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Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico (Detroit, Michigan, 1939)
Figlio del musicista Carmine (Detroit 1911 - Los Angeles 1991), fu allievo di Dorothy Arzner e apprese il mestiere con R. Corman. La sua precocità, la formazione universitaria, il suo eclettismo, la personalità controversa, la sua spettacolare riuscita sia commerciale sia nel giudizio della critica, ne fanno l'incarnazione della nouvelle vague hollywoodiana che negli anni Settanta ha preso in mano le redini dell'industria del cinema americano. Lo si può considerare, sotto molti punti di vista, il padrino di questa generazione di “enfants prodiges” che ha fra i suoi nomi di spicco George Lucas, Steven Spielberg, John Milius, Martin Scorsese e Brian De Palma. Scopre lo spettacolo quando, costretto a letto dalla poliomelite, trascorre il tempo animando delle marionette e sincronizzando con l'aiuto di un magnetofono i film realizzati dai suoi familiari cineamatori (il padre, Carmine, scriverà in seguito la musica per i suoi film, la sorella minore sarà attrice di cinema con il nome d'arte di Talia Shire). Coppola studierà teatro presso l'Hofstra College e metterà in scena varie opere. Diplomatosi nel 1960, entra nel dipartimento cinema dalla University of California Los Angeles (UCLA), gli viene assegnato il premio Samuel Goldwyn per la sceneggiatura e sperimenta le diverse fasi della realizzazione di un film. Durante gli anni di studio gira alcuni cortometraggi erotici (tra questi “Pepper” che, montato come un western “svestito", nel 1961 verrà sfruttato con il titolo “The Wide Open Spaces / Tonight for Sure”), rimonta e doppia film d'avventura sovietici per l'American International di Roger Corman, con il quale lavora in Irlanda in “I diavoli del Grand Prix” (The Young Racers, 1963). Il giovane regista-produttore gli consente di utilizzare la stessa équipe per girare una sceneggiatura “del terrore” scritta di getto: “Terrore alla 13a ora”. Rientrato in California, è ingaggiato dalla compagnia Seven Arts per scrivere alcune sceneggiature che, in tutto o in parte, diventeranno in seguito dei film: “Questa ragazza è di tutti” (S. Pollack, 1966), “Parigi brucia?” (R. Clement, 1966), “Riflessi in un occhio d'oro” (J. Huston, 1967), “Patton, generale d'acciaio” (F. Schaffner, 1970). Per compensarlo dei suoi servigi, la Seven Arts gli offre anche la possibilità di realizzare il suo secondo film “Buttati Bernardo!” (1967). Influenzata dai film musicali di Richard Lester, l'opera non rivela una forte personalità. Facendo tesoro di questa esperienza negativa, Coppola mette insieme una équipe ridotta e gira in strada “Non torno a casa stasera” (1969), un film nel quale rivela magistralmente il senso dell’alienazione e della solitudine moderna. Questo film, insieme alla fondazione in società con George Lucas della compagnia American Zoetrope, segna una svolta nella sua carriera, ma si rivela un fallimento commerciale. Paradossalmente, sarà un film su commissione propostogli da Albert Ruddy per la Paramount (“Il Padrino”, 1972, tratto dal romanzo di Mario Puzo), a fare di Coppola uno dei personaggi più in vista degli anni Settanta. Questo film, insieme a “La conversazione”, “Il Padrino – parte II” e “Apocalypse Now”, compone una tetralogia di rara coerenza sulla società americana. Sommerso di premi e onorificenze (due Oscar e due Palme d’Oro al Festival di Cannes), afferma sempre di più la sua volontà di potere, paga il suo prezzo alla cronaca (le riprese spettacolari nelle Filippine di “Apocalypse Now” e i molti problemi finanziari) e gioca a fare il nababbo nella migliore tradizione hollywoodiana. Nel 1973 è produttore esecutivo di “American Graffiti” di G. Lucas, che gli procura una fortuna. Nel 1974 acquista un teatro, una stazione radio, «City», un giornale di San Francisco, e parte delle azioni di una compagnia di distribuzione. Si stabilisce a San Francisco e poi, nel 1979, a Los Angeles dove rileva la General Studios, rimette in vita la Zoetrope, ingaggia Michael Powell e Gene Kelly, distribuisce “Hitler” di Syberberg e “Napoleon” di Gange, produce un film di Wenders (“Hammett, indagine a Chinatown”) e implora piangendo i suoi impiegati perché continuino - senza essere pagati - le riprese di “Un sogno lungo un giorno”, la sua commedia musicale. Tutti i film di Coppola sono, nel bene e nel male, lo specchio delle contraddizioni del suo autore. Che il soggetto evochi il crimine organizzato, lo spionaggio o la guerra del Vietnam, le soluzioni non sono mai semplicistiche, scontate. La loro ricchezza sta nell'ambiguità. Nel 2001 presenta al Festival di Cannes la versione integrale di “Apocalisse Now” più lunga rispetto all'originale di ben 52 minuti. Cede probabilmente lo scettro alla figlia Sofia (New York, 1971) che già con i suoi primi film sta dimostrando un talento ed un impegno straordinario. Buon sangue…
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