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Regista (Roma, 14 agosto 1928)
Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spagnol von Braueich, studia all’Accademia Teatrale Pietro Sharoff e lavora in teatro con Garinei e Giovannini. Contemporaneamente, sempre a teatro, è aiuto regista di Guido salvini, Giorgio De Lullo e Alberto Bonucci. Al cinema si avvicina nel lontano 1953, come assistente di Armando Grottini nel film “…e Napoli canta”. La grande occasione arriva agli inizi degli anni Sessanta quando è assistente di Federico Fellini nei film “la dolce vita” e “Otto e mezzo”. Proveniente da un’intensa attività di sceneggiatrice, dialoghista e regista per la radio, il teatro di burattini, il cabaret, la commedia musicale e la televisione (è autrice, tra l’altro, dell’edizione di “Canzonissima” del 1959), esordisce nel 1963 con il lungometraggio, “I basilischi”, tenera satira dei “vitelloni” calabri cui non arrise fortuna, tuttavia la pellicola è premiata al Festival di Locarno e riceve altri 14 premi. Nel 1964 cura una trasposizione televisiva del romanzo per ragazzi di Vamba, “Il giornalino di Gian Burrasca”, interpretato dalla cantante Rita Pavone – è un trionfo che accompagnerà intere generazioni. Nel 1965 gira il film ad episodi “Questa volta parliamo di uomini” con Nino Manfredi, che le valse la Maschera d’argento. Il binomio Wertmüller-Pavone prosegue al cinema con “Rita la zanzara” e “Non stuzzicate la zanzara”. Da questo momento userà in varie occasioni due pseudonimi: George Brown e Nathan Vich. L’emancipazione del sud, vista in modo grottesco, è il tema di “Mimì metallurgico ferito nell’onore” del 1972 che ottiene ampi riconoscimenti e uno strepitoso successo di pubblico. Giancarlo Giannini e Mariangela Melato a partire da questo film la regista li fa lavorare insieme in altri due film: “Film d’amore e d’anarchia” (che vince vari premi tra i quali una Palma d’oro a Cannes per Giannini) e “Travolti da un insolito destino” (anch’esso pluripremiato). Con “Pasqualino Settebellezze” del 1975, la Wertmüller ottiene il successo negli Stati Uniti e una nomination all’Oscar. Di colpo tutte le pellicole della regista vengono distribuite negli USA e la produzione decide, anche se l’operazione non avrà successo, di fare un film per il mercato americano. La pellicola, interpretata da Candice Bergen e Giannini è “La fine del mondo nel nostro solito letto”. Il successivo “Fatto di sangue...”, con Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini è ambientato negli anni Venti in Sicilia. Nel 1983 gira “Scherzo...”, un film sottovalutato con le affiatate interpretazioni di Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Renzo Montagnani ed Enzo Jannacci. Fra le attrici Piera degli Esposti e l’esordiente Valeria Golino. Costruito su Enrico Montesano è il successivo “Sotto... sotto... strapazzato da anomala passione”, seguito da “Un complicato intrigo...” con Harvey Keitel. Nel 1986 gira un film meno riuscito, “Notte d’estate...”, con la coppia Melato-Michele Placido. Realizza una piacevole trasposizione da Guareschi, “Il decimo clandestino”, che partecipa nella sezione “Un certain regard” al Festival di Cannes nel 1989. Dopo il didattico “In una notte di chiaro di luna”, nel quale usa il tema dell’Aids in modo piuttosto strumentale e pretestuoso, gira per la TV un’ottima versione di “Sabato, domenica e lunedì”, tratta da un’opera di Eduardo De Filippo e con Sophia Loren. Il grande successo di pubblico al cinema ritorna con il successivo “Io speriamo che me la cavo”, con il bravo Paolo Villaggio nei panni di un maestro a Napoli. Negli Stati Uniti il film, uscito con il titolo “Ciao Professore!”, ha un buon successo di pubblico e di critica. “Ninfa Plebea” del 1996, interpretato da Stefania Sandrelli e Raoul Bova, è un adattamento dal romanzo omonimo di Domenico Rea. L’anno successivo torna alla commedia all’italiana con “Metalmeccanico e parrucchiera...”, sorta di riavvicinamento allo stile dei film della coppia Melato-Giannini. È la storia di odio-amore tra una parrucchiera leghista e un metalmeccanico di sinistra, interpretati da Veronica Pivetti e Tullio Solenghi. Al film partecipa anche Gene Gnocchi, comico televisivo. “Ferdinando e Carolina” è una storia ambientata nella Napoli del 1825 ed esce al cinema nel 1999, contemporaneamente la Wertmüller comincia la lavorazione di “An Interesting State” (Stato interessante), interpretato da Harvey Keitel, Daniel Auteuil e Vanessa Redgrave, ma di questo film si sono perse le tracce ormai da anni. Concludendo: il cinema di Lina Wertmüller, famoso quasi più per i titoli interminabili, barocchi e ridondanti, certamente non molto raffinato ma talvolta efficace negli esiti, grottesco, irriverente, a tratti convulso, a volte sopra le righe, forse troppo accondiscendente verso i gusti del pubblico, nel quale la descrizione dei personaggi è spesso spicciola e superficiale, non ha quasi mai deluso i produttori riuscendo ad ottenere critiche lusinghiere e buoni incassi.
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