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Venerdì 26-Gen-2007
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Due degli aggressori avevano precedenti per una vicenda di intolleranza razziale
Non hanno dubbi Arcigay e Tanaliberatutti: dietro l’episodio di piazza Venezia l’odio per i gay
Di Mattia Pelli - “L’Adige”, 24 Aprile 2006
Nel parco di piazza Venezia non ci si va per caso: da anni è luogo storico di incontri per gli omosessuali di Trento, che lì ci vanno per cercare un partner. E, secondo le associazioni cittadine per i diritti civili, non ci sono arrivate per caso nemmeno le quattro persone denunciate l’altra notte dalla polizia per aver picchiato e rapinato, proprio in quel parco, due gay. L’episodio, secondo Tanaliberatutti e l’Arcigay Trentino, non va affrettatamente riposto nella categoria «disagio giovanile», ma ha invece una radice ben più inquietante: la violenza razzista e omofoba della destra radicale, che sta riprendendo voce e spazio anche da noi. Insomma, quella di venerdì notte sarebbe stata una vera e propria spedizione punitiva contro gli omosessuali che si ritrovano in piazza Venezia. A dimostrarlo ci sarebbe quella frase risuonata nella notte e riportata da una delle vittime: «Finocchi di m...», insieme ad altri insulti di matrice omofoba. A cui si aggiunge il fatto che, effettivamente, almeno due degli aggressori sono stati implicati in passato in una vicenda di intolleranza razziale. Nell’ottobre 2005 vennero infatti accusati di avere offeso e aggredito a Trento un ragazzo eritreo per il colore della sua pelle, pronunciando frasi del tipo «i negri vanno mandati ai forni. Hitler è Dio» e di averlo anche buttato a terra. Per quell’episodio di violenza, i due giovani vicini a Forza Nuova patteggiarono e vennero condannati a tre mesi di reclusione. «Anche ieri - scrivono gli attivisti della Tana in un comunicato - la città di Trento è stata sporcata da una aggressione fascista, questa volta al grido "finocchio di m...". Qualcuno cercherà di dimostrare che si tratta solamente di disagio giovanile, ma noi annotiamo che la frase usata dai picchiatori è la stessa usata dai leghisti indirizzata a uno degli attivisti che giovedì manifestava contro di loro». Per Donatello Baldo, della Tana, non ci sono dubbi: «Tutti sanno che piazza Venezia è da sempre il ritrovo delle persone omosessuali, anche i fascistelli che hanno compiuto l’aggressione. Sono colpito dalla reazione del primo dei due picchiati che, forse per la paura o vergognandosi del suo essere gay, non ha voluto esporsi». L’uomo, infatti, è fuggito senza lasciare tracce. «Non è la prima volta che avvengono episodi di questo tipo - spiega Stefano Cò, presidente dell’Arcigay trentino - e in tutta Italia si registrano sempre più episodi di intolleranza». Ma questa brutta vicenda non sarebbe che una delle tante, in un’escalation che vede il sottobosco della destra radicale trentina sempre più attiva. Un fenomeno, secondo i disobbedienti, colpevolmente sottovalutato dalle istituzioni: «Il sindaco Pacher - scrive la Tana nel suo comunicato - deve finalmente capire che c’è una differenza sostanziale tra la libertà di opinione (che difese quando Emilio Giuliana parlava di "omosessualità uguale malattia") e la discriminazione (a cui invece le parole di Giuliana si devono ascrivere). La stessa dottrina della discriminazione usata da Lega Nord e Fiamma Tricolore che si traduce tristemente nell’ennesima aggressione». Per combattere quella che pare loro un’atmosfera sempre più intollerante in città, le associazioni per i diritti ieri sera si sono incontrate alla Tana per decidere le forme della partecipazione al corteo del 25 aprile. «Cercheremo - spiega Baldo - di attualizzare il messaggio antifascista, informando la gente con cartelloni e striscioni sugli episodi di razzismo e di omofobia avvenuti negli ultimi tempi a Trento. Spiegheremo che non possono essere combattuti da una politica senza ideali come quella di Pacher». |
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