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Compositore (Roma, 10 Novembre 1928)
Allievo di G. Petrassi, diplomato al Conservatorio Santa Cecilia in tromba, composizione e strumentazione per banda, con studi anche in direzione di coro e musica corale, è forse il compositore più noto e più prolifico del Ventesimo secolo, con all’attivo quasi cinquecento partiture vantando autentici record nella vendita di dischi delle sue colonne sonore per film (nell'Ottobre del 1971 vince il suo primo Disco d'Oro). Autore di sonate, musica cameristica, sinfonica (“Gestazione”, 1980-82; “Cantata per l’Europa”, 1988) e operistica (“Partenope”, 1996), musiche per il teatro, per la televisione, per balletti e radiodrammi, arrangiatore di canzoni (suoi gli arrangiamenti di tutti i motivi di successo di Gianni Morandi) e canti popolari, ha diretto orchestre di musica classica e leggera partecipando, inoltre, alle attività del gruppo sperimentale di strumentisti dediti all'improvvisazione, "Nuova consonanza". Firma la sua prima colonna sonora nel 1961, con il film “Il federale” di L. Salce. La fase più prestigiosa e forse più innovativa è quella legata agli spaghetti western e a Sergio Leone. Fin dal primo film, “Per un pugno di dollari” (1964), le cui musiche sono firmate con lo pseudonimo di Dan Savio, sono evidenti le caratteristiche tipiche delle produzioni di Morricone per Sergio Leone: temi memorabili e soprattutto accostamenti inusuali di strumenti e suoni, dallo scacciapensieri alle chitarre elettriche, dal fischio allo schiocco di una frusta, dall’organo alle trombe, al suggestivo uso della voce umana (cori, vocalizzi, sillabazioni). Da “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), a “C’era una volta il West” (1968), fino a “C’era una volta in America” (1984), le note di Morricone espandono la trama, amplificano sentimenti ed emozioni, atmosfere così iper-realiste da essere surreali. Lo stile di Morricone diventa "genere", "maniera", molto imitato ma inegualiabile anche quando diviene degno della musica contemporanea più colta e raffinata interpretando il cinema drammatico. La ricchezza e l'originalità del suo stile, dunque, un mix di jazz, classica, rock e suoni elettronici, gli permette di mettersi al servizio del cinema accanto a registi nazionali e internazionali, senza mai ripetersi. Tra i numerosi premi ricevuti, cinque Nastri d'argento: per “Un pugno di dollari” (1965), per “Metti una sera a cena” (1970), per “Sacco e Vanzetti” (1974), per “La leggenda del pianista sull'oceano” (1999) e per “Malena” (2000). Premiato in ogni parte del mondo, nel 1995 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia ma incredibilmente, nonostante le candidature all’Oscar per “I giorni del cielo (1978) di T. Malick, “The Mission” (1986) di R. Joffé, “Gli intoccabili” (1987) di Brian De Palma, “Bugsy” (1991) di B. Levinso ed anche “La leggenda del pianista sull’oceano”, non ha mai ricevuto questo importante riconoscimento che nel suo caso, certamente più di altri, sarebbe meritato. Infine, tra le più importanti pubblicazioni dedicate al musicista segnaliamo “The Ennio Morricone Musicography” (MSV, Amsterdam, 1990 - edito solo in Olanda), “Morricone, la musica, il cinema” (Ricordi/Mucchi, Milano, 1994) di Sergio Miceli in collaborazione con lo stesso Morricone, “Comporre per il cinema” (Biblioteca di Bianco e Nero, Roma 2001), di entrambi ancora una volta insieme.
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