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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Lettera a C. Ricci di Francesca Grossi

27 Aprile 2005

 

Questa lettera fa parte della corrispondenza privata tra me e Cinzia, insieme abbiamo deciso di pubblicarla, poiché esprime bene il sentimento che condividiamo, con le dovute sfumature, nel confronto con il quotidiano LGBT, con parole cosiddette fuori dai denti, al di là delle convenienze e della prudenza.

 

* * *

 

Ecco fatto Cinzia, ho scritto la mia lettera e l'ho inviata a quanti più indirizzi mi sono venuti in mente.

Ho fatto la cosa giusta, tra un sugo e un volantinaggio sindacale, ho pensato ed ho scritto. Forse qualcuno penserà che sono scesa dal pero, o che sono pedante, noiosa e saccente, che si fa presto a dire.

Mi importa poco perché sono mossa dalla forza della ragione: come si fa a girare la testa da un'altra parte? Come è possibile che tutto questo accada?

Non è passato un anno da quando ci siamo conosciute e ti ho fatto le stesse domande, sul maledetto 18 aprile.

Oggi anche Marina, con la luna per traverso e la rabbia e il senso di impotenza, è esplosa in ufficio. I suoi colleghi, al corrente della sua vita sentimentale, commentavano, ottimisti, i matrimoni Spagnoli e l'imminente matrimonio di Elton John. Non era la giornata giusta per vedere rosa: ha detto loro che c'è poco da stare allegri, visto che, ancora, sui giornali c'era la notizia di gay aggrediti.

Lo sai qual'é stata la reazione al racconto di due giovani pestati perché sorpresi a tenersi per mano?

Incredulità.

Ora le toccherà mettere insieme una rassegna stampa per aprire gli occhi a quelle persone, brave persone, veramente, che non credono che oggi in Italia queste cose possano accadere.

Ecco qui un'altra militante privata. Un'altra formichina che accumula le provviste per l'inverno.

Scrivi Cinzia, non ti stancare, so che non ti stancherai. Scrivi per i tuoi 100, 200 accessi al giorno. Quanti saranno a leggerti? 1000, 500, 200? Non importa.

Scrivi ancora e poi ancora e racconta le storie, quelle che non fanno "Letteratura", nè "Cronaca", perché chi è nei circuiti giusti non ci ha messo le mani sopra, o perchè sarebbero giudicate storie minori, senza importanza.

Quanto agli attivisti alla ribalta, se credono, che si tenessero al caldo i loro portaborse mobbizzati, le cronache rosa di personaggi eccellenti, le feste in discoteca, le voci flebili dei parlamentari dichiarati, i discorsi vuoti, le battaglie pavide. A me e a te, a chi ti legge, a tutti quelli che vogliono sapere la verità e pensarci, rimane la vita vera, quella che ti stupisce con le frasi più semplici.

Certo che noi non possiamo fare molto, ora, per i ragazzi e tutti gli altri, a cui le suonano appenano accennano ad alzare la testa, ma se anche noi, tacciamo, e quelli come noi, che rimane?

Ormai ho capito dobbiamo agire, con tutti i mezzi a nostra disposizione. Non c'è fatica sprecata, nè parole da risparmiare.

Non c'è altra strada, oltre alla resa, e non ci sono compromessi possibili, perchè coscienza e ragione non ci concedono di fermarci.

Dunque ho fatto la cosa giusta: ancora una noiosa, pedante, saccente e candida letterina.

Che almeno quelli che sono più testardi, i più arroccati su miseri tavoli di nessuna trattativa, provino un po' di fastidio, una puncicata di zanzara, così, tanto per ricordargli i loro minimi impegni, tanto per ricordargli che li stiamo a guardare e giudichiamo, come vanno giudicate, le azioni inconsistenti e la passività.

Un bacio, Francesca.

 

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