tedesco in procinto di uccidere due donne sovietiche durante l’Operazione Barbarossa.
4) C’è un odio, un desiderio di sterminio che mette tutti d’accordo. E’ condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani, a prescindere dall’appartenenza politica, il ceto sociale, il livello culturale, il genere, l’età, l’orientamento sessuale, la fede religiosa. In questa elaborazione ho riunito alcune foto scattate nel Maggio del 2008, durante la fuga dei Rom dal campo di Ponticelli, a Napoli. Il tentativo di linciaggio da parte della popolazione locale, fu ampiamente documentato - e giustificato. Dopo la fuga precipitosa, di notte, filmati dalle telecamere, tra file di residenti minacciosi e festanti (uno spettacolo indegno di un paese civile), le baracche furono date alle fiamme. La scintilla che accese la rivolta, si ebbe quando TV e giornali sbatterono in prima pagina la notizia del tentato rapimento di un bambino ad opera degli zingari, poi, però, dimenticarono di dire che si era trattato di un errore.
Oltre alle foto scattate a Ponticelli, ce ne sono due che documentano gli "studi" compiuti da Robert Ritter e Adolf Ludwig Würth sulla popolazione Rom e Sinti. Durante il Nazismo, Ritter (1901-1950) e Würth (1905-?) si occuparono di eugenetica giungendo alla conclusione che gli zingari fossero esseri inutili e pericolosi, indegni di vivere, affetti da varie e fantasiose malattie biologiche o razziali tra le quali l'ibridismo, l'asocialità, la tendenza al nomadismo e alla delinquenza. Secondo essi e i loro più stretti collaboratori (Eva Justin e Sophie Ehrhardt, per citarne due), la questione zingara non poteva essere risolta se non attraverso la sterilizzazione e lo sterminio soprattutto dei bambini. Dopo la guerra, Ritter è stato processato e assolto. Nel 1950 si è tolto la vita. I suoi collaboratori, invece, hanno prosperato... Adolf Ludwig Würth, ha lavorato sino alla pensione per l'Ufficio di Statistica di Stato del Baden-Wuerttemberg. Eva Justin (1909-1966), pur non avendo alcuna competenza, diploma o laurea in psicologia, ha lavorato come psicologa infantile ed ha ricoperto altri incarichi nell'ambito medico-psichiatrico e della previdenza sociale. Sophie Ehrhardt (1902-1990), antropologa, convinta sostenitrice della necessità di sottoporre a sterilizzazione le popolazioni Rom e Sinti che selezionò migliaia di zingari per la deportazione nei campi di sterminio, dopo il 1945 insegnò all'Università di Tübingen. Nel 1955, quando l'università prese il nome di Anthropological Institute, ne assunse la direzione e nel 1957 ne divenne professore straordinario. Nel 1958, su invito dell'Università di Poona, si recò in India dove condusse studi antropologici sulla popolazione. Infine, tra il 1966 e il 1970 ricevette congrui finanziamenti per condurre studi genetici finalizzati alla realizzazione di una Anagrafe degli Zingari. Hans Grebe (promotore degli esperimenti sui bambini condotti dal suo allievo prediletto Josef Mengele, medico delle SS a Birkenau e assistente di Otmar von Verschuer al Kaiser Wilhelm Institut per l'antropologia di Berlino), ebbe una cattedra all'Università di Marburg e successivamente diventò presidente della Lega tedesca dei Medici sportivi. Carl "Hans Heinze" Sennhenn (1895-1983), psichiatra ed eugenetista (direttore del manicomio Heilanstalt Brandeburgo-Goerden in cui fece uccidere migliaia di bambini donandone il cervello ai ricercatori nazisti, addestratore dei medici che attuarono l'Aktion T4, il programma di eutanasia), fu processato e condannato per crimini di guerra a soli sette anni di carcere. Dopo il suo rilascio, divenne dirigente dell'ambulatorio di psichiatria giovanile all'ospedale di Wunstdorf. Il riciclaggio sporco dei criminali nazifascisti, come si vede, non è stato solo un fenomeno italiano.
5) Ecco come si "cancella" la storia: la vicenda dei "Fogli fossili" di Pesaro. Nel febbraio del 2008, gli studenti dell'Istituto d'Arte Mengaroni intendevano ricordare gli anni delle leggi raziali in Italia con una mostra permanente di mattonelle in Piazza del Popolo. Tra i Fogli c'era Il Resto del Carlino che nel 1938 appoggiò con particolare veemenza le leggi antisemite firmate da Benito Mussolini e da Vittorio Emanuele III (in un corsivo dell’11 ottobre del '44, arrivò addirittura a negare la strage di Marzabotto – quasi 1900 assassinati da tedeschi e italiani – definendo le voci che circolavano sull’accaduto come “una manovra dei soliti incoscienti, destinata a cadere nel ridicolo”). Colto con le mani nel sacco, Il Resto del Carlino denunciò il comune di Pesaro e riuscì a far censurare l'opera da cui, in breve, fu rimossa la mattonella che dimostrava i fieri trascorsi fascisti della testata giornalistica.
6) L'elaborazione propone immagini scattate durante la manifestazione di Forza Nuova svoltasi a Bergamo il 28 febbraio 2009 per "festeggiare" l'apertura di una sede. A presenziare "l'evento", padre Giulio Maria Tam, lefebvriano, che ha benedetto il corteo al fianco del segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis, e il responsabile provinciale Dario "Astipalio" Macconi, figlio del consigliere regionale lombardo e presidente provinciale bergamasco di An, Pietro Macconi. Una parata militare a tutti gli effetti, con i militanti che hanno marciato per le vie del centro, alcuni parzialmente o completamente travisati, muniti di caschi e bastoni, intonando slogan nazifascisti tra saluti romani ed altre simili amenità. Originario della Valtellina, Giulio Tam è nipote di Angela Maria Tam, fucilata dai partigiani nel 1945. Cappellano dei gruppi di destra, già candidato con Alternativa sociale alle ultime elezioni europee, non ha mai fatto mistero del suo tradizionalismo (anche antisemita) e si è battuto contro le posizioni di “riconciliazione storica” espresse da Gianfranco Fini. Da anni benedice militanti e manifestazioni neofasciste («Però non posso dire che sono fascista, perché è vietato...»), celebra messe sulla tomba di Benito Mussolini a Predappio, commemora i caduti repubblichini ed è ospite fisso ai comizi di Forza Nuova. Sull'Islam ha dichiarato: ''Bisogna fermarne l'avanzata, anche il vangelo insegna a combattere contro il demonio, dobbiamo pregare di più. Il rosario è come un mitra, ogni preghiera è una pallottola'' (ANSA - maggio 2004). Altra dichiarazione interessante: "Benito Mussolini è martire, e io sono favorevole al suo processo di beatificazione" (Dillo ad Alice, intervista di Alex Castelli).
7) Collage di foto scattate durante una messa riparatrice officiata sulla pubblica piazza da Don Floriano Abrahamowicz, il 26 Febbraio 2005, per scacciare il demonio da Verona e dai veronesi dopo la manifestazione nazionale "Ogni cittadinanza è possibile" alla quale aderirono non solo le maggiori associazioni LGBT* italiane, ma anche organizzazioni sindacali, di volontariato, ecc. All'iniziativa, promossa da Famiglia e civiltà, Lega Nord e Padania Cristiana, partecipò pure Flavio Tosi (oggi sindaco di Verona) che per l'occasione indossò una maglietta con la scritta "Noi Giulietta e Romeo voi Sodoma e Gomorra - No al Gay Pride". Sullo sfondo dell'elaborazione un'immagine dei forni crematori di Dachau. Don Floriano Abrahamowicz, è noto per aver recentemente affermato che "l'unica cosa certa della camere a gas nei lager nazisti è che sono state usate per disinfettare, ma non so dirle se abbiano fatto morti oppure no". Questa affermazione gli ha fatto guadagnare l'espulsione dai lefebvriani italiani che si sono scusati con il Papa, non con le comunità oggetto della persecuzione nazifascista. Ma don Floriano, ex responsabile della provincia del Nordest della Fraternità sacerdotale San Pio X, godeva di una certa popolarità già prima delle sue farneticazioni sul Concilio Vaticano II o sull'Olocausto ("I numeri - disse in una intervista concessa alla Tribuna di Treviso sulla scia delle polemiche suscitate dal "perdono" vaticano al vescovo Williamson - derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli angloamericani subito dopo la liberazione. Nella foga ha sparato un cifra. Ma come poteva sapere?"). Il prete trevigiano di origini viennesi, infatti, ha amici a destra, in particolare nella Lega Nord. Fu lui, nel marzo 2006, a benedire l'apertura del convegno sulla condizione dei cristiani nei paesi islamici organizzato dall'europarlamentare del Carroccio Mario Borghezio, fresco di condanna definitiva a due mesi e venti giorni di prigione (pena commutata in una multa di 3000 euro) per aver appiccato il fuoco ad una baraccopoli in cui vivevano alcuni immigrati a Torino. E fu sempre lui, su invito dello stesso Borghezio e dell'attuale capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo, a benedire l'11 febbraio 2007 la riapertura del Parlamento del Nord in una sala della Fiera di Vicenza. Al suo fianco tra un pater noster e una benedizione in latino, anche l'attuale ministro dell'Interno Roberto Maroni. Siamo certi che Don Floriano, nonostante tutto e più che mai in sintonia con la destra, la lega e la chiesa di Ratzinger, darebbe volentieri una bella "disinfettata" a comunisti, islamici ed omosessuali. |
8) L'elaborazione, mostra in primo piano Richard Nelson Williamson e sullo sfondo le camere a gas di Dachau. Williamson è un vescovo britannico membro della Fraternità Sacerdotale San Pio X, scomunicato nel 1988 da papa Giovanni Paolo II perché consacrato senza mandato pontificio dall'arcivescovo Marcel Lefebvre. Il 21 gennaio 2009 ha ottenuto la remissione della scomunica da papa Benedetto XVI. In un'intervista rilasciata al Catholic Herald ha dichiarato di non essere antisemita ma di non gradire «i nemici di Nostro Signore Gesù Cristo», ha inoltre affermato che gli ebrei stanno lottando per la dominazione mondiale e «per preparare il trono dell'anticristo a Gerusalemme». Williamson rivendica l'autenticità dei "Protocolli dei Savi di Sion", un noto falso anti-semita molto diffuso nei circoli neo-nazisti. In un'intervista rilasciata il 1° novembre 2008 e tramessa dalla televisione di Stato svedese SVT il 21 gennaio 2009, ha sostenuto che nei campi di concentramento nazisti sono morti 200.000-300.000 ebrei, nessuno dei quali nelle camere a gas. Espulso il 19 febbraio dall'Argentina in quanto persona non gradita a causa delle sue «spregevoli dichiarazioni antisemite», il 26 febbraio 2009, in una dichiarazione riportata dall'agenzia di stampa di ispirazione cattolica Zenit, chiede scusa agli Ebrei per le sue dichiarazioni sulla Shoah e l'Olocausto. Impossibile perdonarlo, men che mai credergli.
9) Collage di foto che ritraggono Silvio Berlusconi in alcuni dei suoi più riusciti travestimenti: presidente operaio, fornaio, muratore, giardiniere, cadetto di polizia, capotreno, vacanziere, majorette, amicone di Putin con il colbacco, amicone di Bush con il cappello alla cowboy, netturbino a Napoli e pompiere a L'aquila. In sovrimpressione un'immagine di Mussolini che, similmente a Berlusconi con Apicella, canta a squarciagola attorniato da tanti, bravi camerati. Da "Giovinezza" a "Meno male che Silvio c'è". Da Marcello Manni e Giuseppe Blanc ad Andrea Vantini. I caduti del ventennio (tutti) ringraziano.
10) Sotto, a sinistra: membri del partito nazista americano sfilano a Sigfried nel 1937. Sotto, a destra: manifestazione dei membri dell'American Nazi Party, tra cui, in primo piano, George Lincoln Rockwell e un sacerdote non identificato (1965). Sopra, un "moderno" nazifascista che si è fatto spaccare la testa durante una manifestazione in località ignota.
11) L'odio di ieri e l'odio di oggi nelle parole e nei simboli. A sinistra: "L'ebreo che era in casa Monti Giosuè si trova nascosto dalla dott. Gentile in Via Doria al 9 che ha negozio di calze all'ingrosso a Milano", questa lettera anonima fu la causa della cattura e della morte di due ebree a Milano. Sotto, il testo umiliante di un cartello (Ich bin im ort das grosste schurin ich lass mich nur mit juden ein!!) che un ragazzino tedesco dovette portare appeso al collo perché, nonostante i divieti, familiarizzava con alcuni coetanei ebrei. A destra, tre differenti graffiti contro gli immigrati, i rumeMi (intesi come zingari), i gay e i/le trans. Si noti la somiglianza tra le scritture e il richiamo esplicito alla simbologia e alle pratiche naziste (la svastica, il gas). Sotto, da sinistra a destra: la svastica usata come simbolo nazista negli anni Trenta e Quaranta, la testa rasata di uno Skinhead con croce celtica (uno dei più noti e diffusi simboli nazifascisti, usato prima dal Parti Populaire Français, un partito collaborazionista della Francia occupata, e nel dopoguerra da diversi gruppi di estrema destra in Europa e America) e la svastica ad "uncini" arcuati (emblema di diverse divisioni naziste tra cui la "Nordland" e la "Wiking"), variazione di quella ad uncini retti, che ha la sua grafica conseguenza nella Croce Celtica. Come si vede, un unico simbolo in tre differenti versioni. Cambia la forma, non la sostanza.
12) A seguito dell'approvazione del famigerato disegno di legge sulla sicurezza voluto dal governo Berlusconi che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde), nasce sotto i "buoni" auspici del Schwarze Sonne (la svastica a dodici braccia, il Sole Nero caro ai nazisti, antico simbolo pagano germanico che adorna il pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, ex quartier generale delle SS), la Guardia Nazionale Italiana, un piccolo esercito neofascista (oltre 2000 volontari iscritti, ex appartenenti alle forze armate, alle forze dell'ordine e normali cittadini "patrioti e nazionalisti") pronto a pattugliare le strade 24 ore su 24, insieme alle concorrenti e odiate ronde padane e le altre associazioni autoproclamatisi paladine della sicurezza sociale e della legalità (?). Ispiratore e presidente dell'ente non governativo, è Gaetano Saya (Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, amicone di Berlusconi e nemico dichiarato di Fini, ex agente segreto della Nato ed ex "gladiatore" legato al Sismi, che già nel 2003 provò a creare un gruppo paramilitare di "camice grigie", i Reparti di Protezione Nazionale). La GNI farà capo al PNI (Partito Nazionalista Italiano), nascente formazione politica di estrema destra. Si noti la straordinaria somiglianza tra le divise della GNI e le divise naziste prima delle SA e poi del National Socialist Party (anche American Nazi Party o National Socialist Movement), formazione politica americana di chiarissima ispirazione nazista. Il titolo dell'elaborazione si rifà ad un graffito apparso in località ignota. Sullo sfondo, internati nel campo di Auschwitz.
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