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Valido ballerino e perito agrario, il giovane italo americano Rodolfo Valentino detto Rudy, non brama altro che mettere da parte un po' di dollari con la prima professione e mettere a frutto l'altra impiantando un agrumento. Dopo un breve amore con Bianca de Saulles, Valentino entra nel cinema per mezzo di June Mathis (Kendal), nota sceneggiatrice che lo impose nel 1921 con il film "I 4 Cavalieri dell'apocalisse", l'attore conosce l'eccentrica Alla Nazimova (Caron) e si innamora della compagna della stessa, Natacha Rambova (Phillips) che, dopo il divorzio, diverrà la signora Valentino. Jesse Lasky tiene legato Valentino alla Paramount e resiste alle esose richieste di Natacha, costringendo i due ad una tournèe di propaganda per i cosmetici del furbo industriale Georges Ullman. Passato alla United Artist's, Valentino deve accettare una clausola che impedisce le ingerenze di Natacha che lo abbandona. Nel 1926 l'attore, al culmine della popolarità, interpreta "Il Figlio dello Sceicco" e, accusato di non virilità da un noto giornalista, accetta una sfida a suon di pugni e alcool. Vincitore, accusa forti dolori allo stomaco e poco dopo muore di peritonite sul tavolo operatorio.
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Russell (che firma la sceneggiatura con Mardik Martin e John Byrum) non analizza il mito ma costruisce una serie di quadri ad effetto, non privi di talento visivo e stravaganza. La Caron fa la caricatura di Alla Nazimova, star lesbica dell’epoca. Lindsay Kemp è l’impresario di pompe funebri.
La
Nazimova, interpretata da Leslie Caron, incontra un giornalista mentre
arriva con incedere maestoso al funerale di Valentino all'inizio del film.
"È vero - le chiede il giornalista - che Rodolfo Valentino
ha rifiutato di partecipare alla sua produzione tutta omosessuale di ‘Salomè’?".
Offesa non per il fatto che il suo lesbismo viene dato per scontato, ma
per l'insinuazione che Valentino le avesse detto di no, la donna risponde
con voce tagliente: "In quel periodo non era disponibile!".
Il modo frivolo e superficiale con cui Russell
si prende gioco della sessualità di queste persone contrasta in
modo stridente con il clima degli anni Venti, anche se oggi come allora
il pubblico è rimasto ingenuo e male informato.
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Nel
film vi è una inesattezza: l'entrata strepitosa nel circo delle
esequie di una delle “vedove” in lutto, identificata in Alla
Nazimova (L. Caron), fu probabilmente di Pola Negri. |