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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Il libro appena uscito, “La discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. L’attuazione della direttiva 2000/78/CE e la nuova disciplina per la protezione dei diritti delle persone omosessuali sul posto di lavoro” di Stefano Fabeni e Maria Gigliola Toniollo, a cura dell’Ufficio nuovi diritti della CGIL, fa il punto sulla situazione, soprattutto su ciò che è possibile fare per combattere la discriminazione e i pericoli di licenziamento…

Di Andrea Pini – Fonte: www.tamles.net, Aprile 2006

 

Discriminazione delle persone omosessuali e transessuali sul posto di lavoro. Un tema, purtroppo, che tocca molti di noi. Un luogo in cui le discriminazioni antigay possono avere conseguenze pesantissime è quello del mondo del lavoro.

Se ne parla poco, ma probabilmente il 90% dei gay e delle lesbiche ha temuto almeno per un momento di restare vittima di soprusi sul luogo di lavoro a causa del proprio orientamento sessuale.

Naturalmente tutto dipende dal tipo di lavoro, dal contesto, dal ruolo che si svolge e dal potere che si ha, oltre che dal carattere individuale. E, come accade nei confronti delle donne da parte dei colleghi maschi, noi sappiamo che il pregiudizio antigay può agire soprattutto in situazioni di debolezza e d’isolamento.

Un lavoratore gay timoroso dell’effetto che può avere il proprio orientamento, è più debole di un suo collega che ha fatto coming out. Così come un lavoratore non garantito, senza contratto o con contratti precari e a termine, è certamente molto più debole di un lavoratore con il “posto fisso” e sindacalizzato.

Se mettiamo le due cose insieme, lavoratore precario e gay (ancora di più se portato a nascondersi) il rischio di discriminazione è notevole e la possibilità di difendersi si abbassa. Anche perché questo tipo di lavoratore difficilmente proverà a far valere i suoi diritti, dato che denunciare una discriminazione per orientamento sessuale equivale a dichiararsi gay.

Ma facciamo il caso di un lavoratore gay, precario o stabile, sufficientemente coraggioso per passare all’attacco in caso di discriminazioni, e proviamo a vedere cosa può fare per difendersi.

Intanto deve sapere che in Italia c’è una legge antidiscriminatoria che contempla anche la situazione in oggetto (Decreto Legislativo 216/2003, del 9 luglio 2003).

Poi può rivolgersi ad un sindacato: in Italia l’unico che ha strutturato un servizio mirato a questo scopo è la CGIL, che da tempo ha istituito la sezione Nuovi Diritti, che fa capo a Maria Gigliola Toniollo.

Toniollo lavora col suo ufficio Nuovi Diritti da quindici anni, ed ha contribuito in modo determinante anche a cambiare il suo sindacato dall’interno, rendendolo oggi più attento alle tematiche gay, lesbiche e transessuali.

Insieme a Stefano Fabeni, esperto di studi giuridici sull’orientamento sessuale, Gigliola ha appena curato il saggio La discriminazione fondata sull’orientamento sessuale, appena uscito.

Si tratta di un grosso testo collettivo, costituito da 25 mini-saggi di autori diversi, che affrontano il tema dal punto di vista giuridico: poco adatto a una lettura di svago, è prezioso per avvocati, docenti, magistrati, sindacalisti.

Per la prima volta il testo analizza il tema della discriminazione antigay sul lavoro in modo organico e approfondito, a partire dal concetto giuridico del diritto alla parità e all’uguaglianza di tutti i cittadini.

Il testo mette in luce l’assoluta novità nella legislazione italiana, rappresentata dal Decreto legislativo del 2003, ma ne mette in luce anche i molti limiti e le perfide insidie.

Facciamo un passo indietro: nel novembre del 2000 il Consiglio dell’Unione Europea (ah! cara Europa…!) ha approvato una direttiva (cioè un ordine di legiferare rivolto agli stati membri) che stabilisce “la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro” (Direttiva 2000/78/CE).

Il governo Berlusconi si è quindi trovato nell’obbligo di fare una legge apposita, ma senza condividere nemmeno una riga del testo europeo. E quindi ha confezionato in casa un regalino avvelenato che, pur introducendo l’obbligo di non discriminare, con un linguaggio ambiguo e definito “scivoloso” dai commentatori, prevede una serie di eccezioni per alcune categorie di lavoratori che operino in situazioni “delicate” (in particolare: polizia, forze armate e penitenziarie).

Introdurre per legge il diritto a operare discriminazioni laddove prima non c’erano è un bel paradosso, per una legge che si propone di tutelare le categorie “deboli” di cittadini contro le ineguaglianze!

Non solo: è previsto che l’onere di provare che si è subita una discriminazione spetta al discriminato, in ciò rovesciando completamente le specifiche disposizioni della UE!

Pare che la cattiveria sia dovuta in particolare a Buttiglione, anche se lui ha smentito.

Nonostante tutto ciò è oggi possibile, per un lavoratore gay o un lavoratrice lesbica discriminati, tentare di ottenere giustizia. I diversi uffici territoriali Nuovi Diritti (vedi l’elenco in queste pagine) raccolgono le denunce di molti gay, lesbiche e trans ma, lamenta Gigliola Toniollo, c’è ancora moltissima paura ad esporsi. Capita spesso che chi telefona per chiedere aiuto non dica neanche il nome; altre volte arrivano mail senza neppure il nome della città; talvolta sono le madri a telefonare al posto dei figli spaventati...

Per fortuna nelle grosse aziende le cose non vanno così male per noi, soprattutto se si tratta di multinazionali con sedi sparse in Usa, Canada ed Europa, come succede alla General Electric, colosso del settore energia che produce lampadine e apparecchiature elettriche.

In quell’azienda si fa un’esplicita azione positiva per il superamento delle discriminazioni e si sono creati numerosi gruppi aziendali di lavoratori gay, lesbiche e trans organizzati ed attivi.

La sezione italiana per adesso conta un solo aderente, ma Mario Moisio (mario_moisio@hotmail.com) conta di creare anche in Italia un gruppo organizzato.

Il problema con il quale tutti i gay e le lesbiche si devono oggi confrontare è più in generale la pressione di alcune potenze sociali che non vogliono uno stato laico e non desiderano affatto maggiori libertà individuali e maggiori diritti per tutti, ma puntano a un restringimento delle libertà personali opponendosi con forza alle unioni gay, alle adozioni, alla libertà di procreazione.

In sostanza quelle forze hanno il preciso disegno di continuare a discriminare i gay, le lesbiche e i trans in tutti gli spazi pubblici e privati che sia loro possibile controllare.

Quali siano quelle forze ci è ben noto, e lo ha ribadito ancora una volta Gigliola Toniollo alla presentazione del volume, nella sede nazionale della CGIL a Roma, alla presenza di Guglielmo Epifani e di vari parlamentari, fra i quali Franco Grillini: «La Destra italiana e la Margherita in fondo sono d’accordo con le discriminazioni antigay, e la nostra esigenza principale è ancora una battaglia contro l’omofobia e contro la transfobia. Sono ancora troppi i nostri parlamentari di entrambi gli schieramenti che mostrano un ossequio permanente nei confronti delle gerarchie vaticane, ed è proprio lì Oltre Tevere che si mostra con incredibile insistenza l’opposizione al riconoscimento di modi di vivere e di amarsi differenti. Ma è l’omofobia ad essere una malattia, una deficienza mentale, non i modi di vivere e di amare dei gay, delle lesbiche e dei trans».

 

GLI UFFICI NUOVI DIRITTI IN ITALIA

 

Settore Nuovi Diritti CGIL Nazionale, C.so d’Italia 25, 00198 Roma; tel. 06-8476390 - fax. 06-8476337.

e-mail: nuovidiritti@mail.cgil.it

EMILIA-ROMAGNA

Ufficio di coordinamento regionale NUOVI DIRITTI SERVIZIO TERRITORIALE, CAMERA DEL LAVORO di BOLOGNA; tel. 051-6087177

(martedì dalle ore 15 alle ore 18).

LAZIO

Ufficio Nuovi Diritti CGIL Roma e Lazio, via Michelangelo Buonarroti 39, 00185 Roma; tel. 06-49205327.

e-mail: nuovidiritti@lazio.cgil.it

http://www.lazio.cgil.it/nuovidiritti

LIGURIA

Ufficio Nuovi Diritti CGIL Liguria, via S. Giovanni D’ Acri 6, 16154 Genova; tel. 010-6028217.

e-mail: liguria.nuovidiritti@mail.cgil.it

http://www.liguria.cgil.it/NuoviDiritti/index.htm

LOMBARDIA

Centro gay Camera del lavoro metropolitana di Milano, C.so Porta Vittoria 43, 20122 Milano; tel. 02-55025301 (per messaggi 02-55025288) - fax 02-5502594.

e-mail: massimo.mariotti@lomb.cgil.it

http://www.cgil.milano.it/CDLM/PolSociali/gay/orari.htm

MARCHE

Ufficio Cgil Nuovi diritti Pesaro; tel. 0722 319579; cell. 329 9309307.

e-mail: pesaro.nuovidiritti@marche.cgil.it

VENETO

Ufficio Nuovi Diritti CGIL Veneto, via Peschiera 5, 30174 Mestre - VENEZIA; tel. 041- 549 13 00 - fax 041- 531 52 63.

e-mail: nuovidiritticgilve@virgilio.it

Ufficio Nuovi Diritti Camera del lavoro metropolitana di Verona

via Settembrini 6, tel. 045- 8674685.

e-mail: ndverona@yahoo.it

Ufficio Nuovi Diritti Camera del lavoro di Padova, via Longhin 117-121; tel. 0498944211-fax. 0498944220.

e-mail: nuovidiritti@cgilpadova.it

Ufficio Nuovi Diritti Camera del lavoro di Vicenza, Bassano del Grappa, largo Parolini 39; tel. 0424 529154.

http://www.cgil-vicenza.it/nuovidiritti.htm

 

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