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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Da “Pride”, n. 79 Gennaio 2006

 

La caricaturale cattiveria con cui gli omofobi cercano di infierire sulle loro vittime ha raggiunto un nuovo apice di involontaria satira politica in un disegno di legge presentato di recente dal senatore dell'Udc Renzo Gubert. La stampa l'ha chiamata "norma anti Zapatero" e in effetti proprio di questo si tratta, perché il senatore Gubert chiede al parlamento di approvare una legge specifica per vietare la trascrizione dei matrimoni di cittadini italiani celebrati all'estero e "non conformi alla legislazione italiana".
La questione è seria, ha tenuto a precisare Gubert: "La Spagna ha autorizzato per legge il matrimonio fra due persone dello stesso sesso. E siccome in Italia non esiste ancora una legislazione specifica, è possibile che due gay sposati lì chiedano la trascrizione dell'atto. Risultando poi a tutti gli effetti coniugati".
Non è accaduto nell'unico caso finora noto, riguardante una coppia gay di Latina sposata in Olanda che aveva chiesto la trascrizione dell'atto in Italia e ricevuto un netto rifiuto dal ministero dell'interno, successivamente confermato dalla magistratura. Proprio quella vicenda, sostengono tuttavia i fan della norma anti Zapatero, ha messo in luce l'inadeguatezza della legge vigente, che con le sue formule imprecise rischia di far sorgere infinite controversie. La legge infatti prevede che lo stato possa rifiutarsi di trascrivere un atto di matrimonio solo per ragioni di "ordine pubblico". Il che per una coppia di pacifiche signore o di signori sembra un tantino esagerato. Molto meglio, secondo il senatore Gubert, dire pane al pane e vino al vino e chiarire che in Italia le nozze alla spagnola "no pasaran".
Per il disegno di legge, visto che il parlamento evidentemente non ha di meglio fa dare, è stata ipotizzata perfino una corsia preferenziale che renda possibile approvarlo giusto in tempo per le elezioni.

 

Di Pierangelo Bucci (Rozendaal) per Gaya CsF

 

I matrimoni contratti in Olanda fra persone dello stesso sesso non sono trascrivibili perchè contrari "all'ordine pubblico".

Questo ha risposto il comune di Viterbo riguardo la mancata registrazione dell'atto matrimonio di chi scrive con l'amato coniuge Jaco Rozendaal e celebrato a Rotterdam l'11 giugno del 2003. Riporto il testo della lettera fedelmente: "Gentile Signor Bucci, Le restituiamo con la presente l'atto di matrimonio, senza provvedimenti in quanto non trascrivibile ai sensi dell'art. 18 del D.P.R. 396/2000, come fatto presente dal Comune di Viterbo a seguito della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo".

L'articolo 18 del D.P.R. 396/2000 recita: "Gli atti formati all'estero non possono essere trascritti se sono contrari all'ordine pubblico". La motivazione ovviamente suona almeno ridicola, nonché pericolosa, perchè sostiene che un matrimonio contratto liberamente fra due adulti consenzienti, si badi, in un altro paese dell'Unione Europea, avrebbe addirittura un azione 'eversiva'. Senza contare l'ipocrisia.

Per anni hanno accusato gli omosessuali di essere dissoluti, promiscui e antifamilisti.

Ma quando decidono di metter su famiglia allora diventano "pericolosi destabilizzanti dell'ordine pubblico".

Morale: gli omosessuali non vanno bene né promiscui, né monogami, né alternativi, né sposati.

Insomma siamo di fronte ad un giudizio non espresso serenamente ed oggettivamente, come un'istituzione come il Comune di Viterbo e lo Stato Italiano sarebbero tenuti a formulare, ma ad un vero pregiudizio, un atto di autentica discriminazione.

Peggio ancora la mancata trascrizione del nostro matrimonio è una palese violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali - E fin qui le considerazioni di ordine giuridico.

Ma è chiaro che la decisione presa dal Comune di Viterbo non può non essere da noi letta anche come contro l'amore, contro l'affetto, contro il sostegno, che io ed il mio coniuge ci scambiamo vicendevolmente ogni giorno.

Non è vero che tutti i cittadini italiani sono uguali davanti alla legge.

Esistono dei privilegiati e dei discriminati.

Esistono le coppie eterosessuali che godono del diritto a formarsi una famiglia mentre alle coppie omosessuali questo viene negato.

Eppure i cittadini omosessuali pagano le tasse come i loro corrispettivi eterosessuali.

Partecipano alla vita sociale, economica e politica del paese esattamente come tutti gli altri.

Lo stato italiano non può continuare ad ignorare, ad attaccarsi a patetici cavilli, se vuole veramente dirsi laico, democratico ed europeo.

L'Italia deve decidere se vuole andare verso l'Olanda, il Belgio, la Spagna, oppure sprofondare nel Maghreb e nella negazione della giustizia stessa.

Noi per parte nostra abbiamo già scelto, noi ci batteremo per l'amore e la libertà.

 

Caso analogo...

 

“Gay.it”, 21 Marzo 2005

 

Si è svolta venerdì la prima udienza per il ricorso promosso da Antonio Garullo e Mario Ottocento per ottenere la registrazione nei registri dello Stato Civile di Latina del loro matrimonio contratto in Olanda. Si sono costituiti in Tribunale anche la Procura, il Comune e l’Avvocatura generale dello Stato, che hanno espresso parere negativo alla registrazione del provvedimento, adducendo motivazioni legate all'"ordine pubblico". La discussione è quindi stata rinviata a maggio, data in cui l’avvocato Alessandro Mariani, che rappresenta i due sposi, dovrà replicare alle dichiarazioni di contrarietà. Antonio Garullo e Mario Ottocento si sono sposati il primo giugno 2002 a L’Aja. Quando hanno chiesto il 12 marzo dello scorso anno la trascrizione dell’atto nei registri dello Stato Civile dal Comune hanno ricevuto un rifiuto. Da Palazzo è stato chiesto il parere del Ministero dell’Interno e il dicastero retto da Beppe Pisanu ha ritenuto di negare la trascrizione giudicando l’unione gay contraria all’ordine pubblico. Nel ricorso presentato dall'avvocato Mariani, si sottolinea in particolare che non riconoscere un atto compiuto in uno stato dell’Unione europea mina le basi della stessa Unione.

 

A colpi di carta bollata...

Fonte sconosciuta - 31 Luglio 2006 (circa)

 

La Corte di Appello di Roma ha negato ad Antonio Garrulo e Marco Ottocento, la coppia gay di Latina che si è sposata con matrimonio celebrato in Olanda a l'Aja il 1° giugno 2002, la trascrizione italiana. Il primo rifiuto era stato quello del 10 luglio 2005 da parte del tribunale di Latina: "Allo stato dell'evoluzione della società italiana il matrimonio tra persone dello stesso sesso contrasta con la storia, la tradizione, la cultura e la comunità italiana, secondo una valutazione recepita dal legislatore e trasfusa nelle norme di legge sia di rango costituzionale che ordinarie". La Corte d'appello della capitale si è pronunciata ora sull'istanza presentata dal legale dei giovani, l'avvocato Alessandro Mariani, che impugnava la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Latina. «La trascrizione del matrimonio non può considerarsi un atto dovuto - recita così la sentenza emessa il 13 luglio dalla Corte d'Appello, ma solo ieri resa nota al pubblico - il rifiuto opposto dall'ufficiale dello stato civile del comune di Latina è legittimo». La Corte ha spiegato: «solo alcuni Stati europei hanno sancito il diritto al matrimonio indipendentemente dal sesso dei nubendi». I due gay presenteranno ora il caso alla Corte Europea per i diritti dell'uomo.

 

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