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Venerdì 26-Gen-2007
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Dichiarazioni tratte dai quotidiani, Settembre 2005
12 Settembre 2005 • Osservatore Romano: Prodi «chiama direttamente in causa nella competizione politica la famiglia, la realtà naturale alla quale sono naturalmente inclini l'uomo e la donna. Una realtà fondata, come la stessa Costituzione italiana ammonisce, sul matrimonio. Un tentativo, dunque, di relativizzare e ideologizzare la realtà della famiglia». 13 Settembre 2005 • Sir, il servizio di informazione religiosa promosso dalla Conferenza episcopale italiana: «non appare in alcun modo giustificabile incutere un vulnus, come si diceva nel linguaggio aulico, oppure più sbrigativamente uno “sbrego”, ad una istituzione più che millenaria come la famiglia, come elemento essenziale di civiltà e di civilizzazione, per venire incontro a rivendicazioni di persone o gruppi più o meno significativi. (…) è il problema politico nel senso sostanziale del termine, il problema “costituzionale”. La famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna è una delle istituzioni irrinunciabili della nostra civiltà. Non è un bene disponibile per nessun singolo o nessun gruppo organizzato. Insomma: giù le mani dalla famiglia e dal matrimonio. (…) Bisogna uscire una volta per tutte dalla melassa indistinta del politicamente corretto, dei casi pietosi, dei diritti dei singoli». 23 Settembre 2005 • Adornato, presidente della fondazione Liberal, ha sottolineato che l'interruzione della manifestazione merita «un ringraziamento, perché sono riusciti a manifestare ciò che io ho detto in cinquanta minuti e cioè che quando si abusa della libertà, cala il silenzio». • Camillo Ruini, presidente della CEI: «È certamente della più grande importanza incrementare il dialogo e le convergenze tra cattolici e laici e soprattutto mantenere il contatto con il sentire profondo del nostro popolo, cercando di interpretare le sue genuine preoccupazioni e deficienze». • Silvio Berlusconi, presidente del consiglio: «È un fatto che mi addolora. Evidentemente erano degli studenti non liberali». • Pierferdinando Casini, presidente della Camera: «Come autorità dello Stato italiano desidero indirizzare a sua eminenza il cardinale Camillo Ruini, la mia più viva solidarietà per l'inqualificabile episodio che lo ha costretto nel pomeriggio a interrompere un suo discorso a Siena per la contestazione e le grida di un gruppo di giovani. (…) Temo che questo triste episodio sia uno dei primi frutti avvelenati di una campagna caratterizzata da troppe intolleranze verso la Chiesa». • Vannino Chiti: «Quanto è accaduto a Siena nei confronti del Cardinale Ruini è non solo spiacevole ma del tutto sbagliato». 24 Settembre 2005 - La Padania – da “LA ROSSA SIENA CONTESTA RUINI” di Toni Mirabile… • Andrea Ronchi, AN: «Ancora una volta l’intolleranza dell’estrema sinistra dimostra quanto siano pericolosi gli atteggiamenti di una cultura politica che non conosce né il dialogo né la tolleranza». 24 Settembre 2005 – Il Mattino – da “GIÙ LE MANI DALLA LIBERTÀ DI OPINIONE” di Elena Romanizzi… • Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera: «(…) Siamo addolorati, ma non stupiti dal fatto che nel centrosinistra nessuno riesca a prendere le distanze da questi personaggi inquietanti e preoccupanti per la libertà nel nostro Paese. (…) Difficile individuare il mandante. Ma evidentemente questi signori non sono degli sprovveduti che passavano dal convegno per caso. Hanno un minimo di organizzazione e soprattutto qualche cattivo maestro che ogni volta che parla un esponente della chiesa cattolica lo indica come “intollerante” e che è arrivato addirittura a definire i parroci come degli “occupanti” del territorio italiano. I risultati sono queste contestazioni che minano la libertà di religione nel nostro Paese. (…) Si vogliono introdurre in Italia, come hanno detto Romano Prodi e la coalizione dell’Unione, dei fac-simile di matrimonio in funzione, come riferito da Grillini, esclusivamente degli omosessuali, questo tentativo credo debba essere stoppato e debba trovare un limite non solo nella legislazione italiana, ma anche nella sua Costituzione». 25/09/2005 - il Giornale – da “PRODI CONDANNA I FISCHI A RUINI CON VENTIQUATTR’ORE DI RITARDO” di Luca Telese… • Ricky Franco Levi: «Romano, non possiamo essere confusi con i contestatori di Ruini, devi correggere il tiro». • Antonio Tajani, eurodeputato: «La contestazione al cardinale Camillo Ruini non è soltanto un’offesa a tutti i cattolici, ma è un indegno tentativo di limitare la libertà di espressione della Chiesa in un paese democratico come il nostro. La sinistra prenda le distanze da iniziative come quelle di oggi se vuole veramente aprire un dibattito su alcuni temi controversi sui quali ognuno ha il diritto di far conoscere la propria posizione». • Arcigay ha reso noto di non aver preso parte alla contestazione di Siena, tirandosi così fuori da ogni attribuzione di responsabilità. 25 Settembre 2005 - Corriere della Sera - da “I FISCHI DEI RAGAZZI E IL SORRISO DI RUINI” di Gaspare Barbiellini Amidei… • È difficile immaginare un gesto più autolesionistico dell’impedire per una decina di minuti di parlare al vicario del Papa, presidente dei vescovi italiani. Ruini è uomo che per suo conto ha ogni giorno milioni di ascoltatori. È punto di riferimento di una minoranza cospicua di italiani. Anche la matematica più avara gli attribuisce, per stare al gergo asettico di un rigoroso laicismo, una audience costituita almeno dal venti-trenta per cento della popolazione. Sono i cittadini cattolici e praticanti. (…) I fischi di Siena non rimarranno davvero nella storia. Sono un piccolo e sgradevole episodio di cronaca. (…) quanti impediscono agli altri di parlare portano soltanto argomenti a favore delle tesi dei loro avversari, si tratti di referendum o di Pacs. (…) Non drammatizzerei l’episodio, senza però sottovalutare i ricordi spiacevoli che esso provoca. Non portano bene questi estremismi verbali. L’Italia ha memoria di scene simili, cento volte più gravi. Ironia, abilità politica, pastorale pazienza o quel che sia, è un buon segno il sorriso con il quale alla fine il cardinale ha ripreso il suo discorso dopo la forzata sospensione. Consapevole del peso dell’opinione e della istituzione che rappresenta, non ha evidentemente valutato la chiassata una velleitaria prova tecnica di censura. Chiamiamola una gaffe di un anticlericalismo pieno di acciacchi, anche quando si affida a qualche giovane. 25 Settembre 2005 - L’Unità – da “FISCHI A RUINI: LA DESTRA ATTACCA, UNIONE DIVISA” di Maria Zegarelli… • «Ignobile contestazione» ha scritto ieri l’Osservatore romano, titolando così: «La viltà dell’ignoranza. Il coraggio della verità». Poi, tuoni e fulmini su «campagna di stampa» e «posizioni politiche» che tendono ad affossare «la missione» della Chiesa. • Romano Prodi: «Queste contestazioni le biasimo profondamente». • Piero Fassino, DS: «In una società democratica e libera i fischi non sono un argomento. Ruini ha la piena legittimità di sostenere il suo punto di vista, sarebbe curioso che su temi così delicati la Chiesa non avesse un suo punto di vista e non lo dicesse. Naturalmente è del tutto legittimo non avere le stesse opinioni, soprattutto sostenere, come io sostengo, che un conto è un punto di vista di una fede che è rispettabile e da rispettare, un altro è la funzione dello Stato che è garantire tutti i suoi cittadini e offrire a tutti strumenti per vivere meglio e più serenamente le proprie scelte di vita». • Sandro Bondi, FI: «non è casuale che Prodi abbia atteso un giorno perché così evita la parola condanna». • Maurizio Gasparri, AN: «sono proprio le improvvide iniziative di Prodi e di tutta la sinistra che animano i contestatori e che creano un clima di prevaricazione». • Marco Follini, UDR: «mi sarei aspettato qualche parola più generosa nei confronti di chi è stato contestato». • Pierluigi Castagnetti, Margherita: «Esprimo l’assoluta solidarietà mia e di tutta la Margherita al cardinale Ruini per la gazzarra che lo ha investito ieri». E poi bolla come «manifestazione di inciviltà» ogni «intolleranza del pensiero altrui». E sulla linea infuocata del cardinale è arrivata anche la telefonata del segretario dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella, che gli ha espresso piena solidarietà. 25/09/2005 - L’Unità – da “QUELLI CHE... FISCHIANO” di Vladimiro Frulletti… • I giovani dei Ds alla contestazione a Ruini non hanno partecipato: «Non condividiamo le posizioni di Ruini sui Pacs o sulla fecondazione - dice Donato Montibello, segretario della Sinistra giovanile - ma non abbiamo condiviso la forma e i tempi della contestazione. Io avrei aspettato di far parlare Ruini». «Comunque la protesta è stata non violenta e solo rumorosa - spiega Giulia Barbieri di Sinistra Universitaria che pure non ha aderito alla manifestazione - mentre i ragazzi sono stati minacciati da diverse persone del pubblico. Una reazione quella sì violenta». Al governo della città a dire il vero la protesta degli studenti non è stata molto gradita. Il sindaco diessino Maurizio Cenni l’ha condannata e ora è intenzionato a invitare Ruini al prossimo Palio. Per riparare. 25 Settembre 2005 - L’Unità – da “L’ONOREVOLE CAMILLO”… • «Berlusconi: La contestazione a Ruini mi addolora», «Barbuto (Udc): sgomento per la contestazione a Ruini», «Bosi: vergognosa contestazione a Ruini», «Casini: amarezza e indignazione per Ruini contestato». E ancora: «Fioroni: contestazione a Ruini è grave mancanza di cultura», «Gardini: solidarietà a Ruini, Prodi tenga a freno i fans», «Giro, Forza Italia: i fischi a Ruini devono indignare i laici», «Tajani: indegno tentativo di limitare la libertà», «Verdini: contestatori Ruini grotteschi epigoni del ‘68», «Volonté: giù le mani da Ruini». • Rosi Bindi: «Mi dispiace che Ruini sia stato contestato nella mia città». 25 Settembre 2005 - Il Gazzettino – da “RUINI FISCHIATO A SIENA”, intervento del Presidente del gruppo Udc alla Camera dei deputati… • Prodi dovrebbe aver il coraggio di tagliare i ponti definitivamente con quanti nella sua coalizione disconoscono nei fatti e da tempo i diritti fondamentali della libertà religiosa e della libertà di parola. Dinnanzi a tale grave pregiudizio nei confronti dei diritti umani dei cattolici a stento si comprendono le ragioni di chi si definisce “cattolico adulto e sofferente”. La sofferenza e la maturità impongono un cambiamento non solo di opinioni, quanto di atteggiamento fondamentale nei confronti di componenti della coalizione che più volte hanno segnalato la loro volontà di restringere e reprimere i diritti di libertà dei cattolici. 25 Settembre 2005 - Il Gazzettino – da “PRODI IN DIFFICOLTÀ PER I FISCHI AL CARDINAL RUINI”… • «Il biasimo non basta - dicono in molti, da Sandro Bondi (Fi) a Maurizio Gasparri (An) - ci vuole la condanna. Per Marco Follini, leader dell’Udc, i fischi di Siena sono stati un «tardo e triste rito sessantottino, frutto di cattivi maestri». Lo ripete pure il premier, Silvio Berlusconi, che si era già espresso venerdì sera: «È un fatto che mi addolora. Si rispettano le opinioni di tutti, soprattutto quelle che non sono le proprie». Ma dall’Unione si sprecano le voci che solidarizzano con il cardinale offeso che, come scrive l’Osservatore romano, ha soltanto avuto il «coraggio della verità». • Paolo Ferrero (Prc), invoca uno slogan che ne sembra parafrasare uno mussoliniano: «Libero fischio in libero Stato». • Simone Paini, portavoce dei giovani Udeur, parla ai suoi coetanei con la kefiah e la falce e martello nel cuore: «Chi contesta Ruini, sappia che esistono dei giovani che hanno un bagaglio di valori, che sono dalla sua parte: la nostra ispirazione di fedeli laici, secondo l’insegnamento del Concilio, ci vede lontani da ogni integralismo ed impegnati in politica con responsabilità. Possiamo contrapporre dunque dei valori importanti a chi valori quest’oggi ha dimostrato di non avere». Altre… • La Margherita ribadisce «la critica e totale disapprovazione a forme di contestazione che impediscano di parlare con serenità a personalità del mondo pubblico. Quando poi si toglie il diritto di parola a una personalità ecclesiastica i contorni di intolleranza si fanno ancora più seri». • L'Osservatore romano bolla come «Inattesa e ignobile» la contestazione subita dal cardinal Ruini a Siena. Per il quotidiano vaticano preoccupa che «la viltà dell'intolleranza, contrapposta al coraggio della verità, nasconda una chiara strategia politica di delegittimazione». Secondo l'Osservatore si «vuole togliere alla Chiesa il diritto di intervenire», ma le contestazioni «non riusciranno a farla tacere». 27 Settembre 2005. Monsignor Giuseppe Betori illustrando i lavori del Consiglio permanente della Cei che si è riunito in questi giorni… • «Inaccettabile dare forma giuridica alle unioni di fatto. La Chiesa non si lascia intimidire. La contestazione orchestrata a Siena da parte di alcuni giovani nei confronti del cardinale Camillo Ruini resta, come da lui stesso affermato, un piacevole intermezzo. Episodi di intolleranza purtroppo si sono registrati anche in passato. Stupiscono piuttosto taluni commenti che hanno voluto caricare la vicenda di significati politici». • «Tali interventi della Chiesa non possono in alcun modo essere considerati un'indebita interferenza e tantomeno un'ingerenza nella vita del Paese». 28/09/2005 – da La Stampa, articolo di ALBERTO PERINI • Il pericolo di lacerazione della famiglia e la sua «relativizzazione» all'interno della società diventa concreto. Relativizzare la famiglia significa ridurne il ruolo, mettendola sullo stesso piano, in termini di diritti e di peso sociale, delle unioni di fatto, le cui tendenze e modi di vita dovrebbero divenire, attraverso la legge sul Pacs, dei riferimenti sociali alla pari del matrimonio. D'altronde è oggettivamente innegabile che il matrimonio fissa il quadro giuridico che favorisce la stabilità della famiglia e ne permette il rinnovamento delle generazioni. • Chiunque abbia a cuore il destino proprio e del «popolo» a cui appartiene non può che vedere nella famiglia naturale il nucleo su cui ruota la speranza per il futuro; e questo (…) dovrebbe essere un valore irrinunciabile, «assoluto» direi; ma il vento relativista di cui tante volte Papa Benedetto XVI ha parlato, spazza via tutto, famiglia compresa, con la ahimè debole e colpevole complicità di spezzoni del mondo cattolico di cui Prodi è un esempio. • Nella maggioranza dei casi, la differenza tra chi decide di sposarsi per costruire una famiglia e chi decide di convivere senza legami di alcun tipo è quella che c'è tra chi decide di assumersi una responsabilità e chi no. 28/09/2005 – Dichiarazioni di Mons. Giuseppe Betori tratte da L'Unità, articolo di Roberto Monteforte • «Le coppie di fatto non sono equiparabili alla famiglia (...) un riconoscimento pubblico delle forme di convivenza nuocerebbe alla vera famiglia fondata sul matrimonio». • A chi ha scelto di convivere e chiede diritti, risponde che la Chiesa non è cieca di fronte alle necessità di chi «non vuole essere chiamata famiglia». Paradossalmente afferma di rispettarne la scelta e che se proprio si vuole trovare qualche soluzione l’ambito è solo quello del diritto privato. «Non può esistere un’identità familiare al di fuori di quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna». Fa barriera contro qualsiasi legge che dia luogo a «piccoli matrimoni». Proprio perché vi è una molteplicità di situazioni, definisce inadeguato «un unico strumento legislativo che configuri un soggetto “simil famiglia”. Non lo accetteremmo». In cosa consista questo «non lo accetteremo», ieri non è stato spiegato. Fatto sta che i vescovi non si sono fermati alle indicazioni di principio. Sono entrati nel merito di ciò che il Parlamento può o meno fare, sostituendosi alla possibile mediazione del laicato cattolico. Betori assicura che non si vuole togliere ai politici la loro autonomia, ma che resta un dovere della Chiesa esprimere la propria posizione se si «apre la porta alla pluralità di forme familiari, perchè questo contrasta sia con l’idea cattolica sia con il sentire comune della gente». E intanto detta la linea: i politici pensino a sostenere la famiglia «regolare». Si sente sostenuto da quel sondaggio per il quale il 70% degli italiani considerano un bene l’impegno della Chiesa per una legislazione conforme all’etica. Una sintonia che sarebbe emersa con il referendum sulla procreazione, quando la Cei si sarebbe fatta interprete della «saggezza» del popolo italiano. |
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