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Cantautore, musicista, compositore (Ionia, Catania, 23 Marzo 1945)
Presentando il suo primo album “FETUS” nel 1972, Battiato spiegò che la cultura orientale, quella dell'Asia Minore, è all’origine della nostra civiltà e che avendo già vissuto un’epoca di massimo splendore non può che deteriorarsi, tornare indietro: «In sostanza è accaduto anche a noi (Grecia, Roma, ecc.), per questo ho guardato e continuo a guardare alle mie radici». Sin dall'inizio, quindi, le scelte artistiche del compositore si connotano in modo autonomo e originale, al di fuori degli schemi classici della canzone italiana. Acuto interprete della più colta tradizione musicale, ma anche sperimentatore eclettico e infaticabile, attento alle suggestioni alte e popolari, Battiato rappresenta uno dei fenomeni musicali italiani più complessi. Dopo gli studi classici si trasferisce a Milano nel 1963. Non esaltanti le prime esperienze metropolitane che lo vedono esibirsi come cabarettista al Club 44, incidere dischi di plastica offerti come gadget di una rivista enigmistica e accompagnare le tournée di Ombretta Colli in qualità di chitarrista. Ottenuto un primo contratto discografico, incide un 45 giri contenente le canzoni “La torre” e “Le reazioni” e raccoglie anche qualche consenso, in coppia col paroliere Logiri (“Bella Ragazza”), con covers impegnative (“Lacrime e pioggia”, il celebre pezzo degli Aphrodite's Child) e con la struggente “E L'Amore” che partecipa al Disco per l'Estate del 1969. Il filone è quello della canzonetta ma non mancano spunti di rilievo. L'insuccesso e la delusione nei confronti del mondo della musica leggera, spingono il compositore verso la strada della ricerca e della sperimentazione. Risalgono ai primi anni settanta le incisioni - che suscitano l'attenzione della critica più colta - per l'etichetta sperimentale BLA BLA: “FETUS” (1971), album storico per gli studiosi del periodo, interamente dedicato ad Aldous Huxley, un curioso innesto di "pop & genetica" a posteriori forse ingenuo ma molto attraente in certe atmosfere surreali; “POLLUTION” (1972), sorta di manifesto ecologico in sette atti con "previsioni" al 31 dicembre 1999. Con “SULLE CORDE DI ARIES” (1973), “CLIC” (1974) e “MADAMOISELLE LE GLADIATOR” (1975), Battiato si muove verso forme d'avanguardia ispirate a John Cage e Stockhausen, a metà fra elettronica, avanguardia colta e recupero di armonie orientali. È questo il miglior momento della seconda fase dell'artista: intorno a lui fanno circolo altri nomi della musica italiana "diversa" come Gianfranco D'Adda, Roberto Cacciapaglia e Juri Camisasca, uno dei personaggi più interessanti e originali del periodo (Battiato produce l'unico album di questo piccolo Beefheart italiano, “La finestra dentro”). Insieme alle ricerche intorno al pop d'avanguardia, Battiato si avvicina anche alla musica classica contemporanea, studiando composizione con Renato Dionisi, e per la Ricordi, avvalendosi della collaborazione del duo pianistico Canino & Ballista e del compositore Paolo Castaldi, incide “BATTIATO” (1976), “JUKE BOX” (1977) e “L'EGITTO PRIMA DELLE SABBIE” (1978), quest'ultimo un brano per pianoforte con il quale vince il premio Stockhausen. L'attenuarsi di certe audacie sperimentali e la ricerca di una comunicazione più ampia, producono la svolta negli album “L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO” (1979), “PATRIOTS” (1980) e “LA VOCE DEL PADRONE” (1981) con il quale ottiene un vastissimo successo, vendendo un milione di copie e stazionando al vertice delle classifiche per un anno. Inizia in quel periodo anche la collaborazione con altri artisti del panorama musicale italiano quali Alice, la compianta Giuni Russo, o Milva. Grazie al brano “Per Elisa” (scritto da Battiato insieme a Giusto Pio), Alice si aggiudica nel 1982 il Festival di San Remo. Anche gli album successivi – “L’ARCA DI NOÈ” (1982), “ORIZZONTI PERDUTI” (1983), “MONDI LONTANISSIMI” (1985) ed “ECHOES OF SUFI DANCE” (1985), destinato al mercato americano, rinnovano il successo dei dischi precedenti. Ma l'ansia creativa del compositore lo induce a cimentarsi in altre direzioni: nel 1987 debutta al Teatro Regio di Parma con l'opera “GENESI”, a questa prima esperienza lirica, accolta con trionfale consenso, seguono negli anni successivi “GILGAMESH” (1991), la composizione per soli coro e orchestra “MESSA ARCAICA” (1993) e l'opera “IL CAVALIERE DELL'INTELLETTO” (1994). La matrice mistica, nitidamente presente nelle composizioni classiche, contraddistingue anche l'album del 1988 destinato al grande pubblico, “FISIOGNOMICA”, nel quale ai temi filosofici fa eco una ricerca linguistica che coniuga grandiose atmosfere orchestrali a suoni campionati e sintetici. Nell'88 Battiato fonda anche un'etichetta, “L'Ottava”, per promuovere la musica di frontiera comprendente composizioni colte mescolate alla canzone e alla musica etnica. L'anno successivo esce il doppio album dal vivo “GIUBBE ROSSE” (1989), in cui Battiato ripercorre alcuni dei suoi brani più significativi (“Alexander Platz”, “Un'altra vita”, “Voglio vederti danzare”, “Centro di gravità permanente”, “Gli uccelli”, ecc.), avvalendosi dello straordinario contrappunto vocale di Giuni Russo. Frutto di un attento lavoro di analisi e di interpretazione dei lieder ottocenteschi è invece l'LP “COME UN CAMMELLO IN UNA GRONDAIA” (1991), in cui accanto alle reinterpretazioni dei brani di Wagner, Brahms e Beethoven, trova posto la canzone “Povera patria”, manifesto lirico e accorato di impegno civile scritta dopo gli attentati che hanno ucciso i magistrati Borsellino e Falcone: il nuovo lavoro di Battiato merita il premio quale miglior disco dell’anno nel referendum promosso dalla rivista Musica e Dischi, riconoscimento che gli è nuovamente tributato in occasione dell'edizione della raccolta di canzoni “CAFFÉ DE LA PAIX” (1993). Nel 1995 la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro (che già ha firmato il libretto de “IL CAVALIERE DELL'INTELLETTO”, 1994) da vita a una nuova esperienza musicale, “L'OMBRELLO E LA MACCHINA DA CUCIRE”, opera ermetica e impegnata. Nel 1996 esce, preceduto da un'enorme attesa, l'album di Franco Battiato e Manlio Sgalambro, “L'IMBOSCATA” - in particolare la canzone “La cura”, appassionata apologia sentimentale oggi, stando ad alcune sue dichiarazioni, sostanzialmente sconfessata un po' come tutta la musica pregressa a quella odierna (ma Battiato è sempre stato un bel po' snob durante le interviste, tanto da risultare provocatorio, piuttosto contradditorio, non sempre attendibile), si è imposta da subito come brano di culto, guadagnandosi il titolo (attribuitogli dal referendum lanciato dalla rivista Musica) di migliore canzone dell'anno. Da “L'IMBOSCATA” e “GOMMALACCA” (1998) in poi, la collaborazione con Sgalambro, i cui testi sono di una bellezza e di una profondità straordinaria, si perfeziona e porta Battiato a produrre quelli che, a nostro avviso, sono gli album migliori della sua lunga e articolata carriera artistica, anche se certamente non i più commerciali. Dal 1979 Battiato dirige quasi tutti i suoi videoclip, in prevalenza raccolti nella video cassetta “Dal cinghiale al cammello” (1992), ristampata in DVD con il titolo “Dal cinghiale al cammello - The Video Collection” (2004). Nel 2003, dirige il film “PERDUToAMOR” (Nastro d'Argento come miglior regista esordiente) del quale firma anche la sceneggiatura (in parte autobiografica) insieme a Sgalambro. Tra eccessi caricaturali e culturali, e forse un po' troppa autoreferenzialità ancorché ironica e sperimentale, il film è un flop apprezzato quasi esclusivamente dai suoi fans, comunque numerosi. Nel 2006 ci riprova con “MUSIKANTEN”, incentrato sugli ultimi quattro anni di vita di Ludwig van Beethoven, interpretato da Alejandro Jodorowsky, noto regista cileno, e Sonia Bergamasco. Piuttosto “fantasioso”, il film concorre alla 62esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nella sezione “Orizzonti”.
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• Attorno al 1990, inizia a dipingere sotto lo pseudonimo di Süphan Balzani. Gli scopi di questa nuova attività sono molteplici: autoanalisi, ricerca di nuove forme espressive e, soprattutto, scoprire se disegnare possa considerarsi una capacità innata nell’uomo. Dal 1993 espone in Italia (Roma, Catania, Firenze) e nel mondo (Stoccolma, Miami e Goteborg) presentando opere prodotte su tela o tavole dorate, prevalentemente ad olio. Le copertine e i libretti di "Fleurs", "Ferro Battuto" e "Gilgamesh" sono alcuni esempi della sua pittura. • Nel dicembre 2004 esordisce come autore/presentatore in un programma culturale in sei puntate, “Bitte, Keine Réclame” (Spiacenti, niente pubblicità) andato in onda sul canale satellitare Rai Doc.
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