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Musicista, compositrice, cantautrice (Forlì, 26 Settembre 1954)
Nel 1971 vince il Festival di Voci Nuove di Castrocaro con una sua originale interpretazione del brano dei Pooh “Tanta voglia di lei”. L’anno successivo partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Il mio cuore se ne va” composta da Memo Remigi, ma non entra in finale; nello stesso anno si rifà vincendo la Gondola d’argento a Venezia presentando alla Mostra Internazionale di Musica Leggera il brano “La festa mia” composto da Franco Califano. Nel 1975 inizia la sua carriera da professionista utilizzando il nome d’arte Alice Visconti, anziché quello di nascita, Carla Bissi e realizza il suo primo album “La mia poca grande età”. Segue nel 1997 la pubblicazione dell’album “Cosa resta... un fiore”, ma il successo è ancora lontano. Il 1980 è l’anno della svolta: cambia produttore (la segue Angelo Carrara), cambia etichetta discografica (passa alla EMI), il nome d’arte diventa semplicemente Alice e inizia la collaborazione con Franco Battiato. Da questa collaborazione nasce “Capo Nord”, con il singolo “Il vento caldo dell’estate” ed è successo di classifica. Nel 1981 vince il Festival di Sanremo con il brano “Per Elisa” a cui farà seguito l’album “Alice” e l’inizio di numerose affermazioni anche all’estero che culminano con il suo primo tour europeo. Nel 1982 pubblica “Azimut”, album che la vede collaborare ancora una volta con Franco Battiato assieme al quale interpreta “Chanson Egocentrique”. Nel 1983 esce l’album “Falsi allarmi” e vince la manifestazione Azzurro. Nel 1984 collabora con il cantautore tedesco Stephen Waggershausen, con il quale duetta nel brano “Zu nah am feuer”, un 45 giri che scala le hit europee. Nello stesso anno partecipa in coppia con Franco Battiato all’Eurofestival che si svolge in Lussemburgo, con il brano “I treni di Tozeur” ed è nuovamente successo europeo. Nel 1985 il Club Tenco le conferisce il premio quale miglior interprete femminile. Nello stesso anno pubblica “Gioielli rubati”, registrato al Power Station di New York e interamente dedicato alle canzoni di Franco Battiato. Nel 1986 è la volta di “Park Hotel”, un album che segna una nuova svolta nella carriera di Alice. Terminata la collaborazione con Franco Battiato, l’album è realizzato con la supervisione di Francesco Messina e la partecipazione di nomi prestigiosi del panorama musicale internazionale quali Tony Levin (Kate Bush, Peter Gabriel), Jerry Marotta e Phil Manzanera (Roxy Music). Nel 1987 riceve in Germania il premio della critica per “Elisir”, un album in cui raccoglie le rivisitazioni di alcuni successi del passato, unitamente a due inediti. Contemporaneamente esce in Giappone la compilation “Kusamakura”. Nel 1988 esce “Melodie passagere”, disco che raccoglie melodie di Satie, Faurè e Ravel. Pubblicato dopo numerosi concerti in Italia e, soprattutto, in occasione di quello tenuto alla sala Verdi del conservatorio di Milano. con l’accompagnamento al pianoforte di Michele Fedrigotti. Nel 1989 pubblica “Il sole nella pioggia”, con gli ex "Japan" Steve Jansen e Richard Barbieri, John Hassel, Paolo Fresu, Dave Gregory (XTC), Kudsi Ergunere in collaborazione con Peter Hammil (Van der Graaf Generator). Al nucleo di partner fedeli e preziosi come Francesco Messina, Juri Camisasca, Pino Pinaxa Pischetola e Marco Guarniero, molte altre sono le prestigiose collaborazioni che caratterizzano gli album prodotti dal 1986 ad oggi: Mick Karn, Gavin Harrison (Iggy Pop), Jan Maidman (Penguin Cafe Orchestra), solo per citarne alcuni. Nel 1992 viene distribuito “Mezzogiorno sulle Alpi” a cui segue un lungo tour europeo realizzato con Danny Thompson, Gavin Harrison, Dave Gregory, Paolo Fresu, Richard Barbieri e Jakko Jakszyk dei Level 42. Il 1994 è l’anno di “Art e Decoration” programma con musiche di Hahn, Ives, Ravel, Monstalvage, Sadero, Faurè ed altri, con cui tiene alcuni concerti nel mese di maggio insieme all’orchestra sinfonica Arturo Toscanini e con il quale debutta al Teatro Regio di Parma. Nel 1995 esce “Charade”, con la partecipazione di Trey Gunn, Stewart Gordon, Paolo Fresu e il California Guitar Trio - è il primo lavoro realizzato per la nuova etichetta discografica, la WEA. Nel 1996 intraprende un lungo tour europeo. Nel 1997 partecipa all’album di Trey Gunn (King Crimson) e al progetto “Devogue”. Nel 1998 registra “Exit” un album aperto a nuove sonorità che contiene “Open your eyes” in coppia con Skye dei Morcheeba, parallelamente nasce il progetto “God is my Dj”. Nel 1999 proseguono i concerti di “God is my Dj” e viene pubblicato l’album omonimo: un viaggio attraverso mondi musicali diversi ed eterogenei, lungo un percorso che propone non musica sacra, ma la ricerca del sacro nella musica. Nel 2000 stupisce i suoi fans accettando di partecipare al Festival di Sanremo con l'elegante canzone “Il giorno dell’indipendenza” scritta per lei da Juri Camisasca e verso i primi di marzo esce “Personal juke box” un album che raccoglie le nuove versioni dei suoi maggiori successi (tra cui “Chanson egocentrique” in duetto con Bluvertigo), la cover di “This is not America”, la canzone presentata al Festival e l’inedita “Tutto è niente” che vede Alice nelle splendide vesti di autrice. Dai suoi esordi, insieme ai 33giri e CD, escono numerosi 45giri, compilation autorizzate o meno, mini CD - fra questi ultimi segnaliamo lo splendido "Come un sigillo" (2004). Tre soli brani: "Come un sigillo" dall'album "Viaggio in Italia" (2003), "Rose e limoni", inedito live in studio di una canzone di Di Martino, e la commovente "Col tempo sai", ancora un inedito live in studio del celebre brano di Ferré.
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TRENT'ANNI DI MUSICA E POESIA...
Alice è senza dubbio, non solo in Italia, una delle musiciste più qualificate, significative, interessanti e complete di questi ultimi trent’anni. Un’artista colta, versatile, capace di creare e curare la sua musica in ogni aspetto (testi, composizione, arrangiamenti), una personalità apparentemente asprigna, sui generis, di certo insofferente alla popolarità e sempre in rotta di collisione con le dinamiche e le compromissioni che regolano lo show businnes e il mercato musicale. Racchiusa all’inizio entro gli angusti limiti della musica leggera, seppur originale e qualitativamente eccellente, dal 1980 ombra nobile e raffinata assieme a Giuni Russo di Franco Battiato, con il quale ha avuto una collaborazione intensa e paritaria sebbene il marketing l’abbia confinata in un ruolo comunque secondario, subordinato, nel 1986 da una svolta coraggiosa e controcorrente alla sua carriera: al culmine del successo taglia i ponti con il passato e finalmente si dedica a sue esclusive e personalissime forme di ricerca ed espressione regalandoci dischi, tournée e collaborazioni di rara profondità e bellezza. Inizia così un lungo cammino irto di difficoltà: ormai decisa a non cedere ai dictat delle case discografiche che privilegiano la produzione di musica facilmente commerciabile, meglio se inutile e interpretata da personaggi scarsamente dotati di personalità, e forme di promozione lontane anni luce dalla sua innata riservatezza e dal suo bisogno di rivolgersi ad un pubblico principalmente interessato alla musica e ai suoi contenuti, con il tempo rompe i contratti che la penalizzano e progressivamente ha sempre meno opportunità di veder pubblicati i suoi lavori. Tuttavia riesce, anche se con una certa irregolarità, ad incidere album talvolta impegnativi, comunque ricchi di significato, atmosfere indimenticabili e collaborazioni autorevoli che pochi altri, in Italia, possono vantare. Apprezzata soprattutto all’estero (in particolare in Germania, Austria, Olanda, Belgio e tutta l’area scandinava) e stimata in patria dagli addetti ai lavori più sensibili e preparati, ha nel nostro paese un folto numero di estimatori che non a torto considerano l’uscita di ogni nuovo album, ogni apparizione televisiva, ogni esibizione, come un evento al quale non si può rinunciare. Rimane il rimpianto per la gran quantità di musica che ancora non ha trovato sponsor adeguati: si pensi, ad esempio, alle registrazioni effettuate durante i concerti “Art e Decoration” eseguiti nel 1994 insieme all’orchestra sinfonica Arturo Toscanini, forse il momento nel quale la sua voce ha raggiunto la più alta maturazione dando prova di capacità interpretative e tecniche ben al di sopra di qualsiasi aspettativa. Chi la segue con passione e attenzione non può che ringraziarla, augurarsi e augurarle tanti, ancora tanti anni di musica e poesia. C. Ricci
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