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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

A cura della COMUNITÀ CRISTIANA DI BASE DI PINEROLO

18 Settembre 2005

 

«Non è certo introducendo i Pacs che si lacera la famiglia. Ma cosa sa la gente di questi patti di convivenza? E cosa sanno i politici che reagiscono in questo modo? I Pacs consentono alcuni strumenti di tutela a persone che soffrono per non poter vivere appieno la propria vita».

Monsignor Bettazzi, 14 settembre 2005

Sotto un apparente immobilismo curiale, papa Ratzinger sta profondamente incidendo nella dirigenza ecclesiastica e si muove in precise direzioni. È già pronta la lista del prossimo concistoro in cui il papa, entro la primavera del 2006, conferirà la porpora cardinalizia ad una dozzina di “amici fidatissimi”. Intanto proseguono a ritmo serrato le nomine dei nuovi vescovi che, dall’Italia a tutti gli altri stati, sono tutti di sicura fede ratzingeriana. L’Osservatore Romano, il quotidiano vaticano, si è fatto più “grintoso” ed aggressivo non solo nei confronti del governo spagnolo, demonizzato sotto ogni aspetto in modo becero, menzognero e velenoso. Ha stupito la spudorata difesa di Fazio, grande propugnatore degli interessi economici del Vaticano e uomo vicino all’Opus Dei.

Rispetto alle coppie di fatto il Vaticano si è schierato contro la proposta del Pacs (il Patto Civile di Solidarietà) che conferisce identità giuridica, diritti fiscali, sanitari, di lavoro e previdenziali a tutte le coppie che hanno scelto di stare insieme fuori dall’istituzione matrimoniale. È stata una vera e propria “aggressione” nei confronti di Prodi e quindi l’avvio della crociata contro l’Unione in nome della difesa della famiglia. Si tratta, ovviamente, di una retorica strumentale, basata sulla falsa affermazione che i PACS rappresenterebbero una minaccia ai valori della famiglia.

Con estrema chiarezza ha precisato Michele Serra su “La Repubblica” di martedì 13 settembre: «Si badi: i Pacs non equiparano le unioni di fatto al matrimonio, come ha scelto di fare (legittimamente, e con l’appoggio del suo elettorato) Zapatero. Non autorizzano adozioni, non parificano lo status di conviventi riconosciuti a quello di genitori, si limitano a riconoscere legalità e, laddove necessiti, assistenza pubblica a nuclei famigliari differenti dalla famiglia tradizionale».

Semmai, i Pacs allargano l’idea di nucleo familiare anche a famiglie fin qui inconsuete, ma sostenute dall’identico patto privato di mutuo soccorso e di condivisione. Dunque, con i Pacs, non “meno famiglia”, ma più famiglie. Come questo tutto possa essere “lacerare la famiglia” si spiega solo con l’impaurita deriva precettistica di un pezzo del mondo cattolico, presa a pretesto da un destra ex liberale che, in mancanza di cultura autonoma, si accoda.

Proprio “codismo” si chiamava, un tempo, l’opportunistico ripararsi della destra politica reazionaria all’ombra del tradizionalismo clericale. I codini odierni (dai quali si è smarcato, ancora una volta, l’onorevole Fini) considerano “eversivo” dare dignità e uguaglianza alle libere scelte dei loro concittadini. Queste scelte si guardano bene dal costituirsi come principio esemplare, come modello da imitare, come “antifamiglia”. Non ledono d’una virgola le abitudini della presunta maggioranza tradizionalista, non tolgono nulla ai diritti altrui, non impongono comportamenti né veti, non allontanano né maledicono, non discriminano né dividono. Semplicemente, esistono, e chiedono soltanto di essere riconosciute come legittime, in aggiunta (non in sottrazione) alla solida e consolidata famiglia tradizionale.

Non si tratta di un semplice momento di polemica. Qui siamo di fronte ad una gerarchia che ormai è entrata in campagna elettorale individuando nel centrosinistra il nemico da battere e in Casini e Pera gli alleati da sostenere: siamo avvertiti la “macchina vaticana” lavora per il centrodestra.

 

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