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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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12 Ottobre 2005
Può succedere che a volte un gesto semplicissimo, come una e-mail scritta col cuore (nel riquadro), innesti una risposta imprevista ed imprevedibile come un sasso lanciato nello stagno. Le ripetute ed insopportabili ingerenze del Vaticano nella politica italiana continuano a suscitare lo sdegno di migliaia di cittadini ed esigono una risposta. Facciamo parte di uno stato laico o di una teocrazia? Siamo cittadini italiani o sudditi del Vaticano? Una serie di circostanze politiche, sociali e culturali hanno fatto sì che nel nostro Paese si rafforzasse un fronte conservatore. La campagna conservatrice affonda le sue radici in quell’ortodossia religiosa in nome della quale negli ultimi anni si giustificano guerre e divisioni sociali. Un’ortodossia che si è insinuata nella politica e nelle istituzioni, che facendo leva sul ricatto morale e soprattutto elettorale ne sta stravolgendo il ruolo e sta sfilacciando il tessuto sociale basato su una cultura di solidarietà e convivenza. E’ un’anomalia tutta italiana dovuta alla vicinanza e all’ingerenza del Vaticano, al governo delle destre, alla perdita di identità dell’opposizione, tutte cause che hanno fatto diventare l’Italia un laboratorio delle nuove destre. A detta dei nuovi “teo-con” l’interruzione volontaria di gravidanza, il divorzio, nuove e diverse forme di coppia, l’accesso alla p.m.a., si contrappongono ai diritti degli altri cittadini, distruggono la famiglia e le istituzioni. E’ sempre più chiaro che l’obiettivo di questo fronte è l’annullamento di tutti i diritti all’autodeterminazione conquistati dalle lotte di donne, omosessuali, transessuali e comuni cittadini. Milioni di cittadini vengono umiliati dalle esternazioni di politici e teocrati, milioni di cittadini sono stati criminalizzati dalle campagne di odio lanciate negli ultimi anni. Le risposte che condividono un sentimento di indignazione sono tantissime: migliaia di persone, isolate dall’assenza di comunicazione e rassegnate alla tristezza degli accadimenti si sono risvegliate dal torpore e…vogliono dire basta. Nasce così “Facciamo breccia” un comitato di cittadini, gruppi, associazioni che, riprendendo il nome dal gesto che sancì l’unità e l’autonomia dello stato italiano dalla chiesa, vuole riaffermare una cultura laica e costruire una mobilitazione contro gli attacchi dell’ortodossia religiosa e dei suoi portavoce.
PROSSIMO APPUNTAMENTO per il II° INCONTRO del COORDINAMENTO:
DOMENICA 23 OTTOBRE - ORE 12.00
Per aderire: adesioni@facciamobreccia.org News e iniziative: www.facciamobreccia.org (sito in allestimento)
Sintesi dell'assemblea da cui il comunicato
Carissim*, domenica 9 ottobre si è svolto alla libreria “Babele” di Milano il primo incontro per discutere la proposta di mobilitazione sui temi della laicità sull’onda delle email di Porpora Marcasciano. La partecipazione è stata decisamente buona, con un passaggio di circa cinquanta persone e la saletta sempre gremita; erano presenti rappresentanti dei movimenti glbtq e delle donne e singol*, nello spirito di un movimento partecipativo, che si muova secondo una logica orizzontale. La discussione è stata incentrata sui temi inerenti la laicità, il suo significato (anche in relazione ai percorsi di autodeterminazione dei soggetti ed osservando l’invasività del piano religioso rispetto a quello etico), ma soprattutto le sue articolazioni. La questione è stata riconosciuta da quasi tutt* coloro che sono intervenut* come di valore simbolico estremamente rilevante. Da più parti si è sottolineato anche come sia giusto costruire una mobilitazione che su questi temi non coinvolga solo il movimento glbtq ma richiami una partecipazione più ampia. Non si tratta, infatti, di dare una risposta esclusivamente come movimento glbtq ed a partire dalle tematiche dell’attacco ai diritti delle persone omosessuali e transessuali, bensì di cogliere la portata generale di un uso strumentale del piano politico da parte delle gerarchie cattoliche, che arrivano anche a richiamarsi strumentalmente alla Costituzione per sostenere le proprie posizioni, ricevono regalie scandalose (quali l’esenzione dall’ICI per i fabbricati anche non di uso religioso ed in forma privilegiata) che si aggiungono a quelle rilevanti ottenute con i finanziamenti alle scuole private, e continuano a negare la tutela della salute della donna (pillola abortiva sperimentata a Torino) dopo aver fatto da registi alla propaganda antireferendaria sulla procreazione assistita. E’ stata messa in luce anche la necessità di rivedere il concordato tra stato e chiesa. Con la presenza di Arcigay ed Arcilesbica nazionali, rappresentate da* president*, vi è stata anche la presentazione della manifestazione, in forma di presidio, promossa dalle due associazioni e fissata per il 26 novembre a Roma sul tema dei Pacs, accompagnata da considerazioni sull’esigenza di laicità. La discussione si è a questo punto focalizzata sulla possibilità di ricondurre ad un unico momento la mobilitazione, data la coincidenza di molti temi ed obiettivi comuni, ma tenendo conto che la manifestazione proposta da Porpora sulla base di tutti i contatti intercorsi nelle settimane passate ha un carattere diverso sia nella forma (corteo) che nei contenuti (laicità a tutto campo, pur individuando nei Pacs un elemento centrale di questa fase) che nella data (10 dicembre per favorire lo sviluppo di un movimento orizzontale, con il coinvolgimento di soggetti sociali e politici differenti). Nonostante un confronto lungo ed a tratti estenuante e la presenza di proposte di mediazione tra i due percorsi, non è stato possibile realizzare tra di essi un ricongiungimento, benché fosse chiaro a tutt* come su questi temi sarebbe indispensabile ottenere una partecipazione massiccia, che senza dubbio una mobilitazione unitaria avrebbe facilitato. Pur riconoscendo quindi nel presidio indetto da Arcigay e Arcilesbica una tappa di questo percorso si è confermato l’appuntamento per domenica 23 ottobre alle ore 12.00 al Circolo Mario Mieli di Roma, via Efeso 3 per riprendere il confronto sull’organizzazione della manifestazione del 10 dicembre sui tempi più ampi della laicità e del diritto all’autodeterminazione, lavorando sin d’ora perché risulti un appuntamento che coinvolga al massimo la sinistra politica ma soprattutto sociale, con lo sviluppo delle aree tematiche individuate. |
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