|
||||||||
|
||||||||
Registi (Mario
Bava: Sanremo, Imperia, 31 Luglio 1914 - Roma, 26 Aprile 1980)
Mario Bava, Figlio di Eugenio, scrittore, fotografo e scenografo per il cinema nel periodo muto, dopo aver abbandonato gli studi si sposa nel 1934 e inizia a lavorare come titolista per le versioni italiane di film americani e italiani. Nel 1939 esordisce come direttore della fotografia di cortometraggi (per Rossellini) e dell’anno successivo è il primo lungometraggio. In vent’anni di carriera firma opere di vario genere, dimostrando doti tecniche non comuni e divenendo in breve uno dei più ricercati ed apprezzati operatori, anche in virtù delle sue capacità di creare (con mezzi risibili) e fotografare effetti speciali che sul grande schermo lasciano esterrefatti anche i più smaliziati addetti ai lavori. Collabora con numerosi registi, passando da un genere all’altro e fornendo sempre un peculiare apporto creativo nella fotografia, come nel caso del pregevole “I vampiri” (1957), di Riccardo Freda, dove, utilizzando il bianco e nero, ammanta di chiaroscuri sinistri ed ombre claustrofobiche il castello dove è ambientata la vicenda. Nel 1960 dirige il suo primo film: “La maschera del demonio” (tratto da un racconto di Gogol), apprezzato soprattutto dalla critica internazionale, considerato a ragione il suo capolavoro e il capostipite, insieme ad alcuni film di Riccardo Freda, dell’horror gotico italiano. Molti suoi lavori (alcuni firmati con lo pseudonimo John M. Old o John Old) sono spesso frutto di compromessi con produttori che tutto hanno a cuore tranne le sorti e la qualità di un film, certamente pronti a incassare ma molto meno a finanziare, tuttavia, nonostante la scarsezza dei mezzi e le mille difficoltà, fra questi ve ne di validi e apprezzati. Film che vanno dal mitologico (“Ercole al centro della terra”, assai curato scenograficamente e con eccellenti effetti speciali), al western tradizionale (“La strada per Fort Alamo”, uno dei primi realizzati in Italia), dal fantascientifico (“Terrore nello spazio”) fino al comico (“Le spie vengono dal semifreddo”, un lavoro su commissione che risulta essere uno dei migliori della coppia Franchi e Ingrassia). Ma è con il genere giallo che Bava da il meglio di sé, soprattutto con “La ragazza che sapeva troppo” e il pregevole “Sei donne per l’assassino”. Negli anni Settanta la sua produzione è meno interessante poiché gli effetti visivi hanno il sopravvento sul rigore narrativo che aveva contraddistinto le sue opere precedenti. Muore poco prima dell’inizio delle riprese del thriller fantascientifico “Star Express”, scritto da Massimo De Rita. Nel 1999 esce in DVD il suo “Cani arrabbiati”, rimasto incompiuto nel 1973 e “ricostruito” da alcuni cinefili tedeschi, a riprova del grande interesse sulla sua opera che travalica i confini del nostro Paese. Suo figlio Lamberto (Roma, 3 Aprile 1944) ha seguito le orme del padre e dopo aver lavorato con Dario Argento, nel 1980 ha firmato il suo primo film da solo (“Macabro”) continuando con la tradizione di famiglia ma non riuscendo mai ad avere una propia cifra stilistica originale.
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|