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Venerdì 26-Gen-2007
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Il corpo di un trans “incaprettato” e col cranio sfondato trovato in una discarica della Magliana
Di Marco de Risi e Giuseppe Martina – “Il Messaggero”, 23 Ottobre 2000
Un "pacco" gettato in una discarica abusiva sotto il viadotto della Magliana: il cadavere di un uomo di colore, un transessuale, ancora senza nome, completamente nudo, con le gambe piegate e il capo insanguinato. Era avvolto in due sacchi di plastica neri, un telo mimetico e cartoni per imballaggio, e sigillato con nastro adesivo, una corda di nylon e una fune. Un omicidio, una morte violenta che il medico legale, Antonio Grande fa risalire ad almeno quattro giorni addietro. A scoprire il corpo, ieri mattina, due persone: una guardia notturna e un pensionato di 66 anni, Bruno Di Ciocco, abitante in piazza Certaldo. I due passavano in bicicletta in via del Cappellaccio, una strada che dalla Roma-Fiumicino scende giù nella campagna, nella radura fino a toccare il greto del Tevere. Un luogo maledetto. «Nello stesso punto — racconta il signor Bruno — anni fa fu ritrovato in un’auto il corpo di un uomo e dei suoi due figli: si era sparato un colpo dietro all’orecchio dopo averli ammazzati». Intorno alle 7.30 Bruno Di Ciocco e l’amico si fermano lì, a ridosso dei piloni del viadotto circondati da cumuli di rifiuti. Cercano materiali di scarto, bulloni e fili elettrici da riciclare. All’improvviso si accorgono di quel "pacco". «Sembrava un fagotto — riprende Bruno Di Ciocco — ma era confezionato con una precisione quasi maniacale. S’intravvedeva solo una parte della testa. L’abbiamo toccata con un ramoscello per essere sicuri che si trattasse del corpo di un uomo». La guardia corre allora alla vicina stazione dei carabinieri. Scatta l’allarme. Nel "pacco" c’è il corpo di un uomo, di età compresa tra i 30 e i 35 anni, alto circa 1,65. L’hanno colpito al capo con un oggetto contundente fino ad ucciderlo. «Con ogni probabilità in un luogo chiuso — spiega un investigatore — poi l’hanno scaricato sotto il viadotto» proprio davanti a un campo di calcetto con le tribunette. L’assassino voleva che il cadavere prima o poi venisse ritrovato. Tra le piste seguite dai militari c’è quella del regolamento di conti negli ambiente della prostituzione. «In particolare viale Egeo e la Colombo sono pieni di transessuali che si prostituiscono — racconta Pasquale De Vito comandante dei carabinieri della Magliana che insieme al Reparto operativo segue le indagini indagini — molti sono extracomunitari già fotosegnalati». E proprio all’archivio si affidano gli investigatori per risalire alla esatta identità della vittima. Nel frattempo la Scientifica ha rilevato, sotto il viadotto, due impronte lasciate dalle gomme di un’auto, quella da cui il cadavere è stato scaricato. |
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