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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di Marino Bisso - "La Repubblica", 24 Aprile 2005

 

L'aggressione ieri pomeriggio a pochi metri da Largo Goldoni dove era in corso una manifestazione di estrema destra. "Ci hanno detto: voi così non potete andare in giro. Poi le botte e la fuga".

 

«Voi gay non ci potete andare in giro...». Un ultimatum e poi una scarica di calci e pugni alla faccia e alla pancia. Così due ragazzi sono stati pestati a sangue solo perché camminavano come due fidanzati, mano nella mano, in mezzo a via del Corso. È successo ieri pomeriggio nella centrale strada simbolo del passeggio e dello shopping del fine settimana. L´aggressione contro i due giovani gay è avvenuta a pochi metri da largo Goldoni dove alcuni militanti di ultradestra stavano manifestando per chiedere l´abolizione della festa del 25 aprile. Un presidio organizzato da Forza Nuova e controllato da uno schieramento di forze dell´ordine.

L’aggressione è avvenuta davanti agli occhi di decine di passanti. Molti turisti spagnoli e francesi che hanno soccorso i due giovani. Nel frattempo sono accorsi anche alcuni poliziotti in servizio per la manifestazione d´estrema destra. Ma non è stato possibile accertare se gli aggressori fossero militanti di Forza Nuova. «Quando hanno cominciato a insultarci erano in tre poi sono arrivati altri. - racconta Franco, 23 anni, studente universitario di Tor Vergata - Ci hanno detto che non potevamo andare in giro tenendoci per mano. "Ma dove vi credete di essere, ve ne dovete andare..." mi ha urlato uno di loro. Gli ho risposto: "Io vado come e dove voglio". È stato allora che quello mi ha tirato un calcio in pancia. Poi sono arrivati gli altri e ci hanno picchiato».

Il pestaggio è durato pochi istanti. Calci e pugni in faccia poi il gruppetto di picchiatori e fuggito davanti a molti passanti che non comprendevano tanta violenza. La ragione, i due giovani l´hanno poi spiegato agli agenti accorsi in loro aiuto. «Ci hanno aggredito perché secondo loro stavamo dando scandalo» hanno raccontato i due ragazzi che poi hanno anche riconosciuto uno dei picchiatori. Gli agenti hanno provveduto a identificarlo. Ora gli investigatori dovranno accertare se appartiene ai gruppi che manifestavano dietro la bandiera con la croce celtica. Oltre al reato di lesioni potrebbe essere contestato l´incitamento all´odio razziale.

I due giovani malconci sono stati portati al pronto soccorso del San Giacomo. I medici hanno riscontrato contusioni e ferite guaribili in dieci giorni. Anche al posto fisso dell´ospedale è stata registrata l´aggressione e ora seguirà una denuncia al commissariato Trevi, diretto dal vice questore Antonio Del Greco. «Abbiamo deciso di presentare denuncia perché speriamo che quei picchiatori non la facciano franca - auspicano i due giovani - Non solo noi ma tutti devono essere liberi di poter camminare per strada senza paura».

 

Di Saverio Aversa

27 Aprile 2005

 

E' successo ancora. Due ragazzi mano nella mano per le vie di una città, due ragazzi che si vogliono bene e che vogliono passeggiare vicini, mantenendo un contatto d'amore. E' bello vedere qualcuno che si ama e che non lo nasconde in un mondo sempre più duro, più violento. Ma non tutti sono contenti dell'immagine di due giovani che si tengono la mano soprattutto quando si tratta di due ragazzi omosessuali. E' successo ancora che qualcuno ha deciso che bisognava punire, fermare, colpire selvaggiamente chi ha il coraggio di essere vero, naturale, felice del proprio orientamento sessuale, consapevole del sentimento che lo lega ad un altro essere umano. E' successo a Roma sabato pomeriggio, nei pressi di Largo Goldoni dove si stava svolgendo una manifestazione di "Forza Nuova", un gruppo appartenente alla destra estrema che chiede l'abolizione della ricorrenza della Liberazione il 25 aprile.

"Voi gay non ci potete andare in giro. Dove vi credete di essere, ve ne dovete andare" così i due ragazzi si sono sentiti apostrofare da chi subito dopo li ha aggrediti colpendoli violentemente con una serie infinita di calci e pugni: un gruppetto di fascisti che si è allontanato indisturbato mentre le vittime venivano soccorse dai passanti. Accompagnati al pronto soccorso ai due giovani sono state riscontrate contusioni e ferite guaribili in dieci giorni. La coppia ha deciso di presentare denuncia sperando che gli aggressori siano individuati: "Non solo noi ma tutti hanno il diritto di poter camminare per strada senza aver paura di essere picchiati". E' successo quello che succede da molto tempo ormai: chi non si uniforma a comportamenti adeguati per chi si considera prepotentemente un detentore morale di verità e giustizia viene respinto nella clandestinità, punito, violentato, ucciso. Le persone omosessuali, gay e lesbiche, le persone transessuali, sono storicamente perseguitate, discriminate, costrette a nascondersi, a vivere nel buio la propria identità, l'affettività, la sessualità. Proprio un anno fa a Lucca anche una ragazza lesbica fu massacrata di botte da alcuni uomini che non sono stati ancora individuati (per sapere tutto sul caso di Lucca, vai alla sezione "18 Aprile").

Il movimento omosessuale e trans/gender italiano, rappresentato da moltissime associazioni attive in tutte le regioni, da ormai 33 anni si batte contro il pregiudizio, l'intolleranza, le discriminazioni, e chiede il riconoscimento degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, diritti ancora negati. Lo farà anche il 14 maggio a Campo de' Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno, dove si svolgerà una manifestazione in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia. Tanti sono stati in tutti questi anni i cortei, le proteste, gli eventi culturali e politici per chiedere delle leggi che affranchino una minoranza di cittadini dall'appartenenza ad una categoria subalterna. Quasi tutte le proposte di legge presentate negli ultimi decenni, sia con i governi conservatori che con quelli progressisti, sono rimaste tali. L'unica legge approvata, ormai più di venti anni fa, è la 164, una serie di norme che consentono alle persone transessuali di adeguare chirurgicamente e anagraficamente il corpo alla propria identità di genere, quindi di avere i documenti necessari per godere dei diritti di cittadinanza e poter avere un lavoro regolare. Ma questa legge, sebbene molto importante, ha bisogno di un'altra norma che permetta, a chi lo desidera, di far coincidere i dati anagrafici alla reale identità sessuale senza l'asportazione degli organi genitali. E' una legge che è nota come "piccola soluzione" ed è ormai in vigore da tempo in altri stati e tra questi la Germania. L'approvazione di questa norma contribuirebbe notevolmente a evitare l'emarginazione sociale e le gravi discriminazioni che spesso accompagnano l'esistenza delle persone trans/gender. Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere dovrebbero essere punite da leggi e norme consigliate già da tempo dal Parlamento Europeo attraverso la direttiva 2000/78 ma in Italia, paradossalmente, dette indicazioni sono state bellamente travisate ed hanno prodotto un decreto che, per esempio, consente di licenziare un dipendente se la sua sessualità non si concilia con le mansioni da svolgere. Il dipendente che viene licenziato e che vuole ottenere il reintegro nel posto di lavoro ha l'obbligo dell'onere della prova, deve cioè dimostrare di essere stato discriminato e questo rende più difficile ottenere giustizia. L'attuale legge sulla fecondazione assistita, che speriamo sia abrogata con i referendum del 12-13 giugno, si inserisce perfettamente in quest'ottica perché si tratta della prima legge italiana che discrimina apertamente i cittadini omosessuali vietando alle coppie dello stesso sesso di ricorrere alle tecniche di riproduzione assistita. Nemmeno durante il ventennio fascista erano in vigore leggi che limitavano, così chiaramente, la libertà e i diritti di gay e lesbiche.

Dopo l'approvazione da parte del Parlamento spagnolo del matrimonio fra cittadini dello stesso sesso e della possibilità di adottare dei bambini, appare sempre più urgente che anche l'Italia produca finalmente delle leggi che tutelino la comunità glbt. Quello che è successo ai due ragazzi picchiati nel centro di Roma continuerà a ripetersi se non si provvederà a cancellare tutti gli ostacoli che impediscono a centinaia di migliaia di cittadini di godere degli stessi diritti di cui usufruiscono milioni di altri cittadini, considerati di serie A soltanto perché eterosessuali. Si può continuare a discutere se è meglio spendere energie per una politica "dei piccoli passi", per una strategia "gradualista" che porti al più presto al riconoscimento delle unioni civili, numerose sono le proposte legislative presentate al riguardo, oppure puntare al matrimonio come per le coppie di sesso diverso, ma di fatto non si è ancora ottenuto nulla, nemmeno un generico ampliamento delle norme antidiscriminatorie come sembrava si potesse ottenere già prima del 2000, anche grazie ad un atteggiamento più accondiscendente delle forze politiche di ispirazione cattolica. Il World Pride di Roma, durante l'anno del Giubileo, è stato il momento di maggiore visibilità per la comunità e per le associazioni gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e gli esponenti di tutti i partiti della sinistra erano tra le file del gigantesco corteo costituito da mezzo milione di partecipanti ma quel glorioso giorno sembra ormai dimenticato insieme ai buoni propositi. Non ci resta che sperare nel prossimo governo, se sarà di centro-sinistra, confidando molto nella sinistra e pochissimo nel centro.

 

Comunicato di GAYLIB

27 Aprile 2005

 

GayLib (gay liberali e di centrodestra) apprende con stupito dolore la notizia dell'ennesimo fatto di violenza omofoba consumatosi nella capitale. L'aggressione subita nello scorso fine settimana dai due studenti universitari omosessuali, fidanzati e colpevoli solo di camminare tenendosi per mano durante un sabato pomeriggio in via del Corso a Roma, è odiosa e deprecabile come ogni fatto di violenza ma in più assume certamente connotazioni politiche ben più gravi dal momento in cui è avvenuta a margine di una manifestazione neofascista. E' questo il segnale ultimo e definitivo dell'assoluta estraneità di talune forze estremistiche rispetto alla normale e civile dialettica democratica. GayLib manifesta tutta la solidarietà possibile ai due ragazzi rimasti vittime dell'aggressione e nell'augurare una pronta guarigione coglie la triste occasione per rinnovare l'appello affinché i partiti politici di ogni orientamento e in particolare gli eletti della comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale si facciano latori dell'esigenza sempre più pressante di portare all'attenzione del Parlamento una proposta di legge che metta al centro i diritti inviolabili della persona omosessuale e sanzioni chiaramente il reato di omofobia.

 

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