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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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All’indirizzo www.famigliaitaliana.org compare un fantomatico sito omofobico che fa capo ad una sedicente associazione composta da “genitori disgustati dai propri figli gay e dall’omosessualità”. Attraverso il sito, questa associazione si distingue per mesi portando avanti una feroce, violenta e minacciosa campagna diffamatoria contro le persone LGBT*, le associazioni loro riguardanti e i loro diritti civili. La Polizia Ferroviaria e la società di web-hosting Aruba che ospita il sito, ricevono numerose mails di protesta che si appellano sia al codice penale che contempla alcuni articoli riconducibili a reati di tipo discriminatorio e all'incitamento all'odio, che alle regole contrattuali del gestore sistematicamente violate sugli stessi temi. Il 17 Gennaio, il webmaster e intestatario del sito, Daniele Movarelli, informato tramite raccomandata A/R da Aruba delle proteste ricevute, rimuove tutto il database e il sito “magicamente” sparisce.
Il giornalista Gianluca Nicoletti, se la ride sostenendo su “La Stampa” del 16 Gennaio 2006 (unico quotidiano a dare risalto alla vicenda), che si tratta di una “bufala” ad opera del suddetto, appunto, organizzatore dell'Illegal Art Show, collaboratore de l'Università La Sapienza e di www.guerrigliamarketing.it, gruppo di guastatori mediatici. Le argomentazioni di Nicoletti, se fossero vere le voci che circolano, sono quanto mai “strane”. Pare, infatti, che Movarelli (fra l’altro autodefinitosi artista eterosessuale «più apprezzato dai gay», vedi http://www.comonweb.it/sezioni/visual/daniele.htm), lo abbia smentito sostenendo di aver soltanto soddisfatto la richiesta di un committente per conto del quale si è limitato a realizzare la grafica del sito, il suo caricamento sul server Aruba e la registrazione a proprio nome del dominio. Declinando poi ogni responsabilità rispetto ai contenuti del sito e gli obiettivi perseguiti dal committente, ha aggiunto di non voler avere più niente a che fare questa storia visto il grave danno d’immagine che gli ha procurato – e forse non solo all’immagine si riferisce, perché in caso di denuncia sarebbe lui a farne le spese…
Da informazioni rinvenute in rete (tutte da dimostrare, sia chiaro), pare che dietro “Famiglia italiana” ci siano i network www.totustuus.net e www.fattisentire.net (fonte Indimedia) – altro che “bufala” da guastatori mediatici!
Ora, comunque stiano le cose, il fatto è gravissimo - conseguenza di un periodo storico, politico e culturale che si sta facendo davvero pesante per le persone LGBT*. Ci auguriamo che i responsabili di questa faccenda, chiunque siano, non la passino liscia.
C. Ricci
Un fantomatico gruppo (?) religioso, che dichiara d'essere composto da genitori di omosessuali che si vergognano dell'omosessualità dei figli, ha chiesto d'impedire la diffusione di "rappresentazioni positive" dell'omosessualità. A iniziare dal film Reinas. Ed ha lanciato a questo scopo la campagna "Abbasso Zapatero".
Di Carmine Urciuoli - “Pride”, n. 79 Gennaio 2006
A fine ottobre, terminate le azioni di censura antigay dei genitori del Moige, una nuova mail è rimbalzata su internet. In essa un certo signor Marco Marini, che dichiarava di rappresentare un’ “associazione di genitori di figli omosessuali” dal nome Famiglia italiana, dotata di un sito (ex http://www.famigliaitaliana.org) ma non presente nel registro delle associazioni italiane, ha lanciato una campagna per censurare il film Reinas, primo film spagnolo con scene da matrimoni gay. Con la campagna Abbasso Zapatero (ex http://www.famigliaitaliana.org/abbassozapatero.htm) l'associazione (ammesso che davvero abbia un numero di soci superiore a uno) mirava a impedire "ogni rappresentazione normale dell'omosessualità sui media" ad iniziare da questo film che per Marini & Co. porterebbe da noi un'ondata di "zapaterismo" che "rischierebbe di rappresentare l'omosessualità come qualcosa di positivo". "La nostra esperienza di genitori dice il contrario", afferma saccente Marini: "la scelta di un figlio di essere omosessuale è sempre travagliata e frutto di un malessere esistenziale di cui i media tendono a dimenticarsi a favore di esempi tutt'altro che educati". Famiglia italiana punta invece "a denunciare quelle situazioni dove maggiore è il pericolo che l'omosessualità venga rappresentata come processo di liberazione e riappropriazione della propria identità", mentre invece, "la realtà è fatta di sofferenze, umiliazioni e crisi di identità che non trovano nell'omosessualità che un palliativo". "L'obiettivo della nostra associazione", conclude Marini, "è la risoluzione dei problemi alla base dell'omosessualità". E non resta ombra di dubbio sulle reali intenzioni della campagna anti Zapatero di Famiglia italiana, che non si limita al solo web, ma agisce con atti di teppismo come quelli registrati a Roma contro i cartelloni del film e subito riportati sul sito.
Il sito famigliaitaliana.org è decisamente brutto. Sfondo nero e grafica a forte impatto da sito neonazista, sembra fatto apposta per spaventare e stuzzicare la sensibilità dei navigatori bigotti. Senza immagini e poco interattivo, ha la sezione "Opinioni" che presenta letterine che paiono scritte con lo stesso lessico e lo stesso fine di approvare la campagna contro il film e contro Zapatero. Mentre in un cantuccio è il forum per la "petizione", che è finito al contrario per diventare la valvola di sfogo per le innumerevoli proteste contro la campagna. Cassa di risonanza di questa iniziativa è stato il network cattolico su internet. Organizzata intorno al Coordinamento delle associazioni cattoliche per la comunicazione (http://www.glauco.it/copercom), la rete cattolica si compone di circa 3000 siti (con altrettanti forum, mailing list e servizi annessi), ed è molto attiva nel promuovere mobilitazioni di propaganda cattolica come questa. Arrabbiata la risposta della presidente di Agedo (http.//www.agedo.org), l'unica associazione di genitori di omosessuali da anni operativa in Italia, dopo le risposte astiose arrivate da Famiglia italiana ai suoi soci che avevano chiesto spiegazioni in privato (in pratica, hanno rifiutato di discutere, limitandosi a raccomandare loro di leggere sul sito i loro proclami anti Zapatero). Paola Dall'Orto ha allora inviato un'email all’indirizzo del signor Marini: "Alla lettura della mail," - scrive la presidente dell’Agedo - "essendo assurdo che più genitori possano volere il male dei propri figli cercando di 'guarirli' dalla loro omosessualità (con la proposta di un percorso di vita ben più doloroso e insostenibile di contro alle malversazioni della società) ho subito pensato ai deliri di una persona omosessuale che non sa accettare la propria identità. "Un genitore consapevole" - conclude l’autrice di “Figli diversi. New generation” (ed. Sonda) - "che non ignora la specificità dell'omosessualità, che sappia che non è una scelta e che ami il proprio figlio o la propria figlia, lo/la sosterrà lungo il percorso della vita, ben sapendo 'del malessere esistenziale' che può accompagnarli". Questa la risposta di una madre comprensiva ed amorevole, che è in linea con il film spagnolo (il mini sito del film, a cura della Lucky Red, è al link: http://www.lucyred.it/minisiti/reinas/default.html), il cui vero leitmotiv, più che il "matrimonio gay" è il rapporto tra i figli gay e le loro mamme, che con la capacità di amare oltre i retaggi restano le vere regine (in spagnolo appunto reinas), nella famiglia, nel rapporto con i loro figli e soprattutto nel loro essere donne. Sorprendente infine la reazione degli utenti della Rete, che oggi a differenza di quanto accadeva qualche anno fa (vedi “L'omofobia in internet”, su "Pride", maggio 2003) partecipano più calorosamente alle questioni glbt. Il signor Marini, con la malcelata intenzione di sollevare un polverone, aveva inserito lettera e banner su vari forum e siti (ad esempio sul sito http://forum.ilmucchio.it/showthread.php?t=22208). Ma questa iniziativa si è rivelata un boomerang che gli è tornato indietro per le proteste che ha suscitato ovunque. E alla sua richiesta di cessare le proteste che si era attirato in gran copia, la risposta più bella è arrivata sul forum che aveva imbrattato: "Chi di spam ferisce di spam perisce". |
L'associazione di genitori umiliati dall'avere figli gay non esiste
Di Gianluca Nicoletti – “La Stampa”, 16 Gennaio 2006
Da circa tre mesi una campagna abbastanza insistente pubblicizza in rete il sito dell'associazione Famiglia Italiana. Un'organizzazione formata da genitori che si dichiarano "afflitti e umiliati della decisione dei propri figli di essere omosessuali". Tutti assolutamente ostili e intransigenti nei confronti della diversità sessuale: "una condizione del tutto immorale, che necessita di essere corretta". Il movimento, tra l'altro, promuove concrete campagne di protesta, la più singolare si chiama "Abbasso Zapatero", è indetta per boicottare in Italia il filmetto "Reinas", del regista spagnolo Manuel Gomez Pereira. Una commedia leggera, sullo stile di Almodóvar, dove si racconta la burrascosa vigilia del matrimonio di tre giovani coppie omosessuali assieme ai rispettivi genitori. Il tema fa scattare la rappresaglia di Famiglia Italiana: "Oltre a spingere i giovani a seguire modelli fuorvianti, offende e minimizza le sofferenze derivanti dal conflitto familiare". Nel sito cominciano quindi ad apparire le prove fotografiche delle loro "azioni", molto adolescenziali in realtà, l'imbrattamento dei cartelloni del film con scritte spray del tipo "Zapatero porco!" e similia. Forse bastava questo per sollevare qualche dubbio. Come è possibile che genitori di ragazzi, che per lo meno avranno un'età media di venti anni, si possano produrre in esercizi così funambolici. Difficile per un adulto di mezza età l'arrampicata su un traliccio di qualche metro con una bomboletta di vernice in mano. Ad ogni buon conto si son fatti una bella fama di "clerico-fascisti" o "razzisti" o ancor peggio. Un po' ovunque in rete, ma soprattutto nelle centinaia di messaggi che sono arrivati al loro sito e che loro hanno pubblicato, rispondendo pure a qualcuno. Si legge anche la protesta garbata di Paola Dall'Orto; scrive a nome di un'altra associazione realmente esistente dal 1993, l'A.Ge.D.O. (Associazione di Genitori Di Omosessuali). La signora chiede un incontro con un responsabile di Famiglia Italiana essendo per lei, alla lettura del loro sito: "assurdo che più genitori possano volere il male dei propri figli cercando di "guarirli" dalla loro omosessualità, con la proposta di un percorso di vita ben più doloroso e insostenibile di contro alle malversazioni della società". Forse si sarebbero tutti risparmiati tempo e mal di fegato se avessero semplicemente controllato su Register.it chi fosse il titolare del sito. L'informazione è gratuita e a disposizione di chiunque. L'indirizzo web: www.famigliaitaliana.org risulta registrato 17-Nov-2005 a nome del romano Daniele Movarelli. Una rapida ricerca e si arriva alla soluzione; una scheda lo definisce: "Organizzatore dell'Illegal Art Show. E' l'artista eterosessuale più considerato dalla comunità gay. Ha esposto al Centre Pompidou e attualmente collabora con www.guerrigliamarketing.it e con l'Università La Sapienza, preferendo i primi alla seconda"" Già Guerriglia Marketing, ancora una volta si è mosso il gruppo di guastatori mediatici. Per loro il gioco è proprio a creare eventi fittizi, vengono messi in circolo con strategie virali fino a che approdano ai mezzi di comunicazione "ufficiali" come giornali o televisione. A loro si deve la notizia-bufala del blog dei Ratzinger Boys, come quella del sito su cui era possibile scommettere sul luogo di un possibile prossimo attacco terroristico, o la storia più recente che voleva gruppi neonazisti olandesi, responsabili di recenti attacchi a scuole musulmane e moschee, ormai identificati con la marca di abbigliamento Lonsdale. Era sempre tutto falso, ma sempre tutto è passato per notizia vera. Anche gli omofobi genitori di figli gay non esistono. Per lo meno in quel sito. |
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