|
||||||||
|
||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
Da “Lo schermo velato” di Vito Russo
L’America tornava agli archetipi, senza badare a quello che era successo nel frattempo. Proprio come i film più aperti dei primi anni Trenta avevano abitualmente rappresentato i gay quali elementi integranti di una sottocultura proibita, il personaggio di Jo in “Anime sporche” indicava un ritorno dall’epoca del silenzio, a quel tipo di prodotto hollywoodiano. I film esprimevano semplicemente l’impossibilità di descrivere un mondo nascosto e consideravano gli omosessuali in termini esclusivamente legati al sesso, perché così si era sempre fatto. Per più di trent’anni tutti erano stati d’accordo sul fatto che di “quello” non si doveva parlare e quando il divieto venne tolto, tutti ricominciarono dal punto in cui avevano smesso. Rispetto agli anni prima del Codice, però, vi era maggiore libertà di definire con precisione il ghetto sessuale. Era il Codice a permetterlo. Perciò il bordello rappresentato nel film, sottolinea lo sceneggiatore Edmund North, «non era una sala da ballo, come nella versione cinematografica di “Da qui all’eternità”. Il nostro casino era un casino». La Jo di Barbara Stanwyck era il contrario della Martha di Shirley MacLaine (“Quelle due”), una cattiva, non una vittima. L’accettazione da parte di Jo del suo lesbismo è una componente della sua malvagità. Qualsiasi donna dignitosa si ucciderebbe, piuttosto che aprire un casino e vivere alle spalle delle ragazze. Come Ray, Jo faceva parte di “quelli che l’hanno scelto”. Quando Jo si scaglia contro il marito con un «Cosa può capire un uomo dei sentimenti di una donna?», sembra spiegare - ma non giustificare - il suo lesbismo carico di odio per gli uomini. Il potere sessuale ed emotivo che Jo esercita su Hallie, la sua puttana più bella, è centrale nella trama perché invischia Hallie nella prostituzione e si frappone alla possibilità di una relazione normale con il fidanzato Dove Linkhorn (Lawrence Harvey). L’amore di Jo per Hallie provoca il crollo di tutti. Hallie che è, come Martha, una vittima, viene accidentalmente uccisa da uno degli scagnozzi di Jo, e la malvagia Jo viene mandata in prigione (“Regina del vizio in carcere”). Eppure, secondo North, «non c’era la minima traccia di omoerotismo nel romanzo di Algren. Quella relazione di Jo e Hallie, fra le altre cose, era mia».
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
Dal romanzo “PASSEGGIATA SELVAGGIA” di Nelson Algren.
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|