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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Convivono da quattro anni con la madre di uno di loro. «Saremo costretti ad andarcene»
«Siamo stati picchiati in un bar mentre parlavamo con alcuni amici inglesi»
«Dopo il Costanzo Show abbiamo avuto solidarietà da tanti, ma nessuno di qua»

Di Raffaele Sardo – “La Repubblica” Napoli 23 giugno 2004

 

«Ci amiamo. Siamo una coppia fedele». Antonio e Giuseppe sono una coppia gay che convive da 48 mesi in una piccola casa in affitto di Teverola, paese in provincia di Caserta, dove poco più di una settimana fa sono stati aggrediti senza motivo da quattro energumeni in un bar mentre bevevano una birra con alcuni amici inglesi.

Antonio, 35 anni, mostra i lividi di quell’aggressione. Giuseppe porta i postumi dei pugni a un orecchio. Con loro anche la mamma di Antonio, Maria, una energica signora che ha messo al mondo dieci figli. E’ stata lei, con la sua modesta pensione, ad arredare la casa. Poche cose essenziali. Giuseppe, napoletano, 45 anni e tre lauree (sociologia, teologia e psicologia), è stato sposato. Era diacono. Ha due figli grandi, ma quando ha confessato alla moglie di essere gay, è cominciato il suo inferno. Oggi è separato, ed è anche disoccupato, come Antonio, il suo compagno che ha sempre lavorato in nero nelle fabbriche di calzature dell’aversano.

«La mia famiglia non mi ha mai accettato - dice Giuseppe con una vena di amarezza - Mia madre, quando sono andato a dirle che andavo a vivere insieme con Antonio, ha chiamato la polizia». E così Maria, la mamma di Antonio, ai suoi dieci figli ha aggiunto anche Giuseppe. «Come potevo non accettarlo, è mio figlio. Sono andata a parlare con la mamma di Giuseppe, ma non c’è stato nulla da fare». «Quel che è peggio è che la gente di qui ci guarda come se fossimo due animali rari - afferma Antonio - Siamo costretti a rimanere in casa perché per strada la gente ci deride».

Ma il loro dramma è il lavoro. «Con la pensione di mamma Maria - si sfoga Giuseppe - riusciamo a vivere a stento tutti e tre. Ogni tanto ci aiuta la Caritas. Il parroco spesso ci dà una mano con qualche spicciolo».

Dopo l’aggressione, Antonio e Giuseppe sono stati ospiti del Maurizio Costanzo Show. «Maurizio è una persona coraggiosa - dice Antonio - ha capito subito il nostro stato d’animo».

Alla redazione del Costanzo Show sono arrivate mail di solidarietà da tutta Italia. Ma una sola dall’agro aversano. «Nemmeno il sindaco di Teverola si è fatto sentire. Si è limitato a esprimere una generica solidarietà su qualche giornale locale. Forse ce ne andremo da qui. Ci vogliamo sposare - dice Giuseppe - non appena avrò il divorzio con un patto civile di solidarietà (Pacs) presso il consolato francese in Italia».

 

Tante e-mail ma una sola viene da Aversa
Non sono mancate altre minacce e insulti

Di Lorenzo Iuliano – “Il Mattino”, 17 Giugno 2004

 

Teverola. Un albergo di Ischia ha addirittura offerto un soggiorno relax, mentre un farmacista di Napoli è pronto a fornire farmaci gratis per un anno. La catena di solidarietà per Giuseppe e Antonio, la coppia omosessuale di Teverola aggredita sabato scorso al Roxy bar su via Roma, il cui caso è stato rilanciato dal Maurizio Costanzo show, ha sorpreso gli stessi redattori del talk show.

Giordano Pietrangeli è il giornalista che sta seguendo la vicenda: «É una storia che ha colpito l'Italia - dice - Tantissimi telespettatori continuano a chiamare, anche solo per testimoniare la loro solidarietà. I due erano venuti per portare la loro esperienza di vita insieme, dell'aggressione nemmeno noi sapevamo nulla, è venuta fuori spontaneamente e ha fatto breccia».

Non solo gli insulti frutto dell'ignoranza, Giuseppe (48 anni, sposato con due figli) e il suo compagno Antonio, 35enne, devono lottare anche contro le discriminazioni nella ricerca di un lavoro. Ora entrambi sono disoccupati, ma ieri decine di aziende si sono fatte avanti in tv per dare un'occupazione alla coppia, come spiega Pietrangeli: «Sono arrivate le offerte più disparate, dall'impresa di pulizia nel Varesotto al cameriere a Verona, ma visto che Giuseppe ha un passato da contabile due ci appaiono le più appetibili, quella di un'azienda immobiliare di Perugia e il ruolo di contabile in un'azienda di costumi da bagno, la decisione finale spetta ovviamente a loro».

E Giuseppe rivela al Mattino la sua voglia di andare via da Teverola e dalla Campania: «Accetteremo le proposte lontano da questa zona - precisa - perché il clima creatosi anche dopo la trasmissione è insostenibile. Ormai non usciamo nemmeno più di casa, abbiamo paura e abbiamo ricevuto anche minacce di morte». Giuseppe ritorna sull'aggressione subita: «Eravamo con una coppia di amici etero - racconta - quando all'improvviso ci hanno colpito alle spalle, erano in quattro, abbiamo ancora addosso i segni della violenza. Noi e i nostri amici siamo stati medicati all'ospedale di Aversa, arrivandoci con le nostre gambe, senza ambulanza. Volevamo denunciare tutto al drappello di polizia, ma alle 22,30 era chiuso. Ora è tutto più difficile e non ci resta che andare via, visto che abbiamo difficoltà anche a mantenere il nostro alloggio».

Tra le tante e-mail di solidarietà giunte al Maurizio Costanzo show soltanto una viene da Aversa e dice: «É difficile scusare questo gesto, compiuto da gente ignorante, io spero di poter incontrare presto questa coppia che ha avuto il coraggio di amarsi». Un'altra invece accusa la trasmissione per aver dato spazio alla diversità. Costanzo ha già promesso di leggerla in tv, per esprimere di nuovo tutto il suo sdegno.

 

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