Home Page di ethanricci.cloud - Collegamento a sito esterno Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca Clicca per accedere alla sezione...
Contattaci!
Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di Maria Stella Conte, da La Repubblica - 15 Settembre 2005

 

Quelli che non si sposano. Quelli che è come se fossero sposati. Quelli che ti presento Mario e Giovanna, Mario e Giovanni, Maria e Giovanna. Coppie. Etero, gay, lesbiche: coppie con la “c” minuscola, senza certificato di matrimonio e dunque senza licenza di esistere. Almeno giuridicamente.

In Italia sono qualcosa più di mezzo milione: 555 mila, il 3,8 per cento sul totale dei coniugati; erano l’1,3 per cento solo una ventina di anni fa. Dentro ci sono tutti. Chi convive per scelta; chi per fare un’esperienza prematrimoniale; chi è in attesa di divorzio; chi di avere i soldi, o la casa, o un lavoro più sicuro, per poi finalmente sposarsi “veramente”. All’appello, periodicamente fatto dall’Istat, mancano però le coppie omosessuali che, al di là di ipotetiche stime, nessuno sa con esattezza quante siano. Eppure - assicura lo studioso Marzio Barbagli - l’oggetto del contendere, quando si parla dei Pacs, non sono tanto le coppie eterosessuali, ma i gay e le lesbiche: sono loro il perno intorno al quale ruota il pensiero sia di chi è favorevole, sia di chi è contrario. «Gli eterosessuali alla peggio, hanno sempre la possibilità di sposarsi: non dico che sia giusto, dico solo che possono farlo. Gli omosessuali, neanche per idea. E dunque per loro i pacs assumono un significato simbolico straordinario, di grande legittimazione e di forte rilievo sociale. Basti pensare che né da noi, né in nessun altro Paese europeo, si sono mai viste associazioni di coppie eterosessuali scendere in piazza e lottare affinché venisse riconosciuta la famiglia di fatto. Ed è comprensibile, poiché gli etero hanno comunque un modo per aggirare l’ostacolo. Gay e lesbiche, no». Nel suo “Omosessuali moderni”, edito da "il Mulino", Barbagli riporta, tra gli altri, un dato che fa riflettere: su cento gay e lesbiche di età tra i 30 e i 34 anni, il 16 per cento dei maschi e il 23 per cento delle donne vivono in coppia, «una percentuale - commenta il sociologo - di gran lunga superiore a quella delle convivenze tra eterosessuali nella stessa fascia di età». Questo a sottolineare che dietro la bagarre politica sui Pacs si cela, e neanche tanto velatamente, una riluttanza «molto italiana» ad accettare la comunità omosessuale, l’innominata dietro le quinte parlamentari. Volendo a tutti i costi quantificare questa realtà, si potrebbe fare riferimento ad uno studio della Chicago University che (partendo da chi si identificava come omosessuale), stimava in circa il 2 per cento della popolazione Usa, gay e lesbiche. Un dato verosimile anche per l’Italia. Numeri alla mano, siamo invece ancora lontani, per quanto riguarda le libere unioni tra eterosessuali, dal resto d’Europa dove «ormai almeno l’80 per cento delle ultime generazioni in coppia passa attraverso l’esperienza di una convivenza». Indiscutibilmente però, qui qualcosa è cambiato e sta cambiando ancora. Non solo perché le coppie di conviventi (più di un milione di persone) sono aumentate e la metà ha figli, ma perché al loro interno sono aumentati i celibi e le nubili; le convivenze giovanili; quelle di chi non prevede di sposarsi. Poi naturalmente il Sud. Dove le cifre del cambiamento diventano minime. Il Sud, nel bene e nel male costretto a fare da retroguardia all’Italia che cambia.

 

TORNA SU
HOME
Le immagini, se non diversamente segnalato, sono prevalentemente tratte da materiali fotografici e grafici preesistenti modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

Questo sito, testato principalmente con Firefox, Internet Explorer e Safari, è privo di contenuti dannosi per i computer. On-line dal 2003, nel 2015 diviene antologico, da allora non viene aggiornato. Gli odierni Browers non supportano più gran parte dei materiali multimediali prodotti prima di tale anno, le numerose pagine che sembrano vuote in realtà contengono tali contenuti ormai non più fruibili - ne siamo dispiaciuti. Risoluzione schermo consigliata: 1024x768.