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“VLAD E CARMILLA”
DALLA LETTERATURA ALLO SCHERMO |
“Dracula”, romanzo epistolare di Bram (Abraham) Stoker (1847-1912) fu pubblicato dall’editore londinese Constant nel marzo 1897, ma da dieci anni il fulvo poligrafo irlandese faceva ricerche sul vampirismo e sul personaggio storico che è all’origine del nome: Vlad, figlio del principe Mircea, voivoda (governatore) dell’Ungheria-Valacchia che nel XV secolo fu indomito e feroce difensore della cristianità contro i turchi invasori. Fu soprannominato Drakul o Dracula, dal valacco “drac”, demone, per le sue imprese sanguinarie. Probabilmente la radice etimologica è la stessa della parola “drago” (“draco” in latino, “drakon” in greco). “Per tradizione il drago custodisce un tesoro e in questa veste simboleggia il diavolo in quanto forza sotterranea... Nella sua triplice qualità di Morto Redivivo, di Stregone e di Entità diabolica, Dracula ci conferma quel che in fondo sospettavamo, che tutte e tre queste figure inquietanti non sono che i tre aspetti di una sola” (Ornella Volta). In Dracula - che fu, tra l’altro, uno dei primi romanzi scritti a macchina - c’era un primo capitolo (Dracula’s Guest) che Stoker eliminò per le troppo evidenti affinità con Carmilla (1872) del suo compatriota Joseph Sheridan Le Fanu. L’altro noto testo letterario dell’Ottocento sul vampirismo è “The Vampyre” (1819) di John Williams Polidori, amico e segretario di Lord Byron.
La leggenda dei vampiri - morti umani che escono dalla tomba per succhiare il sangue ai vivi - risale all’antichità e si diffuse specialmente nei Paesi dell’Europa centrale, in Russia, in Polonia ma anche in Grecia e in Arabia. Tra il Settecento e l’Ottocento divenne una moda, non soltanto letteraria, che attecchì soprattutto in Inghilterra. Con la mediazione della contessa Carmilla di Le Fanu, il conte Dracula è l’erede diretto di Lord Ruthwen, inventato da Polidori. Già nel 1820 fu portato sul palcoscenico a Parigi e poi a Londra e, nei suoi numerosi adattamenti teatrali, subì diverse metamorfosi. Nel 1828 a Lipsia fu rappresentato “Der Vampyr”, melodramma su musiche di A. Marschner. In quel periodo si cominciò ad ambientare l’azione in Ungheria, trasformando l’aristocratico inglese in boiardo valacco. Nei decenni successivi molti commediografi, da Dumas padre a Scribe, si cimentarono col tema: Dracula divenne come una maschera della Commedia dell’Arte. Non a caso Stoker scrisse il suo romanzo durante un assiduo sodalizio di lavoro e di amicizia con Henry Irving, famoso attore e direttore di teatro.
La prima vera versione teatrale del Dracula di Stoker avviene nel 1924, in uno spettacolo scritto e prodotto da Hamilton Deane e ambientato interamente a Londra, trascurando i Carpazi. Fu Deane ad inventare la cappa di seta nera, da allora un accessorio indispensabile. Fu indossata per la prima volta dall’attore Edmund Blake che aveva la caratteristica di un incisivo d’oro assai sporgente. Il successo durò per alcuni anni, anche in altre edizioni. Negli Stati Uniti dove il romanzo fu pubblicato nel 1899, la prima rappresentazione teatrale avvenne a New Haven e poi a New York nel 1927 nella versione di Deane, rivista da John Balderston che collaborò poi alla sceneggiatura dei due primi Frankenstein cinematografici. Un altro successo: 261 repliche. Il protagonista era un attore ungherese poco conosciuto: Bela Blasko Lugosi che quattro anni dopo sarà il protagonista del primo Dracula filmico di Tod Browning, derivato dal play di Deane e Balderston. Al suo fianco nella parte di Van Helsing Edward Val Sloan che l’aveva già interpretata a teatro.
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Dalla
letteratura allo schermo |
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“Carmilla”
di Joseph Sheridan Le Fanu |
“Dracula”
di Bram Stoker |