Successivamente
al seminario e, peggio, alla pubblicazione di queste pagine,
l’Istituto Magistrale è stato fatto oggetto
di telefonate anonime e mails denigratorie o ammiccanti
certamente frutto della mente malata di solerti cittadini,
genitori e figli di sana e robusta costituzione eterosessuale,
cattolica, incapaci di comprendere l’importanza del
rispetto, del dialogo, del confronto, del pluralismo e della
democrazia. Neanche la “rossa” Reggio Emilia
è immune dall’omofobia, dal disprezzo verso
gli altri.
Su
richiesta del Preside e in accordo con lui, ho deciso di proteggere
i professori, le ragazze e i ragazzi coinvolti direttamente
o indirettamente nell’autogestione omettendone nomi
e volti.
In
un momento storico e politico come quello attuale, dove siamo
costretti ad assistere all’inutile, fuorviante e tedioso
dibattito sulla legittimità dei Dico, dove il Papa
quotidianamente offende le persone omosessuali, incita all’odio
verso di esse e minaccia chiunque dissenta con le sue pretese
e i suoi diktat, questo accade.
Non sono in discussione i diritti di là da venire,
ma quelli che stupidamente crediamo assodati e garantiti.
Informazione, cultura, libertà di parola ed espressione,
incolumità fisica e mentale, ne fanno parte. Diritti
dei quali ci stiamo facendo depredare a malapena accorgendocene,
a malapena lamentandoci. Quando non ne avremo più,
forse, troveremo la forza e il coraggio di sollevare la testa
e riprenderceli. In attesa che quel giorno arrivi e poiché
indietro non si può tornare, non rimane che opporsi,
denunciare e resistere, anche a costo della vita.
Cinzia
Ricci, 17 Marzo 2007
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