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Un film volgare, sgangherato, becero, prolisso, pieno di denigrazione (anche classista) per i personaggi, quasi interamente affidato ad un Montesano che sembra tarantolato e dà sui nervi. Così è apparso e per certi aspetti è ancora questo film della Wertmüller, la quale, forse, voleva solo ridicolizzare la “natura” coatta degli italiani alle prese con i cambiamenti culturali e i postumi del femminismo (con i quali, vent’anni dopo, non ha ancora fatto i conti), ma non ci riuscì. Tuttavia, se nel 1984 passò pressoché inosservato e certamente non disturbò i sessisti e i lesbofobici, acquista adesso un’altra valenza e tutto sommato si fa apprezzare per avere portato sullo schermo, prodotto in Italia per il mercato italiano!, un tema tanto scottante e impopolare: il lesbismo, o perlomeno le tentazioni, la forza destabilizzante che lo accompagna – e il disprezzo, la cieca, insulsa violenza che scatena. Ci si poteva aspettare qualcosa di meglio o più divertente? Tutto sommato, pensiamo di no. C. Ricci
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“Elegantissima”
e significativa la frase che accompagnò il lancio pubblicitario
del film, «Sotto… sotto… se tua moglie ti tradisce con
un’altra donna, sono corna o no?», ma le scene lesbiche che
ci si aspetta sono ridotte al lumicino: si limitano alle effusioni intraviste
nella penombra e in lontananza ai Giardini di Bomarzo, e ad un bacio assolutamente
innocuo tra le protagoniste. In compenso, nonostante si sappia che è
una commedia, per tutto il film si ha la sensazione che Montesano stia
per fare una strage. Angosciante.
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Il film, trasmesso in TV sulla Rai quando Veronica Lario
era già diventata la moglie invisibile di sua emittenza grigia
Silvio Berlusconi, alias salvatore integerrimo della patria ed unto del
signore - sparì dalla circolazione subito dopo. Oggi, per averne
una copia, pare che lo si debba acquistare all’estero. |