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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

La vittima è stata "punita" in quanto omosessuale e perché si trovava in una delle zone di Como più frequentate dalla locale comunità gay

Di Manuela D'alessandro – “Libero”, 12 Maggio 2004

 

LUNGOLAGO (COMO) - E' stato aggredito da due ragazzi, sui vent'anni o poco più, che indossavano abiti neri e magliette con chiare scritte inneggianti al nazismo. Gli hanno prima fracassato il finestrino dell'auto e poi spaccato la bottiglia, usata come ariete di sfondamento, sulla testa. Il motivo di tanta brutalità è futile, quanto discriminatorio.

La vittima è stata "punita" in quanto omosessuale e perché si trovava in una delle zone di Como più frequentate dalla locale comunità gay. G.P., 28 anni, giornalista, ricostruisce - ancora incredulo e scosso il suo sabato notte segnato dalla follia. «Me ne stavo tranquillamente seduto al posto di guida della mia auto, in zona stadio, lungo il Lago - racconta -. Ho visto avvicinarsi due ragazzi, scesi da un'auto con targa elvetica, parcheggiata qualche metro più avanti della mia. Non ho capito subito che intenzioni avessero. Poi, in un lampo, mi sono ritrovato sommerso da una cascata di schegge di vetro». I due aggressori, dopo aver bussato al finestrino della vettura - con fare baldanzoso e un ghigno sinistro dipinto sul volto - hanno rivolto a G.P. una raffica di improperi dal chiaro sapore omofobo. Tra i più gentili, una richiesta di giustificare la sua presenza in una zona di pubblica sosta: «Cosa ci fai qua, brutta "checchina"? Lo sai che tu non ci dovresti venire in questi posti?».

La vittima non ha fatto in tempo ad abbozzare una reazione che i due, scalciando furiosamente contro la carrozzeria dell'auto e frantumando il finestrino, gli erano già addosso. Hanno cercato di tirarlo fuori dal veicolo per terminare l'opera a suon di botte, ma G.P. è riuscito a mettere in moto la sua vettura e a raggiungere la Questura di Como.

La sua descrizione dettagliata dei malviventi, all'atto di sporgere denuncia, ha consentito ai poliziotti di identificarli e denunciarli a piede libero, appena un'ora dopo l'accaduto. I due, che stavano ancora bighellonando lungo il Lago, sono stati riconosciuti, senza esitazione, dall'aggredito. «Il militare al quale ho esposto i fatti - dice G.P., che se l'è cavata con un trauma commotivo guaribile in pochi giorni e varie escoriazioni - mi ha invitato calorosamente a rendere pubblica la mia disavventura. Pare infatti che la provincia di Como, negli ultimi tempi, sia diventata teatro di frequenti aggressioni maturate in ambienti di naziskin». Una conferma all'allarme lanciato dal poliziotto viene dall'agguato teso, qualche giorno fa, da un gruppo di giovani di estrema destra ai danni di due liceali. Proprio sabato pomeriggio, duecento studenti delle principali scuole comasche hanno sfilato in corteo per manifestare la loro solidarietà alle vittime.

 

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