Home Page di ethanricci.cloud - Collegamento a sito esterno Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione...
Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca per accedere alla sezione... Clicca Clicca per accedere alla sezione...
Contattaci!
Aggiornato Sabato 24-Nov-2012

 

Capleton, Sizzla, Banton e Fibra - cambiano i nomi ma la "musica" è la solita...

L'altra sera a Roma ci hanno provato a dirottare ragazze e ragazzi, avvisando con garbo all'ingresso del concerto: questo è un rasta omofobo, non dategliela vinta

“L'Unità”, 1° Luglio 2006

 

Attorno all'"omofobo" c'era ormai una matassa intrigata di sensi fuori geometria che vaporava al caldo umido di Roma, estate 2006. Per esempio: non si capisce se Buju Banton, il rasta contestato, sia un testimone inconsapevole della sua vita o un furbetto della giamaichetta. E guarda caso è la stessa domanda, tolta la Giamaica, che ti poni di fronte a Fabri Fibra, un altro "eroe" di questa estate così marcata da una versione destroversa del politicamente scorretto. Intanto, il fascicolo Buju Banton: è stato costretto a difendersi dall'accusa di aver picchiato alcuni omosessuali. Assolto, dice. Ma ha scritto un brano, cancellato dalla scaletta, in cui rispolvera il termine "froci" mentre manifesta una aggressiva antipatia per chi nutre gusti sessuali diversi dal monosapore etero; eccovene un efficace estratto: "Sparando loro alla testa, versando loro addosso dell'acido, dando loro fuoco e bruciandoli come vecchi copertoni d'auto", questa è la sua ricetta antigay. Non solo, interrogato sull'argomento, risponde a muso duro: se gli dò tanto fastidio, chi li obbliga a venirmi a sentire? Un talebano interprete di un aspetto storico della cultura giamaicana, omofoba davvero, che ha attraversato e attraversa ancora il gran fiume della musica reggae. Insomma, da quelle parti, uno degli sport più praticati dalla bande giovanili è la caccia al "frocio"; li menano di santa ragione e se poi qualcuno muore, pazienza. L'Arcigay si arrabbia quando si annuncia la presenza sui palchi d'Italia del rappresentante di questa sanguinolenta way of life. Chiede alle amministrazioni di sinistra, ospiti di questi concerti, che gli show di Banton siano cancellati. Ma la richiesta, condivisibile nello sdegno che la muove, sfonda il muro della censura, costruito con i mattoni del politicamente corretto. Tutto questo, mentre tra gli organizzatori della collana di concerti, tra i quali si colloca pure quello dell'ammazzagay giamaicano, si conta anche l'Arci. Situazione complicata in famiglia. Meglio, come poi si è fatto, lasciar cadere la richiesta di negare il palco e manifestare democraticamente disappunto per quel feeling violento e stupido che si nasconde tra le onde del grande reggae. Marcare le differenze, svelare identità, spiegare, convincere: è quel che hanno fatto l'altra sera a Villa Ada, bel parco romano, molto lontano dalla Giamaica. Ma Fabri Fibra non viene da Kingston, è nato a Senigallia, ciò nonostante canta su un letto di battute rap: "questo gay mi si avvicina quindi io gli volto le spalle, ma sto gay mi tocca le palle, io mi scanso verso l'uscita...ma c'è un gay che mi è dietro e tocca un altro gay che mi lecca il collo, io fuggo in corridoio". Una specie di incubo "tremens", in cui i gay hanno occasionalmente sostituito gli scarafaggi per essere poi opportunamente macellati dall'insetticida Banton e che il giovane rapper dovrebbe intonare domani dal palco del Cornetto Free Music Festival di Roma assieme ad altri brani che gli hanno meritato l'attenzione della stampa. Come quel pezzo dedicato a Erika e Omar, gli assassini di Novi Ligure. Arcigay, Arcilesbica e Amnesty protestano per lui più che per Banton e si capisce. Fabri Fibra ha gran seguito tra gli appassionati del rap che scambiano quelle stupidaggini di testi per manifestazioni di un feeling diretto, senza fronzoli, ruvido ed eccessivo in modo eccitante. Nei blog, gli entusiasmi si sprecano: per i fan, Fibra è "grandeeee", "spacca" etc. Una sorta di ovazione riservata a chi, con la sua brutalità, sembra averle cantate all'egemonia di una parola coniata dall'intelletto e non da uno stomaco contratto e rabbioso. Come se la "verità" possa risiedere in una colite cronica che bypassa la riflessione sul dolore piuttosto che in cuore e cervello. A forza di canticchiare "per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare", ci dev'essere sfuggito qualcosa. A questo campanello d'allarme che ci avvisa come parte della cultura giovanile di massa stia deragliando, conviene che ci svegliamo e non lasciamo da soli i fratelli dell'Arcigay.

 

Alessandro Zan ottiene dal cantante la promessa di farsi portavoce dei diritti civili

MIRA. Il cantante giamaicano Buju Banton sul palco di Tam Tam insieme al presidente regionale dell’Arcigay Alessandro Zan. Sabato, sera al parco Valmarana di Mira, la protesta annunciata dall’assessore provinciale Rita Zanutel è rientrata.

Di A. Ab. - "La Nuova Venezia e Mestre", 3 Luglio 2006

 

«Abbiamo voluto farechiarezza - ha spiegato l’assessore alle politiche sociali di Mira Eduardo Picardi - in merito alle polemiche e alla levata di scudi provocate dalla presenza nel cartellone del “Tam Tam suoni e culture dal mondo” dell’artista giamaicano Buju Banton. Un artista che nel passato ha scritto e cantato una canzone contro i gay nel 1992 quando aveva 18 anni». Per gli organizzatori bisogna innanzitutto premettere che in Jamaica l’omosessualità è bandita dalla legge, violenza, assassini, corruzione sono purtroppo all’ordine del giorno e i giovani musicisti amplificano e descrivono la situazione che si vive quotidianamente nell’isola. «L’artista - ha spiegato il presidente dell’Arcigay del Veneto Alessandro Zan - ha avuto la fortuna di incontrare il successo, di girare il mondo e quindi avere la possibilità di cambiare rotta e aprire la mente. Per questo siamo soddisfatti delle sue ultime dichiarazioni al concerto di Milano in cui ammetteva come un errore quei testi». Dopo i discorsi, alle 21,30, è cominciato lo spettacolo che è durato fino a mezzanotte fra buona musica balli e divertimento. E la manifestazione canora riserverà ancora molti appuntamenti di rilievo.

 

In tanti cantano i testi del rapper venati di omofobia e di misoginia

Estratto da un articolo di Federico Fiume - "L'Unità", 3 Luglio 2006

 

Roma - Sono arrivati in duecentomila a Piazza San Giovanni per assistere alla tappa romana del Cornetto Free Music Festival; alcuni (qualche decina) hanno pagato la rovente giornata romana con piccoli malori, subito soccorsi e rifocillati dal servizio medico, ma per tutti è stata comunque una festa riuscita. Dopo le esibizioni di apertura degli esordienti Steela e Kimel, la piazza si è incendiata all'apparire del fenomeno del momento, quel Fabri Fibra che con 200mila copie vendute del suo album «Tradimento» campeggia in testa alle classifiche di vendita, così come fa la sua faccia sulle copertine di importanti settimanali e mensili. Il fenomeno sale sul palco con una maglietta che riproduce i famigerati «stickers» che la legge americana voluta dalla signora Reagan impone agli album con testi considerati «non conformi» alla «morale comune». «Contiene testi espliciti» stavolta si riferisce al contenuto della maglietta, che è un ragazzo di 30 anni con i capelli rasati e la lingua molto sciolta. Fibra inanella uno dietro l'altro i pezzi forti del suo album, dal tormentone «Applausi per Fibra», passando per «Rap in guerra» a «Su le mani», uno dei brani che più hanno contribuito alle polemiche scatenate proprio da quei «testi espliciti» che contengono tratti omofobici e misogini. Del resto si sa che il rap è esplicito per sua natura (Eminem insegna) ed è proprio quello uno dei motivi principali del suo successo fra i giovani. Nel caso in questione riesce davvero difficile digerire certe battute e sentirle canticchiare da qualche ragazzino, magari da tuo figlio ma questo è il rap che va in classifica oggi, ben diverso da quello che incendiava i centri sociali nei primi anni 90, ma aderente come lo fu quello ai tempi che corrono, che sono quel che sono, ma il colpevole non è certo il rap di Fibra, che sostiene di utilizzare nei propri testi il linguaggio con cui la gente parla nella realtà, fuor di ogni ipocrisia. Sui motivi del suo successo ha le idee chiare: «La nostra roba funziona perché la stiamo facendo bene; al momento non c'è nessuno che stia facendo qualcosa di meglio in Italia». Se lo dice lui. (...)

 

Ecco il precedente...

 

Comunicato di Azione Gay e Lesbica - 15 Giugno 2005

 

Il giorno 16 giugno 2005 è previsto nel cartellone della rassegna Metarock a Pisa il concerto del cantante giamaicano Capleton i testi delle cui canzoni sono improntati ad una omofobia così violenta, da arrivare all'istigazione all'odio ed all'omicidio. I testi contengono frasi del tipo: "tutti i gay devono morire" oppure "non vuoi una ragazza, la tua testa rotolerà per la strada", che si commentano da sole.

Molti tappe del tour europeo sono già state annullate per questo motivo, a seguito delle proteste delle associazioni gay e lesbiche e di tanti/e democratici/e in Francia, Gran Bretagna e Lussemburgo.

Azione Gay e Lesbica ha inviato un'e-mail di protesta agli organizzatori del concerto ed ha richiesto al sindaco di Pisa, al Presidente della Provincia di Pisa e al Presidente della Regione Toscana di intervenire (come ha fatto per esempio il Sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë) perché il concerto venga annullato, così come (crediamo) farebbero nei confronti di chi pronunciasse frasi del tipo : "tutti gli ebrei devono morire" oppure "sei negro, la tua testa rotolerà per la strada" .

Occorre fare pressione perché non sia concesso in Italia quello che negli altri europei è considerato un insulto all'umanità ed una atto di razzismo.

Ti chiediamo quindi di far pervenire un'e-mail di protesta ai seguenti indirizzi:


Sindaco di Pisa: p.fontanelli@comune.pisa.it
Presidente Provincia di Pisa: a.pieroni@provincia.pisa.it
Presidente Regione: claudiomartini@regione.toscana.it
Presidente Consiglio Comunale Pisa: presidente.serfogli@comune.pisa.it
Organizzatori: info@metamusic.it

Info: Azione Gay e Lesbica - Firenze

Approfondimento: LA PIATTAFORMA DI IMPEGNI PROPOSTA A CAPLETON (Fonte: Arcigay Pride)

 



 

MAIL DI PROTESTA INVIATA AI RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI

Lucca, 15 Giugno 2005

 

Egregi Signori,

sono Cinzia Ricci, vittima insieme alla mia compagna il 18 Aprile del 2004 di un’aggressione lesbofobia gravissima rimasta impunita nel disinteresse, nella disinformazione e nell’indifferenza generale. Sara ha subito violenza sessuale da due criminali a causa del nostro orientamento affettivo ma soprattutto come ritorsione e intimidazione nei confronti della mia personale visibilità, del mio personale impegno in favore dei diritti civili e della minoranza omosessuale gay, lesbica, transessuale.

Vi chiediamo, come persone tanto duramente colpite dall’odio, dal disprezzo e dalla violenza razzista, omo/trans e lesbofobica che sempre più frequentemente colpisce ogni forma di dissenso e differenza, di intervenire affinché sia cancellato il concerto del cantante giamaicano Capleton, in programma al Metarock di Pisa per il 16 giugno 2005, il quale, con le sue offensive canzoni, invita esplicitamente a compiere atti di discriminazione e violenza fisica che vanno contro ogni principio di pacifica convivenza, tolleranza, rispetto, dialogo, umana pietà e comprensione.

Crediamo che in un paese civile, davvero democratico, messaggi e personaggi di questo tipo non solo non debbano avere cittadinanza, ma debbano essere stigmatizzati con forza affinché i loro devastanti proclami tornino nella cloaca che li ha generati.

 



 

AGGIORNAMENTO SVILUPPI

Da Azione Gay e Lesbica, 16 Giugno 2005

 

Ciao a tutti/e, la nostra mobilitazione ha avuto i primi effetti.

In primo luogo la risposta delle istituzioni toscane, regione e comune di Pisa in prima fila, è stata all’altezza della situazione e coerente con quanto affermato solennemente in tutti i loro atti (Statuto Regionale, legge contro la discriminazione, regolamento unioni civili del comune di Pisa). Tutti hanno richiesto di annulare la manifestazione.

Per quanto riguarda Capleton, dopo che uno dopo l'altro i suoi concerti sono stati annullati in mezza Europa, ha alla fine firmato una dichiarazione in cui si impegna a non produrre più testi in cui si disprezzano le minoranze sessuali o di genere, a non cantare più canzoni omofobiche in nessun paese del mondo, a non istigare più pubblicamente alla violenza omofobica e a non inocaraggiare la vendita di album con contenuto o esortazioni alla violenza contro persone omosessuali.

È importante che tutta la società cominci a capire che un attacco a gay e lesbiche, come quello a qualsiasi altra minoranza, è un attacco a tutta l’umanità. La società toscana dimostra di essere sulla strada giusta.

Rimane da capire come sia stato possibile che un artista così caratterizzato, i cui concerti erano già stai annullati in Francia ed in Gran Bretagna, sia stato invitato ad una rassegna organizzata con i contributi di comune, provincia e regione.

Occorrerà poi far capire al direttore artistico di Metarock, Nicola Zaccardi, che ha dichiarato "Se domani si esibisce un cantante gay e da altre parti se ne chiede la cancellazione? L’arte deve essere libera", che non si è trattatto di una guerra personale tra le associazioni gay e lesbiche e Clapeton, ma di affermare la civiltà contro l’incitazione all’odio ed alla violenza. Se mai ci fosse un cantante gay che incitasse all’odio, per esempio, contro i neri o gli ebrei, saremmo i primi a chiedere che non cantasse.

Cosa avrebbe poi detto il signor Zaccardi se i testi del cantante avessero contenuto frasi del tipo "tutti gli ebrei devono morire" oppure "sei negro, la tua testa rotolerà per la strada" ?

La vicenda di Clapeton è finita con una vittoria delle associazioni gay e lesbiche e della società civile toscana, ma non è finita qui: il 24 giugno è in programma, sempre al Metarock, il concerto di Sizzla, altro cantante giamaicano che ha scritto fra l’altro: "…bruciate gli uomini che lo prendono nel didietro; tirate sulle checche, il mio grande fucile fa bum.".

A Sizzla è stato impedito di fare concerti in Gran Bretagna perché ha rifiutato di chiedere scusa dicendo "sono loro che devono chiedere scusa a dio perché ne infrangono la legge".

La mobilitazione continua…

 

TORNA SU
HOME
Le immagini, se non diversamente segnalato, sono prevalentemente tratte da materiali fotografici e grafici preesistenti modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

Questo sito, testato principalmente con Firefox, Internet Explorer e Safari, è privo di contenuti dannosi per i computer. On-line dal 2003, nel 2015 diviene antologico, da allora non viene aggiornato. Gli odierni Browers non supportano più gran parte dei materiali multimediali prodotti prima di tale anno, le numerose pagine che sembrano vuote in realtà contengono tali contenuti ormai non più fruibili - ne siamo dispiaciuti. Risoluzione schermo consigliata: 1024x768.